Lei, Direttore Scarale, che elementi ha per ritenere offensiva tale verità?
di Ciro Marino
Al Direttore de “Lo Sperone Nuovo”:
Ho apprezzato l’articolo “L’insolenza” pubblicato sull’ultimo numero de “Lo Sperone Nuovo”: chi insulta dovrebbe avere almeno il coraggio di dichiararsi.
Di seguito ho fermato la mia attenzione sull’articolo che mi coinvolge: "Una rievocazione inutile, anzi offensiva, alla verità storica".
L’articolista, Leandro Vincitorio, legittimamente, corregge in parte il ritratto del suo avo, Leandro Giuva, tracciato nel catalogo/libro che ha sussidiato la mia mostra sull’Eccidio del 14 Ottobre 1920.
Da un colloquio con Vincitorio ho poi appurato che il titolo, “contraddittorio” al testo da Lui scritto, è da attribuire unicamente al direttore del giornale: Giovanni Scarale. Penso, che il Direttore Scarale, forse ostacolato dalla fontana “ossario” o dalla mancanza dei lecci di Piazza dei Martiri, non abbia potuto recarsi a vedere la mostra, né abbia potuto constatarne l’incidenza.
La “rievocazione inutile” ha interessato molte scolaresche e molti sangiovannesi che non sapevano nulla delle nefandezze fasciste perpetrate contro il nostro Popolo.
La “verità storica”, invece, rimane tutta aperta: interpretando i pochi documenti disponibili, io ho detto la mia.
Lei, Direttore Scarale, che elementi ha per ritenere offensiva tale verità?
A conclusione mi viene in mente il detto “Parlare bene e razzolare male”: Lei, povero sansebastiano, lamenta le fenditure di insolenti freccette per poi “sparare” insolenze anche un po’ meschine.
P.S.Nel caso volesse pubblicare quanto suddetto mi permetta indicarne il titolo: L’insolenza.
Con anti-pathos, Ciro Marino