"Drive"
Recensione di Carmela Fabbricatore
C’è molta eleganza nel primo film
hollywoodiano di Nicolas W. Refn. Con il suo Drive, il regista danese ci regala
una piccola delizia per gli occhi, marcata da una ricercatezza stilistica molto
accurata, che non viene abbandonata al caso nemmeno per un secondo. Meccanico
di giorno, bandito di notte con un debole per la donna della porta accanto.
Questo
è in sintesi il profilo del protagonista, interpretato da Ryan Gosling, un
cavaliere notturno senza identità, senza passato e dal futuro incerto. Lui è un
driver, colui che guida, che riesce a rimanere composto e freddo anche quando
il tachimetro supera di gran lunga le velocità consentite.
Solo l’amore riesce
a scalfire la sua gelida personalità: ma l’affetto per la donna desiderata lo
porterà a cacciarsi in terribili guai, quelli per cui vale il brutale paradigma
uccidi per primo o sei morto. A ben vedere, la trama sa un po’ di canovaccio
trito e ritrito, marcato da evidenti momenti di banalità a cui si sarebbe
potuto porre rimedio grazie ad un interpretazione piena e vigorosa da parte di
Gosling.
L’ex ragazzino del Mickey Mouse Club non riesce a reggere la scena e,
in più di un punto, si perde in una vuota inespressività che molto toglie alla
buona riuscita finale del film. Fortunatamente ci pensa la comprimaria Carey
Mulligan a bilanciare. Raffinata, pura e soffice nel suo ruolo di madre e
moglie, in totale conflitto interiore per il fatto di amare un uomo che non è
suo marito.
Refn riesce a farsi perdonare questi
piccoli peccati di superficialità grazie ad un sapiente lavoro di regia. Le
fluide riprese della Los Angeles notturna fanno emergere tutto il fascino di un
ambiente metropolitano che all’occasione sa essere ostile e brutale. Il
crescendo adrenalinico delle scene d’azione riesce ad alimentare la suspense e
tutto il sangue presente conferisce una patina pulp che non sfocia mai nello
splatter di serie b, nonostante ci fosse il serio rischio che ciò accadesse.
E
quando persino una scena di un brutale omicidio appare stilisticamente di
classe ci si rammarica davvero. Perché Drive poteva essere molto di più di un
film d’azione ben confezionato. Ma non importa, nessuna lacuna potrà
interferire con il fatto che stiamo già parlando di un cult.