La musica popolare di San Giovanni Rotondo rappresenterà il Gargano a Bari il 30 marzo in occasione dell’inaugurazione dell’Archivio pugliese di musica tradizionale
Bari, 30 marzo ore 18, Cittadella della Cultura
(Biblioteca Nazionale, Archivio di Stato), via Oreste Pietro 45
Dalle campagne di ricerca di Alan Lomax e Diego Carpitella nel 1954 alla documentazione di questue pasquali tuttora in uso alle porte di Bari, finalmente fruibili per studiosi ed appassionati un’impressionante quantità di documenti sonori di straordinario valore culturale tra i quali le raccolte dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, lo sterminato archivio di Roberto Leydi, depositato in Svizzera presso il Centro di Etnografia e Dialettologia di Bellinzona, i Fondi Giovanni Rinaldi e Otello Profazio e le recentissime rilevazioni di Giovanni Amati, Annamaria Bagorda e Massimiliano Morabito.
Intervengono: Silvia Godelli (assessore alla cultura Regione Puglia), Domenico Ferraro (presidente Altrosud), Vincenzo Santoro (coordinatore progetto), Maurizio Agamennone (consulente scientifico), Giovanni Rinaldi (direttore Casa Di Vittorio Cerignola) e Nicola Scaldaferri (responsabile LEAV-Università di Milano).
www.archiviosonoro.org/puglia
A seguire:
"Chi suona e canta non muore mai"
rassegna di musiche tradizionali
a cura di Giovanni Amati e Annamaria Bagorda
Con il rimando a una celebre massima di Andrea Sacco, una rappresentazione dei generi e repertori tuttora in uso in Puglia, attraverso esecutori tradizionali presenti nelle raccolte dell’Archivio.
– I Passiuna tu Christù la Passione delle comunità grecaniche – Zollino (LE)
Antimo Pellegrino è l’ultimo erede di una celebrata famiglia di cantatori della Passiuna tu Christù, lungo canto delle comunità grecaniche del Salento, eseguito e mimato da due cantatori che si alternano, accompagnati da una fisarmonica e un portatore di palma. Oggi, decaduta l’originaria funzione di canto di questua, la Passione di Cristo viene cantata la mattina della domenica delle Palme e la mattina del Sabato Santo, momenti molto attesi dalla comunità zollinese che in queste occasioni reinsalda i legami con la propria identità culturale.
– Il Venerdì Santo dell’Alta Murgia – Grumo Appula (BA)
In alcune comunità dell’Alta Murgia è ancora il canto del Venerdì Santo eseguito a più voci da un folto gruppo di uomini tutti i venerdì di quaresima, fino al momento della processione dell’Addolorata. La carica emotiva, che conferisce al canto una forza espressiva di straordinaria intensità, e mestizia del periodo caricano l’aria una drammaticità quasi tangibile.
– I fornai, tarantelle e canti di questua natalizia dell’Alta Murgia – Toritto (BA)
La notte dell’antivigilia di Natale, gruppi di suonatori e cantatori eseguono la questua con una lenta e cadenzata tarantella cantata, accompagnata in passato con la chitarra battente, oggi sostituita dalla fisarmonica e dalla chitarra francese. L’arrivo della squadra, viene annunciato dal grido, anticamente utilizzato dai garzoni dei forni pubblici, che riecheggia forte tra i vicoli del paese, in un atmosfera festosa che dura fino all’alba.
– Lu Lazzarenu e le matinate, canti di questua pasquale del Salento jonico, Famiglia De Prezzo – Sannicola (LE)
Nei paesi dell’arco jonico e dell’entroterra basso-salentino la notte del sabato che precede la domenica delle Palme, gruppi di cantatori, accompagnandosi con l’organetto o con la fisarmonica, eseguono un lacerante canto di questua per poi ripetere il giro delle famiglie visitate la notte del Sabato Santo dopo la resurrezione di Cristo, per ringraziarli cantando matinate, con lo scopo di omaggiare anche la donna amata. I Fratelli De Prezzo sono tra i più stimati e tenaci depositari di questi canti appresi per tradizione familiare, detentori di una vocalità antica, nonostante la loro giovane età.
– Canti all’organetto e sul traino dalla Valle d’Itria, Famiglia Zizzi – Cisternino (BR)
Tre generazioni della famiglia Zizzi i talegrë , da sempre trainieri, allevatori, commercianti di cavalli suonatori e cantatori. Rappresentano un raro caso di continuità familiare, mai interrotta, sono infatti eredi ed eccezionali esecutori degli stili di canto e di ballo sull’organetto, e canti legati al loro mestiere, tuttora apprezzate e funzionali alla vita sociale delle comunità rurali nei momenti di convivialità.
– Il Sabato Santo – canto di questua pasquale della Valle d’Itria, Coniugi Albanese – Cisternino (BR)
Nella Valle d’Itria dal pomeriggio del Sabato Santo alla mattina di Pasqua coppie di suonatori visitano le masserie e le case di campagna cantando un lungo canto di Passione e di questua e portando gli auguri di Pasqua accompagnandosi con l’organetto, ricevono in cambio dalle famiglie uova, dolci pasquali, salumi e vino. I coniugi Albanese sono due tra i migliori esponenti di questa tradizione ancora viva e radicata sul territorio.
– Le serenate e le pizziche pizziche della Bassa Murgia – Suonatori, cantatori e ballatori- Ostuni (BR)
A Ostuni (BR) tutti i giovedì che vanno da Sant’Antonio Abate al carnevale, gruppi di amici, accompagnandosi con l’organetto e il tamburello dalla sera fino a notte inoltrata, portano serenate alle famiglie di parenti e amici che offrono ai suonatori da bere e da mangiare per poi ballare pizziche pizziche tra uomini dai forti tratti di allusione sessuale .
– Zampogne e fischietto del Sub Appennino Dauno, Francesco Capobianco – Panni (FG)
A Panni (FG), paese del Sub Appennino Dauno, sopravvive l’uso di una particolare zampogna di canna, l’unica ancora in uso in tutta la regione, caratterizzata da un chanter con tre fori e un lungo bordone con una grande zucca essiccata all’ estremità, tenuto dal suonatore in posizione verticale. Venivano utilizzate a decine, fino a pochi decenni addietro, per annunciare in chiesa l’avvenuta nascita di Cristo, la mattina di Natale per una questua in paese e il giorno dell’Epifania per accompagnare la processione di Gesu bambino, saturando il paese di sonorità, acute e gravi, che si contrappongono offrendo quasi imponendolo, un impatto acustico estremamente intenso e penetrante. Francesco Capobianco è uno degli ultimi costruttori e suonatori di questo strumento arcaico e primordiale dal profondo valore rituale.
– Canti sulla cupa cupa e tarantelle del carnevale dall’Alta Murgia – Altamura (BA)
Nell’Alta Murgia, area con forte vocazione pastorale, ai confini della Lucania, nel periodo di Carnevale veniva eseguita da gruppi mascherati una questua con il tamburo a frizione, la cupa cupë, strumento emblematico della tradizione musicale locale, che con il suo tipico suono grave accompagna canti a strofette e narrativi.
Il tamburello, ancora oggi ad Altamura (BA) strumento elettivo delle donne, accompagna insieme alla cupa cupa, lunghe tarantelle cantate, caratterizzate da un sostegno ritmico estremamente intenso.
– Canti delle donne arbëreshe dall’Alto Salento Jonico – San Marzano di San Giuseppe (TA)
San Marzano di San Giuseppe, comunità arbëreshe dell’Alto Salento jonico, conserva tuttora un forte legame con la propria identità culturale. Il repertorio, profondamente legato al mondo femminile, è composto da canti sul lavoro, canti religiosi, ninne nanne, eseguiti a una o più voci.
– Serenate e tarantelle dal Gargano, Salvatore Russo e Pio Gravina – San Giovanni Rotondo (FG)
La tarantella è una delle forme più rappresentative della tradizione garganica, è eseguita in numerosi stili locali, durante le feste per accompagnare il ballo, nelle serenate prima e dopo i canti a distesa, vero fulcro dell’esecuzione.
Salvatore Russo, pastore ultraottantenne di San Giovanni Rotondo (FG) dotato di una vocalità antica ed estremamente vigorosa, è uno degli ultimi depositari degli stili di canto sulla chitarra battente, lo strumento più rappresentativo ed emblematico del promontorio, suonata da Pio Gravina, giovane compaesano che ha recuperato una tradizione di famiglia riappropriandosi della propria cultura musicale.
– Canti sul lavoro dal Basso Salento – Casamassella (LE)
Autentici detentori e straordinari esecutori degli stili di canto polivocali, peculiari del Basso Salento eseguiti durante i lavori agricoli, che fino a un passato non tanto remoto, dominavano il paesaggio sonoro delle campagne e delle comunità rurali.
INGRESSO GRATUITO
info: organettara@hotmail.it – tel. 3894729396