“La Politica oggi ha inevitabilmente bisogno ancora di uomini come lui”
“Il mio sangue ricadrà su di voi e sulla Democrazia Cristiana”. Sono parole che Aldo Moro scrisse, agli amici della Democrazia Cristiana, nel lontano 1978 durante la sua prigionia ad opera delle Brigate Rosse.
Semplice frase? Minacce contro qualcuno? Parole profetiche?
Non lo so. Del resto non è facile interpretare il pensiero di Aldo Moro in un momento drammatico della sua vita. Una cosa è certa: la morte dello statista democristiano, per mano delle Brigate Rosse, ha segnato, nella storia della Politica italiana, l’inizio della fine della Politica intesa come sevizio alla gente. Con la morte di Aldo Moro, come quella di altri leader politici, Enrico Berlinguer, Giorgio Almirante e Giuseppe Saragat, in Italia inizia gradualmente e costantemente il declino della Politica. Prima di tutto all’interno dei partiti, dove si registrano le prime grosse divisioni, che hanno dato vita alle cosiddette “correnti”, le quali nella Democrazia Cristiana appaiono molto più evidenti che in altri partiti. Per proseguire negli anni ’90 con “tangentopoli” che ha determinato una vera rivoluzione sociopolitica, ha tolto di scene molti politici ed ha portato alla scomparsa dei partiti storici come la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano e altri Partiti minori. In fine,nel nuovo millennio è nata la tanto auspicata seconda Repubblica che avrebbe dovuto sollevare le sorti politiche ed economiche dell’Italia, ma purtroppo ha fatto registrare una corruzione ed un mal costume senza precedenti.
Basta pensare a quello che sta succedendo nei nostri giorni: scandali frequenti, mal costume diffuso, appropriazione di denaro dei partiti da parte di alcuni politici, lauti privilegi a favore di Onorevoli e Consiglieri Regionali, etc… La Politica oggi non è più l’organizzazione della Comunità Cittadina. La Politica, ma soprattutto i Partiti, oggi hanno raggiunto un livello irreversibile di degrado. L’ultimo scandalo, in ordine cronologico, che è avvenuto nella Regione Lazio, non ha giustificazioni.
Ma perché siamo giunti a questo stato preoccupante? Perché la Politica è in crisi?
Sicuramente perché mancano punti di riferimento validi. Non abbiamo più testimoni autorevoli come Aldo Moro. La sua saggezza, il suo lucido pensiero, il suo senso acuto di democrazia, la sua profonda fede in Dio hanno garantito, per più di un ventennio, equilibrio e stabilità sia ai Governi Nazionali che alla Democrazia Cristiana. E’ tempo di ritornare in fretta a questi testimoni e di rinunciare decisamente alla Politica degli interessi personali e degli affari. A livello nazionale, regionale e locale tanti, purtroppo, confondono il bene pubblico con il bene personale.
Si sceglie di fare il politico o l’amministratore non per servire lo Stato o la Città, ma per servirsi delle Istituzioni. Si milita nella sfera politica, a tutti i livelli, senza un programma, senza prospettive per le Comunità, ma semplicemente, e succede sempre più spesso, per far star meglio la propria azienda, perché vada meglio la propria professione, per far crescere la propria impresa. Tutto questo provoca la rabbia degli onesti. Tutto questo chiede regole più certe e confini ben delineati. Aldo Moro ha saputo tenere distinto la sfera del pubblico dalla sfera del privato. Non le ha mai confuse.
Mentre Aldo Moro oggi inizia il suo cammino verso la Santità grazie alle sue virtù, molti altri politici stanno assaporando l’amarezza della polvere a causa delle loro scelte scellerate. La Politica oggi ha inevitabilmente bisogno ancora di uomini come lui.
Gaetano Cusenza