INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO FEDERICO FIORENTINO
Federico Fiorentino, una vita nella pubblica amministrazione da tecnico, cosa l’ha portata a scendere in campo in prima linea in questa competizione?
Hai ragione, ma più che da tecnico sai che il segretario generale di un comune è un po’ quello che registra le situazioni nei municipi e molte volte è tenuto a mettere i sindaci, anche quelli non all’altezza del proprio ruolo, in condizioni di poter operare. Molte volte deve operare in maniera che chi viene prescelto dal popolo indossi la fascia tricolore con decoro e dignità. Un segretario deve indicare strade e percorsi anche in assenza di idee e progettualità. Siamo garanti del buon andamento della pubblica amministrazione. All’inizio né mi era stato chiesto di fare il candidato né mi era stato proposto. Non c’era nemmeno la volontà. Dopo alcuni mesi si sono fatte pressanti le richieste anche del mondo della politica e della cultura che non si riconosceva nei partiti tradizionali. Sono saltate tutte le regole. Non ho mai fatto politica e non appartengo a nessun organismo politico.
E’ la prima volta del M5S alle elezioni comunali nella nostra città? Quali sensazioni e quali reazioni ha avuto dalla gente?
Sono costernato nel registrare tanta attenzione nei confronti della mia persona, che non credevo di poter riscuotere. Mi ha impressionato comunque la ben attrezzata macchina del fango. E’ un qualcosa di devastante soprattutto per questa cultura di tramandare soprattutto ai giovani questo modo di fare: calunnie, diffamazioni, un atteggiamento incivile. Bisogna andare a fondo alle questioni, non dare credito alle voci e alle dicerie. Oggi tocca a uno, domani all’altro. Ognuno riversa le proprie frustrazioni personali sugli altri, su chi da fastidio alla loro vita insignificante. La vita diventa ‘significante’ quando uno mette l’impegno in quello che fa, e l’impegno costa sacrifici non c’è nulla da fare.
Vi proponete come il nuovo, non vi mette in difficoltà il fatto che nelle vostre liste ci sia gente con un passato politico in diversi schieramenti?
Questo non è un problema che possa riguardarci. Chi sta con noi in passato ha fatto politica marginale, non stanno lì da trent’anni. E’ gente che non è incardinata nei partiti e che ha anche tentato il cambiamento attraverso liste civiche. Non sono persone che ogni volta, da decenni, si riciclano politicamente pur di gestire il potere. La nostra lista è fatta da gente per bene e rispettabile, e poi la certificazione che abbiamo passa al setaccio tutto.
Il Movimento anche a livello nazionale sta vivendo alcune fibrillazioni. Non ritenete che una volta saliti a Palazzo le difficoltà della burocrazia comunale e della gestione amministrativa possano impedirvi di realizzare la vostra idea di città?
Dopo venticinque anni che si vota con una legge per l’elezione diretta del sindaco, c’è ancora qualcuno che non è convinto del proprio ruolo. Un sindaco deve sapere cosa è un sindaco, è il dominus assoluto. Non è ammissibile ciò che ha detto Pompilio che lui si sente un estraneo, che non è mai stato accettato. E’ inaudito, è un oltraggio alla dignità di una città. Al sottoscritto nessuno verrà a dire le cose, nessuno, checché ne dica qualcuno. Una persona ha violato le regole d’ingaggio? Le violeremo pure noi e diremo le cose cosi come sono.
Come volete attuare il concetto di partecipazione?
Attraverso tutti i mezzi possibili e immaginabili. Le buste delle gare d’appalto verranno aperte in pubblico nel chiostro comunale con i cittadini e con la presenza delle telecamere. Non ci saranno più affidamenti sotto soglia. Le responsabilità per i disastri economici devono essere accertate e non dovranno ricadere sulla cittadinanza. La gente deve sapere tutto, il municipio deve essere una casa di vetro, trasparente. Sul sito web del comune di Manfredonia c’è tutto, anche quando il sindaco starnutisce.
Quali sono stati gli errori della classe politica cittadina degli ultimi 10/15 anni e quali sono le urgenze da risolvere nel primo anno di governo?
Il grave problema di questa tua domanda è un’altra domanda: da dove cominciare? Sono talmente tante le cose gestite in maniera assurda e incredibile che è questo il vero problema. La questione immondizia è l’emergenza assoluta, la sicurezza, la viabilità i parcheggi. Non si può più pensare di poter vivere in un paese invivibile.
Perché il 5 giugno i sangiovannesi dovrebbero scegliere Fiorentino?
Questa è una domanda da rivolgere ai cittadini. Io faccio un appello, alla Verdone: lo facessero in maniera strana, votassero in maniera strana. E per dirla come Jannacci “per vedere di nascosto l’effetto che fa”. E quando chiederanno “vengo anch’io?”, nessuno potrà dire “No tu no!”. Apriremo le porte. Io mi vergogno anche a chiedere il voto alla gente perché ho rispetto del’intelligenza altrui. La gente ha un proprio cervello, ha già maturato l’idea di cosa fare. Quelli che non l’hanno maturata e che votano secondo le promesse, secondo i bisogni non li convincerai mai perché sono portati ad un’altra logica, che è quella che ci distrugge e che non ci fa fare sistema. La logica che non ci porta ad avere un consigliere regionale, un parlamentare. Non siamo capofila di nulla.