Il secondo lavoro musicale del pianista sangiovannese Christian Grifa riceve l’apprezzamento del compositore sangiovannese Nicola Cisternino
Lo scorso 26 dicembre presso l’auditorium Maria Pyle nella Chiesa di San Pio è stato presentato il lavoro musicale “Caino e Abele: Danze di Guerra” per Pianoforte Preparato di Christian Grifa.
L’appuntamento di musica sperimentale contemporanea, organizzato dall’associazione culturale Provo.Cult in collaborazione con il Comune di San Giovanni Rotondo, ha riscosso l’interesse del pubblico e catturato l’attenzione di un altro sangiovannese: il compositore Nicola Cisternino.
Il docente di Arti e Musiche Contemporanee presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia ha scritto una recensione profonda ed articolata dedicata alla seconda composizione del pianista Christian Grifa, ispirata al più classico degli episodi biblici: la morte e l’uccisione di Abele per mano di suo fratello Caino dopo la creazione dell’Uomo.
Caino e Abele Danze di Guerra per Pianoforte Preparato di Christian Grifa
a cura di Nicola Cisternino
Sono i Venti di guerra che agitano il mainstreem quotidiano del nostro tempo ad aver ispirato al pianista Christian Grifa la sua nuova ‘epopea’ pianistica che affonda le radici nell’archetipo costituzionale del genere umano, ovvero il conflitto fratricida che gli antichi testi narrano, da quelli arcaici indovedici fino alla Bibbia, ovvero Caino e Abele. Una mappa degli istinti che le teogonie ancestrali e le antropologie odierne leggono nei testi sacri delle varie dottrine mistiche e religiose per interpretare e inquadrare in una cornice ‘spiegabile’ con il logos degli esseri umani quella pulsione ‘istintuale’ e selvaggia da cui la specie umana cerca di emanciparsi con lo Spirito tra continue cadute e ricadute ma alla quale soccombe quando dalle faglie profonde della storia riemerge l’Urlo universale che chiede sangue, quello del fratello. Una sorta di pulsione ancestrale che nasce in crescendo dal fondo dell’inconscio inascoltato nei suoi sommovimenti tellurici incessanti, segnali e richiami vocazionali negati e resi muti, tacitati, tra finzione e interdizione, nell’attesa sospesa che annuncia la sua esplosione, il tempo in cui Marte veste la sua armatura e il conflitto si muta in Guerra. La Danza come arte suprema che nel Corpo contiene tutte le altre Muse, nel mutare sembianze diviene richiamo arcaico a farsi corpo unico per aumentare la sua forza, incitamento al passo marciato, al ritmo della pressione sanguigna che sale fino ad annullare l’individuo del Corpo sociale, nella massa, facendone un Corpo-massa unico, pronto allo scontro. I Greci, riprendendo gli insegnamenti del raga nella musica indiana, nella loro teoria dell’Ethos facevano derivare le scale musicali di carattere modale da caratterizzazioni emozionali, dal modo dorico (oggi scala di Re) di carattere positivo e contemplativo a quello frigio (oggi scala di Mi), di carattere passionale e istintivo, piegando ed esaltando all’occorrenza le opportune funzioni della musica alle varie pratiche sociali, dalla festa alle pratiche sportive sotto il segno di Agon, fino allo scontro e alla guerra. La costruzione temporale di questo processo ritmico di accentuazione e rafforzamento dell’energia sonora è l’intera tramatura dell’opera del pianista Christian Grifa caratterizzata da un’originale e sapiente adozione della tecnica del piano preparato, a cui Grifa si dedica con ammirevole dedizione e originali esiti artistici nella sua storia pianista e compositiva. Un’emancipazione dello ‘strumento’ principe visto dalla tradizione classica come solo ‘strumento da tasto’ espanso all’intero organismo sonoro della cordiera e della cassa armonica per farne una imponente macchina pianistico-percussivo di generazione sonora ispirata già nel tardo ottocento al Gamelan balinese che ispirò l’intera rivoluzione della musica moderna con l’emancipazione cromatico impressionista di Claude Debussy. Una lunga e straordinaria storia quella del ‘preparated piano’ che ha caratterizzato nuovi orizzonti sonori nell’avanguardia musicale del ‘900 che dagli americani Henry Cowell al più noto John Cage a Lou Harrison approdarono in Europa attraverso numerosi altri compositori a cominciare da Sylvano Bussotti, principio e ideologia sonora che si è gradualmente ampliato anche ad altri strumenti ‘preparati’ con l’innesto di materie ‘spurie’ nella cordiera organicamente funzionali alla trasmutazione timbrica del suono, a cui tutta la musica genericamente elettronica degli ultimi decenni deve gran parte delle sue ‘invenzioni’ timbriche ricordandoci che è l’universo sonoro acustico a generare la sua espansione nel suono elettrico ed elettronico. La tramatura ritmica, vera struttura ossea dell’organismo sonoro in una metafora leonardesca, permette a Grifa pianista-scalpellino di incidere e cesellare un corpus sonoro scultoreo e pietrificato, a tratti michelangiolesco, in cui la lateralità conflittuale della mano sinistra domina il passo sulla sezione grave della tastiera ‘preparata’ con innesti metallici (l’Urlo cainico) mentre lontano, trattenuto e interrotto, nella sua gutturalità, la mano destra richiama, ricordandolo, il gemito-Canto di Abele, con una cordiera preparata con pelli ‘risonanti’. La narrazione a quadri, ispirata da passi biblici e danteschi intreccia per circa quaranta minuti una trama sottile, vischiosa e plumbea che tutto ingoia, in una tensione sonora avvolgente e crescente, a fior di pelle, nella cruda cronaca di guerra che ci avvolge.