5 anni di ricerche, 5 anni di appelli, 5 anni di buio.
Ripercorriamo le tappe del caso Ciavarella.
Da quella mattina dell’11 gennaio 2009 di Alessandro Ciavarella, diciasettenne di Monte Sant’Angelo, si sono perse completamente le tracce.
A nulla sono serviti gli appelli di Mamma Rosa sui giornali e le tv locali e nazionali, i Carabinieri, dopo le indagini su due coetanei di Alessandro di Giugno 2009, non hanno più avuto elementi su cui indagare.
Il caso dunque è fermo, ma non ci si può rassegnare all’idea che dopo 5 anni non si sappia più niente di un ragazzino di 17 anni.
Nella speranza che non sia l’ennesimo appello destinato a cadere nel vuoto vi riproponiamo tutte le tappe del caso.
11 Gennaio 2009: è domenica mattina. Alessandro Ciavarrella, 17 anni, esce di casa per incontrare alcuni amici come era solito fare, ma non arriverà mai all’appuntamento. La famiglia ne denuncia la scomparsa e partono immediatamente le ricerche.
12 Gennaio 2009: gruppi di cittadini di Monte Sant’Angelo, guidati da alcune associazioni cittadine, si mobilitano assieme alle forze dell’ordine per cercare il ragazzo.
19 Gennaio2009: a circa una settimana dalla scomparsa, la trasmissione televisiva “Chi l’ha Visto”, in onda su Rai Tre, fa il primo appello affinché Alessandro torni a casa.
26 Gennaio 2009: tutto tace ancora. Lo staff di “Chi l’ha visto” arriva a Monte Sant’Angelo per fare un servizio video e descrivere meglio Alessandro e le circostanze della scomparsa.
9 Febbraio 2009: alle telecamere di “Chi l’ha visto” alcuni amici affermano che non c’era un preciso appuntamento per quella mattina. Inoltre alcuni testimoni hanno detto di aver visto Alessandro salire, quella mattina, su una Golf grigia.
13 Febbraio 2009: la popolazione, spesso definita omertosa dai giornalisti (e non solo), si mobilita in massa con una fiaccolata in onore di Alessandro finalizzata a chiedere la verità su quanto accaduto.
4 Aprile 2009: presso la sala conferenze del complesso “le Clarisse” di Monte Sant’Angelo si svolge un incontro pubblico tra l’associazione Penelope, che si occupa delle persone scomparse e delle loro famiglie, la famiglia Ciavarella, le istituzioni e la cittadinanza. Durante questo incontro le istituzioni e le associazioni, soprattutto quelle sportive, hanno espresso la massima solidarietà e disponibilità a partecipare a qualsiasi iniziativa potesse far tornare a casa Alessandro.
24 Giugno 2009: due ragazzi, coetanei di Alessandro, vengono iscritti nel registro degli indagati per omicidio e occultamento di cadavere in seguito al ritrovamento di tracce ematiche nel garage di uno dei due indagati con i quali Alessandro pare dovesse incontrarsi. I due hanno continuato a dire che il ragazzo non si è mai presentato all’appuntamento. I RIS prelevano un campione di saliva della madre di Alessandro, Rosa Guerra, per confrontare il DNA con quello trovato nel garage.
7 Dicembre 2009: vengono resi noti i risultati delle analisi del DNA: negativi. Non ci sono prove, dunque, che attestino che quel garage sia stato il luogo del crimine e che ci sia stato effettivamente un crimine.
Da quel dicembre 2009 non si sono più avute novità, in più occasioni è stato ricordato Alessandro ed è stato chiesto di far luce sulla vicenda con gruppi su facebook ed altri eventi, ma non c’è stata nessuna novità effettiva sulla vicenda.
11 Gennaio 2010: ad un anno dalla scomparsa di Alessandro viene organizzato un concerto nell’Auditorium delle Clarisse di Monte Sant’Angelo dall’Associazione Penelope con il patrocinio del Comune di Monte Sant’Angelo. L’aula è deserta.
5 Novembre 2010: la madre di Sara Scazzi fa un appello, attraverso le telecamere di “Quarto Grado”, trasmissione di Rete Quattro, affinché sia fatta luce sul caso Ciavarella. La settimana successiva la mamma di Alessandro, Rosa, viene ospitata a Quarto Grado e racconta che “l’immobilità delle indagini è dovuta al fatto che nessuno parla e dunque gli inquirenti non sanno dove cercare”; in un video la sorella di Alessandro, Annamaria, rivolge un ennesimo disperato appello “affinchè si sappia la verità e si abbia almeno un corpo su cui piangere il proprio fratello”.
19 Novembre 2010: “Quarto Grado” va in onda da in diretta da Monte Sant’Angelo radunando gran parte della cittadinanza accorsa a chiedere la verità assieme alla famiglia di Alessandro, ma a causa di scelte editoriali della trasmissione viene dato poco spazio alla vicenda di Ciavarella.
23 Novembre 2010: alla sede de “il diario Montanaro” giunge una lettera anonima, proveniente da Torino, poi pubblicata sul sito internet, in cui una veggente dice di riprendere le ricerche “in una zona boschiva, in un terreno pianeggiante ai piedi o comunque vicino a Monte Sant’Angelo. Sopra questa zona passano dei cavi elettrici. In prossimità passa una strada non molto grande asfaltata, mentre dall’altro lato della strada, oltre alcuni alberi, si snoda un muro bianco. Il muro è separato dagli alberi, da una recinzione metallica. Nel rado sottobosco vedo una zona con rami secchi a terra: la mia percezione si concentra in quel punto”.
11 Gennaio 2011: l’Associazione Penelope, la Consulta Provinciale degli Studenti di Foggia e il Comune di Monte Sant’Angelo, in occasione dei due anni dalla scomparsa, hanno organizzato un corteo e una conferenza stampa dal titolo: “Tutta la verità su Alessandro Ciavarrella”.
29 Gennaio 2012: la trasmissione “Fatti e Misfatti” va in onda con una puntata su Alessandro.
10 Gennaio 2013: Il Sindaco di Monte Sant’Angelo, Antonio di Iasio, ha incontrato la madre del ragazzo scomparso l’11 gennaio del 2009: “Come amministratori e come padri, sentiamo forte la responsabilità nei confronti dei nostri ragazzi”.
(fonte: ildiariomontanaro.it)