di Berto Dragano
Giorni fa la nostra città è caduta in un atmosfera che ricordava i vecchi documentari dell’istituto luce: una voce ricordava che da gennaio iniziava la raccolta dell’organico nel centro storico, ma soprattutto suonava come un allarme alla questione rifiuti.
Un allarme emergenza rifiuti che da diverso tempo viene rincorso dagli amministratori che si sono succeduti, senza ottenere grossi risultati.
Entro il 2013 dobbiamo raggiungere la meta del 65%, altrimenti rischiamo pesanti sanzioni.
Mentre inermi aspettiamo tale scadenza, i cittadini rimangono la parte lesa: gli amministratori della cosa pubblica saranno costretti ad aumentare la tassa sui rifiuti, se non raggiungeremo risultati soddisfacenti.
Esiste un problema rifiuti anche nella nostra città, anche se ignorato dal solito sistema politico d’improvvisazione e dall’abitudine ad assecondare il cattivo servizio della società di gestione rifiuti, che non è riuscita a implementare seriamente un sistema di raccolta rifiuti in tutta la città.
Per rendersi conto che la questione rifiuti non interessa ai cittadini (non vengono motivati) e agli amministratori (non riescono ad intraprendere una seria decisione) è sufficiente farsi un giro per la città il martedì e il mercoledì mattina per accorgersi che i sacchetti davanti ai secchioni o portoni condominiali sono pochi rispetto alle famiglie che ci abitano. Ridurre la produzione dei rifiuti è la prima cosa da fare, sia a livello personale che politico.
Per risolvere il problema basterebbe applicare la legge quadro sui rifiuti. Esso indica infatti che il problema dei rifiuti solidi deve essere affrontato con i seguenti principali interventi: Riduzione della produzione, Riuso, Riciclaggio.
Non si può risolvere il problema rifiuti senza fare una raccolta differenziata seria, applicando usi, sistemi che presentano il vantaggio di consentire il pagamento della “tassa dei rifiuti” in proporzione al quantitativo di rifiuto indifferenziato consegnato e in maniera inversamente proporzionale al quantitativo di monomateriale raccolto.
Regioni del Nord e centro Italia si stanno incamminando su questa strada: in Veneto, per esempio, la raccolta differenziata è intorno al 50% e solo l’8% dei rifiuti è incenerito.
E’ necessario però che amministratori e cittadini si impegnino entrambi per raggiungere obiettivi rilevanti, debellando l’alibi che “Al Sud i cittadini non hanno senso civico” e la convinzione “Che senso ha fare la raccolta differenziata in una situazione allo sfascio come la nostra?”.
La responsabilità della raccolta dei rifiuti non è solo dei cittadini, ma anche di chi amministra, che deve diffondere informazione e formazione, sostenere associazioni ambientaliste, fare applicare una seria raccolta differenziata domiciliatizzata, porta a porta in tutta la città.
In effetti una colpa noi cittadini ce l’abbiamo: non ribellarci e chiedere ragione del denaro pubblico.