di Alessandro Rendina
Il giorno dopo aver organizzato un incontro con il Presidente della propria regione, dove si è parlato di difese idrogeologiche, piano urbanistico generale, clientelismo e speculazione edilizia, un momento di riflessione è d’obbligo.
Erano assenti eccellenti: l’ufficio di Piano di San Giovanni Rotondo, gli ingegneri del Politecnico di Milano. La loro assenza ci lascia perplessi, come possono scrivere un piano urbanistico generale se non seguono le assemblee pubbliche dove i sangiovannesi affrontano questi argomenti? Chi gli racconterà la nostra opinione se non li vediamo nelle assemblee pubbliche?
Ma torniamo a noi:
Abbiamo visto la relazione di Lombardi (sindaco di San Marco in Lamis) che sostanzialmente è un caso di successo. San Marco è partita da una situazione drammatica: l’alluvione dell’82, ormai impressa nella memoria cittadina. San Marco ha organizzato, gestito e manutenuto correttamente i canali e oggi il Sindaco può giustamente vantarsi di aver fatto risparmiare parecchio denaro e tanta paura ai suoi concittadini.
A San Giovanni Rotondo la risposta amministrativa di fronte all’emergenza è stata pronta. Esiste sicuramente un problema con la protezione civile e andrebbero organizzati corsi per migliorare il nostro rendimento di fronte all’emergenza. Perché, ci si deve rendere conto che non basta la buona volontà. Di fronte a queste calamità è necessario essere professionali. In ogni caso l’Amministrazione Comunale non si è adagiata sugli allori e può dire di aver reagito. La regione Puglia è stata altrettanto pronta, in pochissimi giorni ha messo a disposizione il denaro promesso, chi dorme sugli allori è il governo nazionale che non ha ancora riconosciuto lo stato di calamità. Prendiamo atto che San Giovanni Rotondo e la Puglia sono colpevoli di essere governate dal centro-sinistra allo stesso modo di come un clandestino è colpevole di essersi salvato la vita scappando da una zona di guerra e perciò non merita aiuto. Hanno fatto bene il presidente Vendola, il sindaco Giuliani e l’assessore Cusenza a farlo notare.
Purtroppo questa è l’unica azione messa in moto dai nostri amministratori. Rimborsiamo tutti e mettiamoci una pietra sopra! Un cerotto sul passato per pagare il silenzio sull’incertezza del futuro.
Il problema è che la pioggia del 12 settembre ha mandato in frantumi oltre ai sogni di nostri concittadini anche il delicato equilibrio di ipocrisie, bugie e incertezze nei quali abbiamo vissuto gli ultimi trent’anni. Perché il nodo da sciogliere oggi, non é più amministrativo, è politico. Quello che è successo lo sappiamo tutti ed è di una semplicità imbarazzante!
Ci sono politici che hanno bisogno di consenso, ditte che hanno bisogno di lavorare e proprietari che hanno bisogno di costruire. Tutti quanti possono avere un vantaggio oggettivo se si muovono in modi che, anche se non illegali sono moralmente discutibili. Infatti con il clientelismo (parlo di quello legale) si supera con facilità qualunque rivale commerciale o politico, l’utilizzatore finale avrà un vantaggio elevato al metro cubo visto che si viaggia sul filo della legalità. Il risultato, la vera vittoria dell’amministrazione Giuliani sono circa 600 condoni edilizi, in un territorio che ha dimostrato di avere un ecosistema delicato che va difeso.
E’ democrazia? Io credo di no. La democrazia segue l’idea che cento occhi siano meglio di due, dovrebbe perseguire il vantaggio della comunità non di singoli, associati in lobby. E allora credo che Barbano (segretario RC) faccia bene a dichiarare dal microfono che esiste un partito del mattone e che ci sono persone in Amministrazione che fanno parte di società legate ai consorzi 167.
Ma il problema non ha a che vedere con le leggi, ha a che vedere con l’etica e la morale, in una parola: il nodo è politico. Il clientelismo indossa i partiti come un guanto, e quando questi, sono ormai consunti e improponibili li abbandona per ricominciare con un altro. Il clientelismo cerca accordi e convergenze su basi economiche sotterranee mascherate da scelte politiche, si fa beffe dei regolamenti e sfrutta il territorio fino a renderlo inservibile.
D’ora in poi, quando, i cittadini sangiovannesi saranno chiamati a votare io mi auguro che si chiedano se la persona che stanno votando è moralmente integra, perché da questo dipende il futuro nostro e dei nostri figli. La superficialità con la quale i nostri politici hanno amministrato la cosa pubblica è la causa dei danni che la nostra cittadina ha ricevuto. Grazie alle colate di cemento versate per il benessere di pochi, oggi consegniamo alle giovani generazioni un futuro di frane e smottamenti.
Ma cosa succede adesso? Come dicevo l’Amministrazione Comunale ha attivato le procedure di rimborso. In pratica stiamo chiedendo a noi e ai concittadini pugliesi di rimborsare la nostra stupidità e cattiva amministrazione con le nostre tasse. E tutto questo non ha ancora a che vedere con il futuro. Perché ogni volta che comincia a piovere il rischio idrogeologico è ancora tutto lì. Buonsenso vorrebbe che gli amministratori affrontassero il problema in modo serio. Ma… se non l’hanno fatto negli ultimi trent’anni cosa vi fa pensare che lo faranno adesso? Che non s’infilerà dalla finestra l’ennesimo percorso lobbistico teso a rovinare qualunque buon progetto?
Per questo motivo durante l’incontro/dibattito Sinistra e Libertà e Rifondazione Comunista hanno comunicato al Sindaco che chiederanno l’istituzione di assemblee partecipative, in modo che questi temi possano essere discussi in pubblico e approvati dalla popolazione. Il Sindaco nel suo discorso finale ha comunicato che vuole che la sua amministrazione prenda sul serio questo argomento e che sicuramente verranno organizzate assemblee pubbliche. Speriamo che questo sia un segnale di apertura e che non si trasformi in una ennesima delusione.
Alessandro Rendina