“Un’opera, che all’esordio sia già la più grande, è una collocazione di merito che precede ogni giudizio”
di Michele Totta
L’esordio dell’opera musicale Actor Dei, Attore di Dio, nel 5 maggio scorso, ha avuto un pubblico entusiasta. Il primo sipario nella città di San Giovanni Rotondo, è stato presentato come un evento culturale magnifico, per la conoscenza della figura di Padre Pio.
Lo spettacolo, riserva nei contenuti più d’una sorpresa.
Andiamo per ordine.
Actor Dei, opera musical, la più grande opera musicale su Padre Pio.
La Sound & Co. Entertainement e gli autori Attilio e Maria Grazia Fontana, Federico Capranica, Franco Ventura, Antonio Carluccio, Davide Dormino, Michela Andreozzi, ci consegnano nel titolo un coacervo linguistico italo-latino-inglese, nel proposito faustiano, spazio temporale, di toccare la platea la più vasta. Se traduco bene, Padre Pio recita alla corte del Signore dei popoli. Recita, che non sfiora, nell’esagerazione di un palcoscenico negatore d’intimità con lo spirito, l’investimento di Dio su quel sant’omo.
Godibilissima la scena di comparse affollata, musiche e fumogeni. La consolle, mente e macchina, muove ogni pedina, ogni lume, ogni sipario nel perfetto estro dell’elettronica.
Ma dove, i passaggi di un compito di mediazione, proposte al colloquio Dio-Uomo in un secolo XX razziale, bellicoso, genocida, negato a ogni fede religiosa? Il ministero, probo e succulento di frà Pio sacerdote avversato dagli intrighi? L’onestà francescana, nascosta nell’orazione fino alla morte? L’indomita febbre nei Santi, la Mistica, dov’è.
L’attenzione, pare ferma a una lettura minore del Frate, che sfugge alla statura vera, chimica, di compenetrazione e aderenza alla mente di Dio. Mai si percepisce, la sconvolgente marchiatura a corredimere del piagato pietrelcinese, talvolta recalcitrante, ma Mediatore. Che bello, Padre Pio mediatore di Dio, sensale, agente fra Lui e noi. Intuizione, che è varco all’approfondimento, non di finzione filmica o musicale, ma di significati pressanti.
Squassa l’ineludibile, la relazione con la Divinità Cristiana. Ci piace assai Padre Pio, anagirita (senza parcelle) dolcissimo e convincente.
C’è, una piena d’aneddotica. Senza allegorie e novità, che orientino al senso, alla comprensione, al non detto, di una rappresentazione. Quel senso, documentato e condiviso attraverso i Congressi Sulla Spiritualità e, massimamente, nelle arterie delle Epistole di San Pio. Figura oltre la cronaca diaria e notturna per le tessere di un disegno divino, che non si può tacere.
Opera musicale, Actor Dei, la più grande su Padre Pio.
Chi è attento al mondo del Padre, non ricorda in effetti molte opere in musica. Un’opera, che all’esordio sia già la più grande, è una collocazione di merito che precede ogni giudizio.
Esito di grandezza inimitabile.
Padre Pio, vero è, rimane il gigante separato, a una totale comprensione. Un lavoro arduo per gli studiosi e per chi ne voglia fare un soggetto nuovo e intrigante per musical e televisione. Molto è stato spiegato; molto rimane da acquisire. Oltre il clamore inesausto e la devozione vera che si ripete e rinnova, Egli merita ogni onore, anche musicale. Sissignori.
Egli rimane un monumento planetario, con le fattezze di uomo e la voce di Dio. Ha parlato nei silenzi, per farci vedere Dio.
Perciò un monumento è un monumento. Dopo tutto è il pensiero che conta. (Hemingway)
Michele Totta