di Gianfranco Pazienza
Da diciassette a vent’anni, questa era l’età (fonte CGIL di Brescia) delle ragazze e dei ragazzi che dal 1943 al 25 Aprile 1945, da sud a nord, “ribelli della montagna” hanno combattuto contro l’esercito fascista e l’esercito nazista occupante. Vista la giovane età di molti, secondo questa inchiesta, erano giovani non proprio politicizzati. E i partiti antifascisti di allora: comunisti, socialisti, popolari, repubblicani, liberali, si impegnarono a riscrivere regole di convivenza e di diritto che garantissero tutti, in Parlamento anche ai post fascisti.
Un solo ideale accomunava i Partigiani: difendere e liberare la loro Patria, ridonare a tutti la libertà di parola e liberare la vita degli italiani, oppressi dal ventennio fascista e dalla guerra. Neppure le leggi razziali, le fucilazioni di massa e le deportazioni nei campi di sterminio, hanno fermato la generosità di quei giovani combattenti; grazie a quel sacrificio di persone e vite, speriamo non più necessarie, l’Italia ha una moderna Carta Costituzionale.
Questo strumento si rivela oggi prezioso per tutelare i principi di libertà e i diritti (e doveri) di tutti. Le minacce alla convivenza democratica, come ci avverte il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, vengono ora dall’ubriacatura dei nostri attuali politici per la governabilità a tutti i costi. Dico quello che in molti pensano, questi politici sono oramai battitori liberi senza nessun legame ne con il popolo sovrano, detentore del vero potere come cita la Costituzione, nè con le forme organizzate di partecipazione alla vita del Paese, e svolgono il loro mandato (di casta) semplicemente ossessionati dal dover conservare il loro posto in Parlamento.
Riflettano i sostenitori (a destra e a sinistra) del bipartitismo o del bipolarismo. La stabilità dei governi è data dalla serietà delle persone che li compongono, dalla qualità dei programmi, non dalle tentazioni monopoliste e autoritarie. L’altra minaccia è la paura, la fobia del diverso, dello straniero (migrante), e da destra viene la proposta delle ronde per una giustizia fai da te. Cosi le notizie sulla sicurezza nelle città e nelle periferie, oltre di donne stuprate e di pedofili, ci raccontano di bande di ragazzi che si accoltellano, di bande con le teste rasate e l’armamentario di catene e spranghe di ferro, del bullismo nelle scuole a danno dei più deboli e degli svantaggiati. Ma anche di adulti che si ammazzano per un parcheggio sotto casa o per una precedenza mancata.
Ecco, mi auguro che la festa del 25 aprile possa diventare anche la festa della Liberazione dalla paura.
Buon 25 Aprile a tutti con un ricordo per quei giovani animati da un sentimento di libertà:
"sentimmo l’ardor per la grande riscossa sentimmo l’amor per la Patria nostra…siamo i ribelli della montagna, viviam di stenti e di patimenti, ma questa fede che ci accompagna, sarà la fede dell’avvvenir" … (canto partigiano).