Il 6 gennaio festeggerà i 25 anni del suo ministero episcopale
Anche quest’anno ero pronto ad inviare un SMS di auguri a sua Ecc.za Mons. Domenico D’Ambrosio, ma poi mi sono chiesto: ma il 6 gennaio 2015 non ricorrono forse i venticinque anni dalla sua Ordinazione Episcopale?
Ebbene sì, allora preferisco fargli un augurio pubblico.
E’ così che la mia mente torna indietro di molti anni e si ferma al lontano dicembre del 1989, quando una mattina ricevetti una telefonata: “… domani 14 dicembre alle ore 11,00, sua Ecc.za mons. Vailati, in Chiesa Madre, farà un annuncio: devi venire!”.
Il giorno dopo puntualmente, l’allora nostro amato Arcivescovo diede l’annuncio: “Sua Santità Giovanni Paolo II ha nominato Domenico D’Ambrosio Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino. La Consacrazione Episcopale avverrà, per mani dello stesso Santo Padre, il 6 gennaio 1990”.
Allora si levò un applauso forte e pieno di gioia. Ma dopo un po’, guardandomi intorno, ho notato che molta gente piangeva, sicuramente per la gioia ma anche per il dispiacere di non rivedere più il nostro Parroco. Si, perché non è stato solo un Parroco, ma anche padre premuroso.
Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania di Nostro Signore, di buon mattino, eravamo già nella Basilica di San Pietro in Roma. Molti pullman furono organizzati dalla nostra Diocesi. Eravamo tantissimi. Ci portavamo dentro un entusiasmo alle stelle e continuavamo a ringraziare il Signore per questo dono meraviglioso.
Da lì a pochi giorni, il novello Vescovo fece l’ingresso a San Giovanni Rotondo.
Fu un’apoteosi. Tutta la Città si riversò per strada. Lo accogliemmo in via Foggia (nei pressi dell’Agip), da cui partì un corteo che terminò in piazza Padre Pio, dove ci furono i saluti delle Autorità. L’accoglienza terminò con la Santa Messa. Percorrendo il tragitto, un giornalista di una TV privata gli chiese:
“Eccellenza durante il suo ministero farà politica?”
Rispose: “Se politica è stare al fianco di chi ha bisogno e parlare al posto di chi non ha voce, allora si, farò politica”.
Registrai e conservai gelosamente quel meraviglioso messaggio.
Arrivò così il 15 febbraio 1990, giorno del suo ingresso a Termoli. Anche in questa circostanza organizzammo una decina di pullman. Centinaia di sangiovannesi ci trasferirono a Termoli. Ricordo al termine della celebrazione eucaristica, Mons. D’Ambrosio accompagnato dai suoi “nuovi” amici entrò nella Cattedrale e quando il portone si chiuse davanti a noi, ci sembrava come se non lo avremmo mai più rivisto.
Nella Diocesi di Termoli-Larino Mons. D’Ambrosio si è fatto amare immediatamente. Il suo carattere docile e nello stesso tempo deciso, la sua cultura e la sua profonda formazione, ma soprattutto la sua fede in Dio hanno fatto sì che venisse accolto amorosamente. Le sue celebrazioni, i suoi incontri e le sue conferenze erano affollatissime.
Il 27 maggio 1999 il Santo Padre lo nomina Arcivescovo della Diocesi di Foggia-Bovino. Fu una notizia che ci colse tutti di sorpresa. Anche a Foggia, dove restò per quattro anni, D’Ambrosio fu molto amato. Molti sono gli avvenimenti importanti che lo videro impegnato. Su tutti va ricordato il tragico crollo di viale Giotto.
Ancora più inaspettatamente il 24 agosto 2002 venne nominato, prima Amministratore Apostolico della nostra Diocesi, Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e poi l’8 marzo 2003 venne nominato Arcivescovo. Contestualmente, Giovanni Paolo II, lo nominò anche Presidente della Casa Sollievo della Sofferenza e delegato per il Santuario e le Opere di San Pio da Pietrelcina.
In questo nuovo e delicato incarico D’Ambrosio si impegnò con la sua solita passione e con il suo solito temperamento. Era felicissimo di essere il “Vescovo di Padre Pio”, con il quale ha un rapporto bellissimo e particolarissimo. Ha trascorso con noi ben 7 anni. Non sono stati anni facili. L’ho visto gioire, ma anche soffrire. Si, perché Mons. D’Ambrosio di fronte ai problemi non ha mai indietreggiato. Li affronta, si confronta, ci soffre, ma non si tira indietro.
Ricordo l’incendio di Peschici, la sua città natale, nell’estate del 2007. Pianse di fronte a quella incredibile e immane tragedia.
Dal 16 aprile 2009 fu stato nominato, da Benedetto XVI, Arcivescovo di Lecce, dove ancora oggi sta vivendo un periodo fecondo e ricco di innovazioni. La notizia di questo ulteriore trasferimento non gli fece molto piacere, ma accettò con l’obbedienza e la carità di un degno successore degli Apostoli.
Sono numerosi i moniti che Mons. D’Ambrosio sta rivolgendo ai leccesi, ed in particolare alla classe politica locale: quello avvenuto durante l’omelia della festa dei santi patroni, nell’agosto 2010, è stato emblematico.
A Lecce sta vivendo un periodo meraviglioso. Continua instancabilmente il suo ministero Pastorale a favore della gente salentina.
Di tanto in tanto torna nella sua amata terra garganica, dove ha tanti amici e tanti incancellabili ricordi, ma soprattutto torna da Padre Pio, che resta la sua illuminante guida.
Auguri Eccellenza, perché Lei possa continuare, ancora a lungo, il Suo ministero Episcopale.
Auguri perché, come diceva il Suo confratello don Tonino Bello, Ella possa essere sempre più
“contempla-attivo”.
Auguri perché il 2015 possa essere per Lei un Anno speciale, all’insegna della speranza.
Gaetano Cusenza