“Il mio piccolo ricordo”
Ringrazio sia Gaetano che Costanzo, persone squisite e rispettabilissime, per le attente informazioni inerenti la struttura Agropolis, quando si raccontano i fatti lo si fa sempre a beneficio della platea e questo non può essere che un bene per chi ha fame di notizie proprio in funzione di una discussione che beneficia la democratica arma del contraddittorio.
Vorrei aggiungere una mia piccola nota inerente la questione Agropolis sicuramente di minore importanza secondo quanto detto e forse fuori tema, ma proprio per il principio che “a ciascuno il suo” tramando la mia piccola esperienza che dovrebbe farci riflettere su certe metodologie: ricordo bene quando, appena aperta la struttura, si ricercava personale con un curriculum da spedire con posta ordinaria ad una casella postale (sic) dove oltre ai requisiti si prevedeva un colloquio.
Ovviamente il tempo passò, la struttura divenne funzionante e funzionale ma il sottoscritto a quel colloquio non venne mai chiamato.
Quando chiesi lumi a qualche amministratore dell’epoca sul perchè non fu mai evasa la mia istanza mi dissero prontamente: “su mille domande mica potevamo aspettare a te per aprire la struttura?!” Ma certo che aveva ragione, non poteva essere altrimenti. Dovevo scegliere velocemente tra una ritirata in buon ordine ed uno sputo in pieno viso. Scelsi la ritirata non perché non ebbi coraggio ma perché avevo il sangue gelato. A mente fredda confermo di aver fatto la scelta giusta.
Ovviamente ricordo bene tutto anche chi mi diede questa risposta. La giornata della memoria è tutte le volte che ti viene in mente quando ti senti umiliato da certi sistemi. Ovvio che se dovesse un giorno capitare suo figlio a ruoli invertiti io non darei mai una risposta simile quantomeno per non denigrare la dignità della persona oltre che l’intelligenza.
Cosa voglio dire con questo? Che fino a quando il lavoro è un privilegio e non un diritto (sarò ripetitivo fino alla nausea) e le gestioni saranno fatte da simili personaggi possiamo aprire mille strutture al giorno, cambierà il beneficiario ovvero persona nota di figlio più noto, ma non cambierà il sistema. Questo è il mio ricordo dell’Agropolis. E questo dimostra che pur guardando nella stessa direzione ognuno guarda il mondo dalla propria angolazione.
Detto questo ritengo che il fallimento dell’Agropolis sia veramente un peccato sotto tutti i punti di vista sia per l’occupazione che per un servizio offerto da una struttura splendida.
Pertanto, mi auguro che nell’immediato si possa fare qualcosa per far rinascere tale struttura. Se cosi fosse sarò pronto ad inoltrare la mia domanda, se pur vecchia di 20 anni, alla casella postale di riferimento.
Ringrazio Gaetano e Costanzo per tutti i chiarimenti forniti alla città.
Gianni Impagliatelli