“Attori e spettatori – Sindaco, non vorrei essere nei tuoi panni!!!”
di Antonio Marino
Platone definiva la Politica come l’arte di governare. Per fare “Politica” servono numeri e chi ha i numeri governa. Accade a livello nazionale, accade a livello locale, tutto il resto sono chiacchiere.
Mi sorgono però alcune domande che pongono delle questioni di non poco conto:
Quanto conta e qual è il ruolo dell’opinione pubblica nelle scelte politiche?
Dove nasce la politica nei piccoli centri come il nostro?
Quali persone fanno politica?
Gennaro Giuliani ha vinto le elezioni grazie ai voti “portati” dal PD che ancora oggi, nonostante tutto quello che accade a livello nazionale, è il più grande partito di San Giovanni Rotondo. Persone che durante la campagna elettorale hanno dato l’anima pur di raccogliere un voto, persone che hanno dormito poco (incontri, discussioni….), che hanno fatto visita ai cittadini di San Giovanni Rotondo casa per casa, hanno organizzato cene e feste elettorali, hanno ascoltato il Popolo e gli hanno parlato. Si sono “IMPEGNATE” realmente nella politica cittadina.
Ora io chiedo a ciascuno di voi di porsi una domanda: Cosa ho fatto io (oltre che votare e chiacchierare nei bar e sul corso) di concreto per migliorare o cambiare le cose della politica.
Quando ci sono le campagne elettorali ciascuno di noi bada al proprio “orticello”. L’importante per ognuno è che vadano bene i fatti propri, della propria famiglia e di altri 10 mq intorno a se. Il bene collettivo in realtà interessa a pochi e questo si evince dalla mancanza di partecipazione dei cittadini nella vita politica del paese. Nei luoghi deputati alla politica cioè nei Partiti. I partiti, di qualunque schieramento essi siano hanno un’importanza fondamentale nelle scelte sul benessere della collettività; è in quella sede che si prendono decisioni, è in quella sede che serve alzare la mano per esprimere la propria volontà e decidere le sorti della collettività. Se la maggioranza del Popolo si disinteressa allora non può lamentarsi se la minoranza deciderà per tutti, è la DEMOCRAZIA, sono le regole che ci siamo dati e nel bene e nel male queste regole vanno rispettate ed accettate.
Il PD ha i numeri ed ha il diritto e il dovere di governare. Questo diritto-dovere nasce da un mandato che il Popolo sovrano ha espresso attraverso il voto.
Se Gennaro Giuliani avesse presentato la squadra di governo prima della campagna elettorale e questa avesse ricevuto l’investitura popolare, nessun politico oggi si sarebbe sognato di cambiare la squadra. Ma oggi la politica reclama il suo ruolo nell’amministrazione della città come è giusto che sia.
I consiglieri, eletti dal Popolo sono un’espressione della politica, essi attraverso l’istituto del Consiglio Comunale devono approvare, disapprovare, modificare le decisioni della giunta e naturalmente, quando queste dovessero andare contro la “volontà” del partito o non dovessero rispettare il Programma, assumere decisioni più drastiche.
E’ necessario, affinché si possa governare, che la politica abbia un ruolo nell’amministrazione del paese e che gli assessori “rispondano” ad una volontà politica, che vadano nelle sedi dei partiti a parlare alle assemblee con coloro che rappresentano e da cui riceveranno indicazioni sull’indirizzo da dare al governo del paese. Questo oggi non accade, lo scollamento tra la politica e l’amministrazione è evidente soprattutto sui grandi temi che non si affrontano, mi riferisco al PUG, al PIP alla Piscina e ad altre questioni che sono di fatto in stato di quiete assoluta.
Il sindaco oggi ha una responsabilità enorme su un scelta difficile da prendere. Non vorrei essere nei suoi panni. Ha di fronte a sé la necessità di cambiare squadra per continuare a governare ed affrontare le grandi questioni ma con questo rischia di andare contro le promesse fatte in campagna elettorale al Popolo che gli ha dato il mandato.
I Leader del Partito Democratico sono coloro che ieri hanno governato il paese, ma sono anche quelli che alle elezioni del 2008 si sono sudati i voti, quelli che hanno fatto riunioni di giorno e di notte, che hanno girato la città in lungo e in largo a caccia dell’ultimo voto, che hanno parlato al Popolo da cui sono stati premiati, hanno la maggioranza e quindi decidono le sorti del nostro paese. E così che funziona, è la Democrazia.
Il Popolo cos’ha fatto per cambiare tutto questo? Nulla, niente, ha chiacchierato, ha discusso del più e del meno, ha criticato questo o quell’altro politico ha dato il suo voto, è stato spettatore e non attore. Ma sono gli attori che fanno lo spettacolo e l’opinione pubblica può solo fare critica (positiva o negativa).
Finché il Popolo non smetterà di essere spettatore le cose andranno così. Il disinteresse è grave per la collettività. Fa del male a tutti, anche ai nostri 10 mq. Dobbiamo ficcarci in testa che è il bene COLLETTIVO a far stare meglio l’INDIVIDUO e non il contrario.
Dobbiamo partecipare nei partiti (destra o sinistra), portare il nostro contributo, le nostre idee, il nostro impegno, alzare la mano quando si devono prendere decisioni sulla collettività. E’ necessario riprendersi ciò che è andato perso.
Personalmente ritengo che gli uomini debbano avere un po’ di ambizione nella vita per poter salire gradualmente un gradino più in alto e non dovrebbero restare troppo attaccati a quello che hanno, per paura di perderlo. Con questo comportamento si rischia di restare fermi e non fare progressi. Bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco, in un gioco sempre più grande. Ci siamo mai chiesti perché il nostro paese non ha rappresentanti alla Regione o al Parlamento?
Questo mi fa riflettere non poco sulla levatura e sulle scelte dei nostri politici. Sarebbe ora che la politica del nostro paese facesse una riflessione seria su questo tema. Una città che conta, come la nostra, merita altro, merita di più. Non possiamo sempre fermarci al “tuppo”. E’ necessario andare oltre.
Il sindaco oggi deve fare una scelta e spero che non sia quella di dimettersi. Consegnare di nuovo il paese in mano al commissario sarebbe la cosa più sbagliata.
Se sceglie di dare voce alla politica cambiando la giunta con i nomi proposti sbaglia lo stesso.
Qualunque scelta faccia, per l’opinione pubblica sarà sbagliata.
Ritengo che i leader politici del nostro paese debbano puntare ad altro e lasciare un po’ di spazio a nuove leve e nuove idee. Devono liberarsi dall’inclinazione di guardare i più giovani come soggetti da studiare e nemici da combattere. Devono capire che loro non sono scienziati che studiano gli insetti (i giovani) ma sono loro ad essere soggetti di studio. Sono i giovani che portano nuova linfa, nuove idee e sperimentazioni. Devono liberarsi dalla solida sensazione di essere protagonisti del nostro mondo e del nostro tempo: inutile illudersi non lo sono più.
Il problema oggi non è il sindaco né il partito, il problema oggi è la società. Non si può pretendere di esercitare il diritto di voto e starsene a guardare da bravi spettatori dalla prima o seconda fila è ora che ogni cittadino diventi attore e sia partecipe della vita politica del paese.
Finché la situazione sarà quella che è, nulla cambierà.
Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione.
Antonio Marino