586 euro scommessi pro capite, una vera e propria piaga sociale
A San Giovanni Rotondo si scommette. E si scommette molto. Sono allarmanti i dati del gruppo l’Espresso secondo i quali nella nostra città si spendono annualmente 15,93 milioni di euro alle slot machine (cifra riferita all’annualità 2016).
Di questi quasi 16 milioni, 10 milioni e mezzo si spendono nelle cosiddette AWP ossia delle new slot che accettano solo monete e che sono presenti anche in bar o tabaccherie mentre 5 milioni e mezzo si spendono nelle videolottery (VLT), apparecchi che accettano anche banconote e che sono presenti in sale e locali dedicati che consentono vincite notevolmente più alte.
Se si pensa che il nostro comune ha una popolazione di 27 mila abitanti circa (sempre dati riferiti al 2016) e un reddito pro capite di 17.252 euro si evince che mediamente ogni sangiovannese giochi all’anno la cifra monstre di 586 euro. Un incremento del 22 % rispetto al 2015.
Un dato allarmante, una vera e propria piaga sociale che affligge perlopiù soggetti psicologicamente deboli. A questi dati vanno aggiunti molti altri euro in più relativi alle somme giocate nei centri scommesse con le schedine relative al calcio e ad altri sport. Sono tantissimi i centri scommesse presenti nella nostra città, sempre pieni di gente e anche di ragazzini (che ricordiamo non dovrebbero giocare al di sotto dei 18 anni). Tutti attirati dalla vincita o dal guadagno facile. Un’illusione che porta molta gente a rovinarsi, gettando le famiglie nella disperazione più profonda.
In Italia nel 2016 gli italiani hanno speso al gioco 95 miliardi di euro, il 4,4% del Pil, poco meno di quanto spendono per mangiare, il triplo di quanto spendono per l’istruzione. Un dato che ha pochi eguali al mondo. E che rappresenta un fardello insopportabile, per un Paese in crisi.