Fra copia&incolla, paraculismo e sciacallaggio….
Viene difficile capire cos’è che fa venire maggiormente un senso di rigetto e di disgusto: se gli articoli copia&incolla di tanti giornali, cartacei e web, poco inclini e disposti ad informarsi, se il paraculismo agli ovvi fini elettorali dei politici nostrani, se lo sciacallaggio dei tanti commentatori di piazza e della rete.
Evidentemente stiamo parlando di quella che in questi giorni a causa forse di magra informazione o forse di qualche sfigato sindacalista stanco di vivere nell’anonimato, è diventata la notizia scoop da propinare alle vaste platee di lettori: “Il crack della Casa Sollievo della Sofferenza è alle porte”.
Tanta, troppa l’approssimazione dei novelli esperti di finanza, gestione ed organizzazione, nel farsi attenti conoscitori delle vicende, delle richieste, delle rivendicazioni di una struttura ospedaliera che, se la si guarda con l’occhio del servizio da dare al territorio è servizio pubblico, quindi obbligatorio, se invece la si osserva dal lato del “come ti pago” è evidentemente da considerare privata a tutti gli effetti; per intenderci al pari della casa di cura privata “Vieni qui che ti mungo SpA” che può selezionare le attività da svolgere in convenzione e per le quali ha chiesto l’accreditamento (ovviamente solo quelle remunerative). Questi sono i due occhi (strabici) regionali con i quali “inquadrano” l’ospedale di San Pio.
Una regione a cui fa comodo che ci sia qualcuno che l’affranchi dalla gestione su un territorio poco agevole qual è il nord Gargano, ad esempio, del servizio di dialisi; una regione incapace di gestire tale attività e che di fatto chiede ad altri di colmare le proprie lacune organizzative e professionali visto che da oltre 6 anni pur avendo formalmente annunciato la gestione diretta delle sedi dialisi, non lo ha ancora fatto!
Troppo facili e sbrigative, dicevamo, spesso le conclusioni dei pigri e distratti “manager” dell’informazione.
Ci sarebbe tanto da scrivere. Parlano di buchi, disavanzi, rossi, indebitamenti, di 123 milioni, ma ne conoscono significati, e contesti di bilancio? Parlano di altre somme…, di contenziosi per 138 milioni, di vecchi accordi per 400 miliardi di lire, altri di 60 milioni, chi di 35 … sembra più che altro un’asta di pezzi rari ma senza alcuna logica nel lancio delle offerte.
Una cosa è certa: nell’ormai lontano 2004 quando si sottoscrisse un accordo transattivo fra Governo, Casa Sollievo e Regione Puglia, a quest’ultima toccò la liquidazione di 35 milioni che ai cittadini pugliesi non costò un centesimo in più essendo stati utilizzati fondi già accantonati nei capitoli di bilancio riservati alla Casa Sollievo della Sofferenza (Art. 17, comma 3, L.R. n.1/2005: “In attuazione del protocollo d’intesa tra Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministro della salute, Regione Puglia e Casa sollievo della sofferenza di S. Giovanni Rotondo, l’onere a carico della Regione, pari a euro 35 milioni, decurtati di euro 8.306.004,00 di cui all’articolo 25 della l.r. 14/2004, è coperto con le risorse del fondo sanitario regionale non ancora liquidate alla Casa sollievo della sofferenza, all’interno dei tetti di spesa fissati con i riparti annuali degli esercizi 2002 e 2003”).
In ogni caso, è opportuno ricordare, in quella sede nessuno regalò nulla a Casa Sollievo. Sarebbe bastato ricercare fra i bollettini regionali ancora online sul portale della Regione Puglia per capirne di più.
Poi ci sono i politici regionali. Oggi, chi più chi meno tenta (maldestramente) di farsi notare, per evidenti motivi elettorali, sostenendo la causa della Casa Sollievo. Come direbbe il buon Antonio Lubrano, la domanda sorge spontanea: “Ma fino ad ora dove siete stati?”
La flottiglia di consiglieri della Capitanata (oltre una decina) hanno mai portato all’attenzione del governo regionale le realtà di San Giovanni Rotondo e delle relative attività, e nello specifico della Casa Sollievo? Al di fuori di un Giandiego Gatta, che ha proposto qualche interrogazione in consiglio regionale, non ci risulta che qualcuno abbia mai nominato la nostra città e le sue realtà sociali ed economiche. E’ troppo facile ora lanciare allarmi e proclami. Più che sui giornali, portate tesi e contenuti nelle giuste sedi: commissioni, giunta, e consiglio regionale!
Paradossale, infine, quanta leggerezza informativa e di approfondimento sia circolata e che ha scatenato un vero e proprio sciacallaggio contro l’opera di San Pio e contro chi ci lavora. Pensare che il copia&incolla di un sindacalista (che forse non sa nemmeno dove si trova San Giovanni Rotondo), che ha ripreso un articolo pubblicato da Repubblica oltre un mese fa, sia stato “musa ispiratrice”, anzi no, messia da ricopiare fedelmente, beh questo fa davvero preoccupare sulle qualità-capacità di chi oggi fa informazione.
La Casa Sollievo della Sofferenza ha scelto di presentarsi con un bilancio di missione; chi ne capisce e sa leggere, intende chiaramente che il primo segnale di tale documento è la trasparenza di numeri, attività, organizzazione e gestione. Far rilevare da tali documenti sbilanci annuali dell’ordine di oltre 10 milioni è un mettersi in gioco chiedendo, alla luce dei propri numeri e indici di complessità delle attività, equa remunerazione delle prestazioni e dei servizi resi.
Non richieste di ripiani, quindi, ma definizione di tariffe secondo criteri a costi standard, premianti per coloro che presentano performance di attività sanitaria di elevata complessità: questa è la rivendicazione della Casa Sollievo della Sofferenza…. Un mettersi in discussione alla pari delle aziende pubbliche con simili dotazioni in termini di posti letto e discipline sanitarie.
Le soluzioni immorali, quelle che in un notte di maggio 2012, hanno regalato a 2 aziende ospedaliere 105 milioni (40,5 alla foggiana, 60 a quella barese) solo per sanare l’anno 2011 (DGR 1032/2012), sono quelle che prescindono dalla valenza e dalle eccellenze delle strutture; sono quelle che freddamente e semplicemente ripianano disavanzi, senza alcuna preventiva valutazione su performance ed efficienza. Con tali garanzie chiunque può fare sonni tranquilli.
Tutto il resto, e finiamola qui, è fiato perso!
Matteo De Vita
Si bravi insabbiate tutto. Del resto è quello che fa il Vaticano da secoli.Vengono da fuori San Giovanni e si fanno padroni di tutto.
Matteo De Vita
Complimenti a te! Attendiamo i tuoi contributi documentali
Matteo De Vita
meglio che non parlo potrei essere mal interpretato, Io non scrivo cose a vanvera li dentro ci sono stato ed è meglio che non continuo qualcuno potrebbe rimanere offeso……Matteo De Vita
Ecco. Ora sei stato chiarissimo.
Tiziana Petruccelli
Contro il qualunquismo imperante, finalmente un articolo scritto da chi le cose le conosce davvero, ha a cuore le sorti di Casa Sollievo e non ha paura di dire la verità. Grazie, Giovanni.
Tiziana Petruccelli
Lazzaro Palumbo
Fa sorridere leggere “la nostra città” riferito a San Giovanni Rotondo in un articolo che parla di Casa Sollievo della Sofferenza. Intelligenti pauca…
Lazzaro Palumbo
Fa sorridere ciò sig. Palumbo. Intelligenti pauca!
LoSperoneGargano
Chiedo scusa ma il latino lo mastico poco.
Che significa?
Intelligenza manca?
O povera intelligenza?Francesco Martino
Sonia Ritrovato
Intelligenti pauca significa che gli intelligenti non hanno bisogno di tante parole per capire come stanno i fatti. In italiano il detto corrispondente è a buon intenditor poche parole.
Sonia Ritrovato
Francesco Martino
Matteo parla, altrimenti hai parlato a vanvera come tanti!
Si offendono e allora e meglio che continuano a fare querlloo che fanno?
Con la tua complicità, si intende.
>>>>> .Francesco Martino