LibriAmo a cura di Renata Grifa
Ho due guardaroba, uno lo chiamo “inverno” e l’altro “estate”, ma non c’entrano le stagioni, c’entrano le circostanze. L’armadio inverno contiene solo vestiti classici e scuri destinati agli altri, l’armadio estate solo vestiti chiari e colorati destinati a me stessa. Indosso l’estate sotto l’inverno, e quando sono sola mi tolgo l’inverno e viene fuori la luce.
Valérie Perrin
Un libro che non volevo leggere, un libro che quando troppe persone ne parlano di solito si risolve sempre in un nulla di fatto.
Eppure questo libro spuntava dappertutto, dalle pagine instagram, agli scaffali delle librerie a quel giudizio che era sempre cinque stelle su cinque.
Cosa c’era di così interessante nel libro di una scrittrice francese, addirittura vincitore nel 2018 del Prix Maison de la Presse, che racconta la storia di una guardiana di un cimitero?
Ebbene sì, qualcosa c’era.
C’era l’incantevole e delicatissima storia di Violette Toussaint (nome ironico per una guardiana di cimitero), di sua figlia Lèonine, del suo marito-non marito e di tutto ciò che ad un certo punto ti bussa alla porta e ti sconvolge la vita.
Violette ha un passato complicato, orfana, nata da madre ignota, passa l’infanzia da una casa famiglia ad un’altra, fino a quando non incontrerà nel bello e dannato Philippe quella che le sembrerà una parvenza di famiglia mancata, insieme al marito si occuperà di far alzare e abbassare la sbarra del passaggio a livello di una stazione ferroviaria nel cuore della Francia, quando il progresso le ruba il mestiere decide di diventare guardiana del piccolo cimitero di Brancion-en-Chalon dove pulisce lapidi, innaffia piante, coltiva il suo orto e trascrive tutti i discorsi tenuti durante i riti funebri.
Poi ha tirato fuori i registri delle sepolture, e in quel momento ho capito che era una persona singolare, che esistono donne che non somigliano a nessun’altra. Lei era qualcuno, non la copia di qualcuno…
Nonostante il suo sia un lavoro un po’ fuori dall’ordinario Violette è felice della sua vita, di quel che fa e di come lo fa, nonostante non ami la solitudine non è mai sola, la sua casa è un continuo rifugio per quanti hanno bisogno di una parola di conforto o semplicemente di una tazza di tè, o di chi, come il poliziotto Julien, si presenta alla sua porta con un’urna funeraria e una richiesta neanche troppo strana.
Richiesta che stravolge il presente di Violette e ci catapulta in un continuo passaggio tra la vita attuale e un passato mai affrontato veramente, tra storie che si intrecciano e che viaggiano quasi di pari passo con quelle dei protagonisti.
Scopriremo che la felicità di Violette nasconde la fragilità di un fiore delicato, che ha passato i peggiori degli inverni, e se è vero che ogni mazzo di fiore ha bisogno di acqua nuova per ritrovare nuova vita lo stesso non sembra valere per la nostra protagonista.
Forse con il tempo strappando quell’edera che soffoca tutto Violette riuscirà ad essere non solo la perfetta guardiana per le vite altrui ma anche della propria.