Sezioni chiuse, decisioni in salotto, ribaltoni decisi al bar: dove è finita la politica ?
È storia di questi giorni, o di questi ultimi anni, l’abdicazione della cultura parlamentare come principale luogo del potere legislativo democratico in favore di incontri più o meno segreti in salotti privati, ville o camerette, che partoriscono decreti, generano urgenza di accordi che infine producono le agognate riforme. Buone o pessime non importa. “Basta che si riforma!”. Da un governo ad un altro senza cambiare maggioranza, senza voto e mandato popolare. Dal decreto Imu a Bankitalia, dal Porcellum all’Italicum, dal porcello al porco travestito verrebbe da dire. E giù ancora con il decreto Italia, e quello del fare, del dire e non dire, dello sperare e del tirare a campare, e il parlamento ridotto a squallido notaio dei 60 giorni. E guai a protestare o rivendicarne il ruolo legislativo, non sia mai rischiare di pagare una rata Imu, anche a costo di donare aumenti di quote per miliardi di euro alle banche private senza fargliele pagare.
È constatazione di questi tempi il definitivo superamento dei luoghi della politica, del confronto e perché no dell’accordo trasversale come il Transatlantico (il corridoio della Camera dei Deputati), o gli uffici di commissione costituzionale, o come soprattutto le sezioni e i direttivi di partito a votazione assembleare, in favore del “ghe penz mi” del capo ad ogni costo, dell’uomo solo al comando. Tanto odiata sindrome da berlusconismo che pare aver trovato definitivamente domicilio biologico anche nel Partito Democratico, oltre che con mutuate e più o meno attenuate forme in altre esperienze come fu l’Italia dei Valori di Di Pietro, o la stessa Sel del Presidente Nichi Vendola.
La politica fuori dai suoi luoghi convenzionali, in alto come in basso. Il Parlamento come la sezione di partito del paesello che divenne Città (?). La formazione politica? Assente. I giovani come neonati da svezzare all’idea, all’arte della discussione del confronto e dello scambio di informazioni in partito, in sezione, per nutrirli di ossequioso ricatto, pragmatico accordo, giochini di comuni convenienze personali. In tutto questo, San Giovanni Rotondo è stata eccezionale avanguardia, instancabile battistrada, mirabile pioniera, meravigliosa anteprima.
C’era una volta la sezione del Pci, della Democrazia Cristiana. Angusti spazi e dignitosi domicili, affittati o addirittura comprati con i soldi, il lavoro i mutui e i sacrifici dei nostri nonni, in nome dell’idea democratica, partecipativa e di formazione del partito. Arene di discussioni, di aggregazione, programmazione politica, scambio di informazioni e aggiornamenti che scaturivano nelle idee e nelle azioni della politica cittadina. Autofinanziamento, impegno, lettura, discussione e scambio. A volte anche tra una partita a carte e l’altra. Un oleato meccanismo che determinava ricambi generazionali, formazione e preparazione per i giovani. E ancora, passionali confronti e scontri a muso duro che hanno portato a governi cittadini, capitomboli, azioni e reazioni. Un pentolone sempre in ebollizione in cui cucinare il confronto che magari non ha servito sempre il pranzo migliore, ma sempre meglio di questa insipida minestra.
Oggi cosa resta? La storica sezione del Pci, è chiusa da anni e ora affittata ad un circoletto (quelli della birra a carte). Quella della Democrazia Cristiana non esiste più. Qualcuno sa dove è la sezione cittadina di Forza Italia? Chi ha avvistato quella dei socialisti? Se volessi iscrivermi a Scelta Civica o qualsiasi altro partito come dovrei fare? Probabilmente a casa di qualcuno, o nello studio di tizio, o al tavolo del bar di turno.
Patti politici, ribaltoni, e fine legislature decretate davanti ad una pizza al ristorante, a un caffè in ufficio, al tavolo di un bar o durante riunioni fiume in una macchina parcheggiata sotto la pioggia. Pochi soliti attori, poche notizie, poche risposte, niente progetti, tanti personalismi che verrebbero forse sbugiardati in una sezione di una volta, si rianimano nutrendosi di trasversali silenzi. E i giovani politici in questa scarsezza di informazioni crescono a immagine e somiglianza dei più grandi. Non ci sono più bilanci di partito pubblicati in bacheca all’ingresso della sezione, tutto spazzato via da gestioni personali o famigliari degli stessi. La politica, quella che dovrebbe essere, anche un po’ utopisticamente, la sfera delle decisioni collettive per la collettività, è morta nei e con i suoi luoghi di partecipazione: i partiti. E nessuno sembra rendersene conto, o tutti fanno finta di niente. La partecipazione non esiste più. I personalismi dilagano, la programmazione latita. Le amministrazioni tirano a campare, le macchine elettorali trionfano. I giovani a casa, l’indignazione su una tastiera. Il Paese affonda, le feci galleggiano. Povera Italia… L’Italia che resiste !
Pio Matteo Augello
prc luigi pinto sgr
qui a san giovanni rotondo probabilmente siamo l’unico circolo esistente (abbiamo una nutrita sezione giovanile), con una vera sede completamente autofinanziata, oltre alla neonata realtà sperimentale del laboratorio politico-culturale del “Kollettivo Majakovskij”(che permette di fare politica anche senza la tessera di partito)…riunioni, discussioni, incontri ed aperture con altre realtà politiche e associative, attraverso letture e attività culturali e ricreative, inoltre siamo presenti con i volantinaggi ed il monitoraggio del territorio, producendo documenti e comunicazioni sui “tazebao” posti nel corso cittadino e su internet aggiornando (ed aggiornandoci) sulle tematiche locali, nazionali ed estere.. e non unicamente nel periodo delle elezioni quando molti si riscoprono interessati alla “cosa pubblica”!!
ci si lamenta tanto della casta, della classe dirigente….ma vi siete mai chiesti come funziona la politica? cosa facciamo per partecipare alla vita politica locale? quando andate a votare quali criteri seguite? vi sentite rappresentati? avete mai fatto attività politica? il partito che votate (se votate ancora) ha una sede cittadina? se ha una sede, vi dà la possibilità di partecipare alle discussioni alle consultazioni e vi permette di proporre delle attività che vi interessano? sono tante domande…ma necessitano di risposte!
prc luigi pinto sgr
MARIO TSE TUNG
Nel mio paesello è da 20 anni che esiste il Circolo Luigi Pinto sede del Partito Della Rifondazione Comunista(!)…”la Sezione” è un laboratorio politico dove sono attivamente presenti i Giovani Comunisti e ultimamente anche sede del Kollettivo Majakovskij…come vedi Pio la San Giovanni che resiste e che insiste c’è……non so se è stata una dimenticanza..ma per onor di cronaca e per rispetto di tutti i compagni, questo è quanto.
Mario Di Maggio