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Silvestro batte forte le dita sul tamburello, tipico strumento musicale del sud Italia, tiene il ritmo insieme ai suoi amici che suonano la fisarmonica, le chitarre e le nacchere, e ride, ride tantissimo. Ha compiuto da qualche mese 18 anni e combatte così l’autismo, patologia con cui convive da sei anni: con la musica folk. Come lui, tanti altri ragazzi dagli 11 ai 13 anni, con disagi familiari particolarmente gravi o con problemi di disabilità fisica e psichica hanno trovato un aiuto concreto in un progetto della scuola media “A. De Bonis” di San Giovanni Rotondo, riconosciuto in tutta Italia come raro esempio di folk-terapia. Esattamente diciotto anni fa infatti nasceva presso l’istituto il gruppo folcloristico per ragazzi “I Castellani” grazie alla volontà di alcuni professori, genitori ed esperti di musiche, canti e danze delle antiche tradizioni del paese. E’ questa una delle 1000 storie raccolte da “Scommessa Italia”, progetto delle Acli che mira a raccontare il Paese attraverso i volti, le vicende e le esperienze di lavoro e di solidarietà della gente.
E’ iniziata in sordina la folk-terapia a San Giovanni Rotondo, con lo scopo di “educare” i giovani alle tradizioni, di diffonderne la conoscenza attraverso rappresentazioni in tutta la penisola, fornendo un’alternativa di svago contro i pericoli della società moderna. Ma il successo non ha tardato ad arrivare e attualmente risulta uno dei più longevi e rari esempi (se ne stimano non più di trenta in Italia secondo la Federazione italiana tradizioni popolari) di gruppi folk che lavorano nelle scuole medie. Negli anni il gruppo è riuscito a coinvolgere 380 ragazzi, per cinque volte si è imposto in gare nazionali in prima posizione, sia per le coreografie, sia per i lavori di recupero con tutti i ragazzi della scuola che per l’organizzazione intera.
Ha portato avanti gemellaggi con oltre 400 scuole italiane, legate alle manifestazioni di “Arte per la Pace”, “Ragazzi in Gamba”, “Musicainsieme”, “Festa Internazionale della Scuola” e 30 straniere provenienti soprattutto dall’Est europeo. “Il nostro progetto – spiega il professor Mario Ritrovato, tra i promotori sin dalla nascita del gruppo – è riuscito in questi anni ad affascinare e avvicinare i ragazzi alla storia dei loro nonni, a non far perdere le leggende, i personaggi tipici della fantasia popolare, i balli e i canti. E poi ha avuto questo duplice ruolo anche con i ragazzi disagiati che hanno recuperato in socializzazione, comunicazione verbale, capacità di coordinamento fisico. Silvestro è la nostra punta di diamante, da quando è arrivato non ci ha più lasciati. Aspetta le prove del lunedì e del venerdì con ansia per vedere i suoi amici e ‘attaccarsi’ al suo mitico tamburello. E come lui tanti ragazzi con altre difficoltà come Francesco, Nunzia, Filomena, Matteo. Insomma il nostro gruppo riesce a coordinare cultura, recupero delle tradizioni offrendo un’alternativa alla strada e ai soliti svaghi dei ragazzi”.
Il team de “I Castellani” è variegato e si compone di due insegnanti ed educatori, due istruttori di musica tra i maggiori esperti di musica popolare del Gargano, tre coreografi, e tanti genitori volontari che cuciono gli abiti e aiutano nelle trasferte collaborando attivamente per il raggiungimento degli obiettivi previsti dagli educatori. Al progetto si è legato nel tempo anche lo studio da parte delle classi del dialetto con la pubblicazione di un libro con interviste ai nonni sugli indovinelli antichi. O i lavori di ricerca nelle campagne sulla cultura vinicola nel Gargano e il recupero dei “mugnali”, i mignani, le antiche costruzioni del centro storico del paese. Nell’ambito locale il gruppo si esibisce spesso nel reparto di pediatria oncologica della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, nella casa di cura “P. Pio”, presso la casa di riposo per anziani, nella sede dei ragazzi diversamente abili, nelle varie edizioni del carnevale sangiovannese e al Festival Internazionale del Folclore che si tiene d’estate.
da: affaritaliani.it