“Auguri
scomodi”
di don Tonino Bello
Abbiamo
ricevuto da un collega i classici auguri di Natale, anzi no… non “classici”
auguri, ma “scomodi” auguri.
Parole di don Tonino Bello che
abbiamo deciso di fare nostre e che giriamo a tutti i nostri lettori con la
speranza possano farci riflettere e non solo…!
Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi Buon Natale senza darvi disturbo. Io, invece, vi voglio
infastidire. Non sopporto infatti l’idea
di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla
routine di calendario.
Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come
indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore
vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi
conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio,
di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla
paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro
come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un
marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi
faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della
vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del
prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo
nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del
suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento
di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che
il bidone della spazzatura, l’inceneritore
di
una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il
simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni,
rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco
delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla
sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza
fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano
la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di
vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie,
si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la
terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono
alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche
voi volete
vedere “una
gran luce dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi
gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura,
ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia
popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge, e scrutano
l’aurora, vi diano il senso della
storia, l’ebbrezza delle attese, il
gaudio dell’abbandono in Dio. E vi ispirino il
desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
don Tonino Bello