Questa mattina alcune classi elementari in visita a Palazzo San Francesco
Mattinata diversa ed insolita per circa quaranta alunni delle classi di quarta e quinta elementare della scuola Melchionda, ospiti del Sindaco Luigi Pompilio. I ragazzi, accompagnati dalle maestre Maria D’Apolito, Emanuela Ferro e Lucia Di Gioia si sono accomodati tra i banchi della sala consiliare per una sorta di ‘conferenza stampa’ per rivolgere le loro innocenti (ma non troppo!) domande al primo cittadino che si è prestato ben volentieri ai piccoli studenti.
Tutti i ragazzi hanno fatto la loro domanda al Sindaco, alcune anche delicate e degne di un’interpellanza da Consiglio Comunale.
“E’ difficile fare il Sindaco? Come si fa a diventarlo? Si guadagna bene? Passi più tempo al Comune o a casa?”
Il Sindaco, forse anche un po’ imbarazzato risponde candidamente: “Fare il Sindaco di una città come San Giovanni è difficile perché la politica è un compromesso continuo di tanti equilibri che devono mantenersi tra loro. Il Sindaco è come un equilibrista, sempre instabile, ma che deve cercare di restare in piedi. Non è facile ma ce la metto tutta.
Non decidi da solo di diventare Sindaco, per diventarlo si devono verificare tutta una serie di circostanze favorevoli.
Inoltre si guadagna poco a fare il Sindaco, proprio ieri abbiamo pubblicato tutti i compensi miei e della Giunta.
Diciamo che non conviene tanto dal punto di vista economico in quanto passi tanto tempo qui al comune, sottraendolo alla famiglia e agli affetti”.
Successivamente si passa alle domande più tecniche, che hanno dimostrato quanto i bambini seguano le vicissitudini della politica. “E’ facile gestire le esigenze di tutti i cittadini? Perché litigate spesso? Perché le tasse cambiano ogni giorno? A quale assessore vuoi più bene?” sono state le domande più piccanti.
Questa la replica del primo cittadino: “E’ molto difficile cercare di accontentare tutti, noi ci proviamo. A volte si litiga per delle stupidaggini, cercheremo anche durante le sedute del Consiglio di essere più educati per dare il buon esempio.
Le tasse cambiano perché cambiano le esigenze del bilancio.
Per fare un esempio pratico diciamo che ora abbiamo un pantalone rattoppato perché i soldi sono pochi, appena li avremo compreremo un pantalone nuovo.
Io sono come un padre di famiglia, e gli assessori sono come i figli. Voglio bene a tutti indistintamente”.
Dopo oltre un’ora di domande il Sindaco ha congedato tutti esortando i piccoli alunni a studiare per costruirsi un futuro ricco di soddisfazioni e chissà, magari intraprendere la carriera politica per diventare il Sindaco del domani.
alv