Un binomio che migliora l’inclusione e rafforza i principi della legalità
L’Aula Magna dell’Istituto “L. Di Maggio”, sabato 23 novembre, ha ospitato una nuova conferenza dedicata all’approfondimento dei temi della disabilità, del movimento fisico e dello sport.
Realtà decisive per favorire nei giovani la maturazione di processi d’integrazione, ma anche un’occasione per sondare il livello di sensibilità sociale della comunità locale.
Il parterre dei partecipanti ha offerto una prima risposta in tal senso, indicando quella disponibilità di base di tutti quei soggetti che, nella differenza di ruoli e funzioni, saranno chiamati a fare qualcosa di concreto. C’erano infatti autorità politiche, scolastiche e del mondo dello sport, e poi soprattutto gli atleti diversabili e le scolaresche delle classi seconde. A loro il prof. Giovanni Rubino, docente di scienze motorie della scuola, che ha moderato la Conferenza, ha detto, con autorevolezza e passione, insieme a quella forte carica testimoniale che solo chi vive il proprio lavoro come missione riesce ad esprimere, «siamo qui per lasciarvi qualcosa».
I lavori si sono aperti con il saluto del Dirigente Scolastico, il prof. Rocco D’Avolio che si è soffermato sul processo che simili percorsi virtuosi devono poter innescare: «Riflettere sul rapporto tra sport e disabilità significa crescere nella convinzione di dover andare sempre avanti. Chi vive una condizione di disabilità – ha detto – non dev’essere lasciato solo. È necessaria la collaborazione di tutti, e quindi anche quella tra scuola e contesto sociale». «Tuttavia – ha aggiunto – serve continuità, uno sguardo a lungo termine che trasformi la sensibilità e l’attenzione che tutti sperimentiamo oggi in uno stile continuo e perseverante».
Il Sindaco Michele Crisetti nel suo intervento ha segnalato tre “azioni” con le quali l’amministrazione locale ha sposato l’impegno concreto a favore dell’integrazione, nel segno di una città fruibile: «Abbiamo provveduto al rinnovamento dell’appalto per i parcheggi per le persone disabili, e disposto che qualora non ci siano parcheggi disponibili essi possano attingere gratuitamente a quelli contrassegnati con le strisce blu», poi ha confermato la presenza di un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche e infine ha assicurato che i futuri progetti d’imprese lavoreranno per mettere in condizione le carrozzelle di raggiungere dalle strade le rampe ad esse dedicate.
Anche padre Franco Moscone, impegnato per il Convegno regionale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio della Campania a Pompei, ha fatto pervenire un suo breve messaggio: «Ritengo che lo sport, ma soprattutto le Associazioni che lo rendono fruibile alle giovani generazioni, sia uno strumento di crescita del bene comune e della legalità, di cui il nostro territorio garganico ha estremo bisogno». Lettura realistica, non astratta, che riconosce il ruolo di mediazione delle associazioni sportive e il contributo dello sport per diffondere una cultura della legalità.
Anche il professore Mimmo Di Molfetta, coordinatore Ufficio V MIUR di Foggia, ha evidenziato il riflesso positivo che ciò avrebbe nell’educazione alla legalità soffermandosi sul senso della disabilità e sul coinvolgimento dei giovani nei percorsi di solidarietà e d’integrazione dei loro coetanei in situazione di disabilità. Ha poi ricordato un incontro sulla disabilità svolto proprio nell’Istituto Tecnico nel 2015, che aveva suscitato grande interesse fra i giovani. In quel periodo si era anche avanzata l’ipotesi della creazione a San Giovanni Rotondo di una cittadella paraolimpica, con un progetto presentato dall’amministrazione dell’epoca. Idea rilanciata anche dall’atleta sangiovannese Nunziapia Scaramuzzi, che ha praticato le discipline del nuoto, della scherma e dell’handbike: «Qui a San Giovanni Rotondo abbiamo un polo ospedaliero d’eccellenza, un polo spirituale legato al Santuario, manca un polo sportivo». A questo proposito il DS D’Avolio le ha assicurato la disponibilità per l’utilizzo delle strutture sportive scolastiche.
D’integrazione e di educazione a comprendere il senso della diversità aveva parlato in precedenza anche l’avvocato Francesca Rondinone, vicepresidente del CONI Puglia, motivando i giovani a crescere nella consapevolezza di dover essere il futuro non solo dello sport e ma anche della cittadinanza attiva. Passaggi che presuppongono un itinerario di formazione che non può prescindere dall’apporto culturale. In questa luce la preziosa relazione del prof. Nicola Mancini e l’intervento e di Giuseppe Pinto, presidente CIP Puglia, che ha spiegato il ruolo del CIP e ha parlato dell’obiettivo di azzerare la distinzione tra atleti dotati e normodotati.
Una riflessione a parte merita la testimonianza offerta dai diversi atleti paralimpici che sono intervenuti in conferenza. L’atleta pugliese Piero Rosario Suma ha raccontato il suo passaggio dalla disciplina del lancio del disco, peso e giavellotto al badminton, sport di cui attualmente è il primo in classifica nazionale. Un percorso che ha comportato grandi sacrifici fisici e ha richiesto tanta forza di volontà. Suma ha testimoniato ai nostri giovani l’importanza di mettersi in gioco, la capacità di educarsi alla disciplina del proprio corpo e crescere e maturare sempre nell’autostima malgrado le difficoltà.
Nunziapia Scaramuzzi lo ha fatto con le parole di una canzone: «Ci vuole forza e coraggio per andare avanti e superare gli ostacoli della vita»; il campione di nuoto Daniele Zichella, accompagnato dal tecnico FIN Antonio Cetta, lasciando emergere il suo vivere la disciplina sportiva come una possibilità per “spingersi oltre” e “continuare ad andare avanti”.