LibriAmo a cura di Renata Grifa
Con mia sorella ho spartito un’eredità di parole non dette, gesti omessi, cure negate. E rare, improvvise attenzioni.
Siamo state figlie di nessuna madre.
Siamo ancora, come sempre, due scappate di casa.
Donatella di Pietrantonio
Non ce lo aspettavamo che l’Arminuta diventasse grande. A distanza di tre anni era una storia che tutti noi credevamo conclusa.
Questo secondo capitolo è stato improvviso.
Succede sempre così quando si annuncia un sequel, lo si aspetta con ansia, con trepidazione, con l’attesa del confronto, il confronto con una storia che ha scosso i cuori di molti lettori, una storia amara, feroce, difficile.
Non riprende da dove eravamo rimasti… ma circa dieci anni dopo, l’Arminuta (anche questa volta non sapremo il suo nome) sembra avercela fatta divisa tra un lavoro che ama, una casa e Adriana, quella sorella minore unica fonte di affetto nella sua infanzia tormentata.
L’Arminuta sembra aver messo una pietra sopra, e anche tanti kilometri, a quel passato lontano anni luce, ma si sa che se rifiutiamo di affrontarlo prima o poi quel passato presenterà il conto, ed è un conto salato quello che le viene comunicato attraverso una telefonata nel cuore della notte.
Adriana la richiama a sè, Adriana la sorella pazza, scapestrata e inconcludente. Sembra lei in questo secondo capitolo la ragazza che viene dal nulla, la ragazza che non ha patria, la ragazza di Borgo Sud.
Mi trovavo non così lontano da casa mia, eppure era tutto diverso, un mondo a parte. Di là avevo lasciato un piccolo libro aperto sulle poesie che amavo, un seminario da preparare, un ordine stabilito; qui, dove Adriana mi aveva portato, la vita sembrava più vera, scandalosa e pulsante. Ne ero attratta e spaventata allo stesso tempo.
Pagine che sono un continuo contrasto tra la vita che si prova ad abbandonare e quella che si cerca di costruire. Borgo Sud è una continua tensione di sentimenti contrastanti, di conti con un passato sospeso dal quale però non si può scappare.
Il tema dell’abbandono è sempre presente, ma questa volta in modo diverso, in modo capovolto. E protagoniste sono sempre le donne, sorelle, madri, figlie come avvolte da una maledizione.
Certezze che sembravano intoccabili vengono scardinate, ne resterà forse solo una, quell’amore mancato e ritrovato che può andare avanti nonostante tutto. Nonostante l’immenso dolore.
Donatella di Pietrantonio ancora una volta si conferma scrittrice di grande spessore. La sua penna sensibile diventa quasi una lama affilata che capace di suscitare emozioni differenti e autentiche.
Chi ha amato L’Arminuta non può lasciare quella storia a metà, non può far a meno di constatare che per quanto lontano si vada, spesso, sono le persone che amiamo la nostra unica e vera casa.