“I Democratici di Sinistra per fare chiarezza”
Il comunicato della Direzione Politica dei DS
Dopo i fatti accaduti durante l’ultimo Consiglio Comunale è doveroso da parte dei Democratici di Sinistra sottoporre all’opinione pubblica la esatta cronologia degli accadimenti e le proprie valutazioni politiche sulla ricaduta degli stessi sull’azione amministrativa.
La crisi amministrativa ha avuto origine dalla richiesta del gruppo consiliare dello SDI di rimozione del proprio rappresentante nella Giunta Esecutiva.
Su questa vicenda, già particolare dal punto di vista politico, si apriva una più vasta discussione da cui emergevano problemi di relazione fra gruppi consiliari e organo esecutivo e una richiesta di maggiore partecipazione di tutti alla determinazione delle scelte politiche dell’amministrazione.
Il persistere delle difficoltà inducevano, dopo che una seduta del Consiglio Comunale era andata deserta per mancanza del numero legale, tutti i consiglieri comunali di maggioranza, occasionalmente riunitosi nella sala consiliare del Comune, a richiedere al Sindaco di azzerare
Presupposto di tale proposta era quello di ridisegnare una giunta esecutiva, nuove regole e nuovi metodi per l’azione amministrativa, una precisazione ed una puntualizzazione delle priorità programmatiche. Fermo restando i risultati positivi già raggiunti: appalto del nuovo depuratore, messa in sicurezza degli istituti scolastici, pregevole piano annuale delle opere pubbliche con importanti opere programmate (fra cui la messa in sicurezza del territorio – progetto PAI), piano del traffico di prossima presentazione della prima bozza, piano dei servizi e PUG ormai in fase di completa elaborazione nella proposta da sottoporre alle forze politiche, sociali ed economiche del paese, eccc…).
Il Sindaco procedeva alla rimozione dei componenti
Il partito della Margherita che pure aveva concordato sull’azzeramento, dopo qualche giorno, comunicava al Sindaco ed agli altri partiti della maggioranza la riconferma in toto della propria delegazione in giunta. Il consenso manifestato sull’azzeramento voleva solo favorire la ricerca di una positiva soluzione, ma non significava affatto cambiamento della propria delegazione.
A questo punto, tenuta a parte la particolarissima situazione interna allo SDI che comunque vedeva i consiglieri comunali auto sospesosi dal partito insistere per la nomina di un componente in giunta di propria diretta espressione, rimaneva da definire la posizione politica dei Democratici di Sinistra.
Il gruppo consiliare dei D.S., anche al fine di favorire la ricostituzione dell’alleanza politica originaria, previa insistenza sulla necessità di rivedere metodi e regole e priorità programmatiche, decideva di proporre al Sindaco il ricambio della delegazione in giunta dei D.S.
La segreteria politica dei DS, all’unanimità di tutte le componenti, si dichiarava d’accordo su tutti i punti proposti dal gruppo consiliare, mentre per quanto riguarda la delegazione in giunta, dopo il diniego della Margherita, proponeva al Sindaco di non cambiare la delegazione in giunta.
Ambedue i documenti, comunque, si rimettevano alle finali decisioni del Sindaco che avrebbe potuto scegliere l’una o l’altra proposta, dando per scontato che l’una o l’altra scelta sarebbe stata accettata senza grandi problemi.
Naturalmente il gruppo consiliare insisteva sulla propria posizione e riusciva ad ottenere dal Sindaco l’accoglimento della propria proposta. Si indicavano anche due nuovi compagni da impegnare nella giunta esecutiva per conto dei D.S.. Il partito, sia pure non condividendo il metodo, sostanzialmente prendeva atto della situazione.
L’unanimità del gruppo consiliare si rompeva sulla designazione delle deleghe.
La proposta del gruppo consiliare, di conseguenza, perdeva di consistenza politica ed il Sindaco ritornava sui suoi passi e comunicava al partito ed al gruppo consiliare che riconfermava la vecchia delegazione.
Nel frattempo Rifondazione Comunista ritirava la propria proposta già avanzata e si dichiarava indisponibile a qualsiasi accordo.
Durante l’ultimo Consiglio Comunale, mentre un consigliere dei D.S. confermava la propria adesione alla Sinistra Democratica (fatto non nuovo), inaspettatamente altri due consiglieri comunali manifestavano la propria insoddisfazione per la soluzione della crisi ed annunciavano la propria fuori uscita dal gruppo e dal partito.
Comunicavano, altresì, che avrebbero criticamente sostenuto la maggioranza e si iscrivevano al partito democratico.
Questi i fatti incontrovertibili che sono stati analizzati dalla direzione del nostro partito nella riunione del 22 giugno u.s.
Il gruppo dirigente, all’unanimità, ha espresso le seguenti valutazioni che si ritiene opportuno rendere di pubblico dominio.
Innanzi tutto un insegnamento.
Questo è il risultato di una azione intrapresa dal gruppo consiliare senza alcuna copertura politica da parte del proprio partito di riferimento. Se fosse approdata ad un risultato positivo avrebbe costretto questo gruppo dirigente a ridiscutere serenamente e con pacatezza dell’impostazione politica e culturale sottostante e comunque avremmo operato per una positiva mediazione. Stante il risultato prodotto non si può che esprimere un giudizio fortemente negativo su una concezione che vede il prevalere dell’azione individuale fino al limite del ricatto politico. Tale concezione è lontana dal nostro partito e lontanissima dal partito nuovo che stiamo costruendo.
Noi pensiamo che debbano essere favoriti i momenti di discussione collegiale e di partecipazione alla vita politica. Una volta eletti i consiglieri comunali, come pure altri soggetti istituzionali democraticamente scelti, non possono pensare di utilizzare le cariche solo ed esclusivamente per affermare i propri interessi e le proprie ambizioni personali troppo spesso smisurate.
L’azzardo aveva evidentemente sin dall’origine degli scopi nascosti. Altrimenti, se così non fosse, sia pure con il mal di pancia, si sarebbe preso atto della decisione del Sindaco come ci si era impegnati con il documento elaborato, ovvero si sarebbe manifestato il proprio dissenso al momento della comunicazione del Sindaco.
Tra l’altro, i due consiglieri comunali fuori usciti detenevano importanti cariche politiche ed istituzionali. Una era addirittura il capo gruppo, cioè deteneva una carica che se ben utilizzata colloca chi la esercita, in termini di potere, molto vicino al Sindaco. L’altro è anche presidente di una delle più importanti commissioni consiliari.
Altro insegnamento. Non basta avere cariche, bisogna sapere cosa farne e bisogna dedicarci del tempo ed un po’ di passione.
Conclusioni politiche.
La maggioranza che sorregge il Sindaco Mangiacotti è formata dai gruppi consiliari ed è fondata sulla potestà politica della coalizione. Attualmente la composizione della Giunta Esecutiva non è ulteriormente contrattabile.
La esistenza o meno di tale maggioranza politica sarà verificata nei prossimi giorni e nei prossimi consigli comunali.
I consiglieri comunali fuori usciti possono liberamente votare a favore di tutti gli argomenti proposti, anzi ciò è auspicabile. Naturalmente tale evenienza non ha niente a che vedere con la maggioranza di coalizione.
Se si esce dalla porta non si può pretendere di rientrare dalla finestra.
Sul partito democratico.
Non sarà un circo Barnum, né un’assemblea di condominio, né un comitato elettorale.
E’ auspicabile che sarà un partito composto da tanti uomini e donne impegnati nell’affermazione dei principi innovativi della politica contenuti già nel documento fondativo del partito nuovo e rappresentati plasticamente nella candidatura a segretario del sindaco di Roma Walter Veltroni.
Con i metodi messi in atto dai consiglieri fuori usciti non si costruisce alcun partito nuovo.
Forse sarebbe opportuno leggersi i documenti nazionali per rendersi conto che non vi è spazio nel partito nuovo per metodi che rappresentano la negazione della politica vecchi quanto Matusalemme.
Il gruppo unico del partito nuovo si farà perché questi sono gli obblighi ed i tempi dettati dai nostri organismi nazionali.
Ne discuteremo con gli amici della Margherita.
Comunque il gruppo consiliare unitario non potrà che vedere insieme i consiglieri comunali aderenti ai due partiti di riferimento.
Quando si avvierà il processo di costruzione del partito nuovo con la elezione dell’assemblea costituente ogni cittadino ed ogni consigliere comunale misurerà, se intende farlo, il suo livello di rappresentanza, secondo il meccanismo di una testa un voto.
Ci scusiamo con i concittadini, con i compagni e con gli elettori per lo spettacolo non proprio edificante offerto. Tenteremo di operare per il meglio, non dimenticando che la nostra funzione, come quella degli eletti, è solo di delega e di rappresentanza.
Ed é, per fortuna, a tempo.
Democratici di Sinistra, Unità di Base – S. Giov. Rot.
La Direzione Politica