“Un giorno mi piacerebbe tornare a San Giovanni”
Da oggi inauguriamo questa nuova rubrica dedicata ai tanti nostri compaesani emigrati in altre parti d’Italia o all’estero in cerca di fortuna o per motivi di lavoro. Ognuno con la sua storia da raccontare. Chiunque abbiamo voglia di raccontarci le proprie esperienze può scriverci via mail all’indirizzo redazione@sangiovannirotondonet.it.
Molti si saranno chiesti che fine abbia fatto Giovanni Viscio. Gli appassionati di calcio lo conoscono molto bene: Giovanni per anni è stato dirigente del Sant’Onofrio calcio. Balzò agli onori delle cronache locali per una squalifica (ancora oggi senza motivazioni reali) di ben 4 anni rimediata in una famigerata partita con l’Ordona, in un piovoso giorno dell’Epifania di cinque anni fa. Pochi mesi dopo emigrò per motivi lavorativi nella lontana Val d’Aosta dove oggi vive e lavora, tornando come fanno tutti durante il periodo estivo.
Sulle Alpi Giovanni ha avuto modo di continuare la sua esperienza nell’ambito calcistico. Grazie alla passione per questo sport in breve tempo è entrato a far parte dello staff dirigenziale del Charvensod, squadra militante nel locale campionato di Promozione. Dopo anni altalenanti la squadra lo scorso anno ha vinto il campionato di I categoria ed ha iniziato il cammino in Promozione proprio domenica scorsa, conquistando un prezioso punto sul campo dell’Ivrea. Partito come team manager Giovanni ha subito conquistato tutti sino a diventare direttore sportivo della società trovandosi ad avere la piena gestione della prima squadra a livello organizzativo. Un vero factotum come ai vecchi tempi del S.Onofrio.
Giovanni, quali sono le differenze più evidenti fra il calcio dilettantistico del nord e quello del mezzogiorno? Qui da noi c’è sempre stato, e vedo ancora che c’è, l’annosa questione delle strutture. In Val d’Aosta gli impianti vengono custoditi come gioielli. In pochi giorni abbiamo costruito il nostro nuovo campo in sintetico grazie anche alla burocrazia che non intralcia tutti gli iter. A San Giovanni sono certo che avremmo atteso tempi biblici. Il bello di fare calcio al nord è che non ti vai a scontrare continuamente contro le beghe della politica e i cavilli burocratici. Le amministrazioni fanno di tutto per agevolare le cose alle società. C’è una cultura dello sport totalmente diversa dalla nostra. Il calcio dilettantistico viene vissuto come un hobby sia da parte delle società che degli atleti. Lì non esistono gli stipendi che i giocatori prendono qui. Si fa calcio con budget ridottissimi al solo spirito di divertirsi. Al sud si da tutto per mero interesse economico. Insomma la differenza è abissale e il calcio è lo specchio anche della realtà sociale che divide il nord ed il sud. Certo anche il calcio in Valle d’Aosta ha i suoi lati negativi: basti pensare al pubblico non proprio appassionato. Manca il calore di tifosi: quando c’è una partita di cartello possiamo aspettarci, ben che vada, una cinquantina di persone allo stadio. Qui tutte le domeniche è una festa perché si vive per il calcio. Là si pensa a fare calcio.
Sono ormai cinque anni che vivi ad Aosta. Come ti trovi calato in questa realtà? Hai intenzione di tornare a casa prima o poi? Ho trovato subito un ambiente che mi ha permesso di integrarmi in pochissimo tempo. L’esperienza maturata qui mi è servita tanto: essendomi fatto le ossa a casa mia non ho trovato difficoltà, anche a ricoprire subito incarichi importanti. Tornare a casa è una speranza anche se lì mi trovo molto bene. Al momento non ci sono le condizioni per ritornare, ma non metto limiti alla provvidenza. Vedremo un giorno…
Cosa auguri al tuo Charvensod e ai vecchi amici del San Giovanni per l’inizio di questa stagione? Con lo Charvensod abbiamo allestito una bella squadra, con gente di categoria superiore che ci aiuterà nel raggiungimento della salvezza. Ma sono sicuro che ci toglieremo anche altre soddisfazioni una volta raggiunto il traguardo. Sono molto contento che le cose a San Giovanni stanno andando nel verso giusto: auguro alla squadra e ai tanti miei amici di disputare un campionato da protagonista. San Giovanni merita grandi palcoscenici. Inoltre vorrei salutare di cuore tutti i miei vecchi compagni di avventura del Sant’Onofrio. Per anni sono stati la mia seconda casa, auguro a tutti di disputare una grande stagione con i ragazzi della scuola calcio. Io continuerò a seguirvi dall’alto delle mie montagne.
In bocca al lupo, Giovanni!
alv