Sulla questione interviene anche Legambiente
Alcuni giorni fa è cominciato il lavoro di potatura sugli alberi che costeggiano le principali strade di San Giovanni Rotondo.
Con nostro grande stupore però siamo qui a tornare su un argomento ampliamente esaminato alcuni anni fa: la capitozzatura, che causa il deperimento della pianta, non riduce il pericolo di caduta e sfigura gli alberi.
Era il 2017 quando un giovane laureato in Scienze Agrarie scriveva alla nostra Redazione avanzando una serie di perplessità sul metodo di potatura utilizzato, perplessità puntualmente confermate – in un commento all’articolo – dal più esperto giudizio tecnico dell’agronomo Michele Fiorentino, che così ci scriveva:
Interessati all’argomento, nei giorni immediatamente successivi, pubblicammo un approfondimento sulla pratica della capitozzatura con schede e rimandi ad esperti del settore.
Ora, a meno che in questi 4 anni la Scienza Agraria non sia regredita, dovrebbero valere gli stessi principi esposti nel 2017.
E invece… a distanza di anni siamo nuovamente di fronte allo stesso brutto scenario: quella che doveva essere una normale potatura, semplicemente per alleggerire l’albero da parti invecchiate o malate oppure una modesta sfoltitura per asportare rami troppo vicini a balconi e finestre, si è rivelata essere la discutibile e dannosa pratica che consiste nel ridurre gli alberi a dei monconi.
Tutti gli alberi della città, inoltre, senza tener conto delle esigenze diverse che ciascuna specie arborea può avere, hanno subito il medesimo intervento: la completa asportazione della chioma.
Quindi, a quanto pare, l’attenzione al verde pubblico lascia a desiderare a prescindere dal colore politico dell’Amministrazione in carica e, cosa ben più grave, non si fa tesoro degli sbagli passati per approcciarsi con maggiori e migliori competenze nel mettere in atto servizi che hanno una cadenza programmata.
Sugli alberi “tagliati a zero” interviene anche il locale circolo di Legambiente, sollecitato dalle numerose segnalazioni di cittadini colpiti dai risultati e perplessi di fonte a questa visione.
«Le questioni ambientali di una città, compreso la cura e la gestione del verde pubblico, – si legge nella breve nota inviata da Antonio Tortorelli, presidente del Circolo “Lo Sperone” – riguardano molto da vicino gli interessi e l’attenzione dei cittadini. Al nostro circolo, in questi giorni, sono giunte numerose lamentele e segnalazioni riguardo i lavori di potatura in corso, da molti considerate estreme, eccessive, inadeguate. Per l’ennesima volta si verifica, sulla gestione dei “servizi ambientali”, una scarsa e chiara comunicazione preventiva di ciò che si intende fare. Risulta che questi lavori dovevano essere supportati da una relazione tecnica di un esperto, a quanto si sa ciò non è stato, anche in considerazione di varie esigenze di dover sistemare le alberature presenti lungo i nostri viali (disturbo alle facciate, restrizioni dei marciapiedi, sollevamento del manto stradale etc.). Tutti aspetti che andrebbero preventivamente discussi e condivisi».
Netta, dunque, la posizione di Legambiente che chiede di essere coinvolta nelle scelte degli amministratori nella gestione del verde pubblico, mettendo in atto un confronto partecipato per evitare il perpetrarsi di altre potature drastiche e inutili.
«La nostra proposta, sempre la stessa sulle questioni ambientali, è di ascolto preventivo, contrariamente, siamo sempre chiamati ad intervenire a cose fatte. E sulla gestione dei servizi ambientali, nonché della cura del verde pubblico, di parchi e giardini, anche alla luce dei prossimi programmi di riforestazione urbana, crediamo, a maggior ragione, sia necessario questo confronto per suggerire e fornire l’amministrazione pubblica di adeguate competenze e supporto, necessarie per garantire l’interesse comune per il decoro urbano, la cura del patrimonio pubblico, della qualità ambientale e della vita nella nostra città».