“Questo episodio che vado ora a raccontarvi nasce da una segnalazione fattami da una
ragazza di San Giovanni Rotondo, il suo nome è Francesca”
di Salvatore Trotta
Francesca C. (evito di citare il cognome su richiesta della stessa) ha 30 anni ed è una ragazza molto sensibile ed intelligente. La vita con lei non è stata molto clemente, ma ha una forza d’animo non indifferente e non si arrende. Anzi, come una tigre lotta quotidianamente e spesso vince; grazie a questa forza Francesca si è laureata con il massimo dei voti, ed ha raggiunto tanti altri obiettivi nella sua vita.
La incontro in un bar davanti ad un caffè caldo e mi racconta quello che un bel giorno le è capitato semplicemente parcheggiando la sua auto per permettere alla sua mamma di sbrigare delle faccende quotidiane, in corso Matteotti.
“Accosto al marciapiede e rimango seduta in auto! il tizio che abita di fronte (badate bene, c’è un marciapiede che divide l’entrata della sua casa dalla mia auto!) mi «accoglie» con delle parole non proprio da uomo gentile lanciandomi una serie di epiteti che vanno dalla str….., zo….., figlia di …… etc. Ora io mi chiedo: è questo il modo di aggredire una persona e per lo più disabile? Gli ho semplicemente risposto che lo spazio antecedente la sua casa non è di sua proprietà, e in più gli dico di non essere scesa dalla macchina. Tornata a casa rifletto sull’accaduto e penso ma è mai possibile che l’ignoranza e la maleducazione debbano sempre trionfare a questo mondo? Da disabile dico questo che è veramente spiacevole ciò che mi è accaduto! Da cittadina vorrei che certa gente si immedesimasse nei problemi che continuamente affronto; al signore di mezza età che mi ha aggredito propongo almeno un corso di galateo… per poter interagire in modo civile!!!”