Numerosi i casi segnalati
Le cronache nazionali di queste settimane stanno focalizzando l’attenzione su un tema quanto mai scottante, quello dell’occupazione abusiva di case ed appartamenti da parte di soggetti e famiglie indigenti.
I casi più eclatanti sono quelli di Milano con l’occupazione degli alloggi popolari Aler e del Veneto con numerose case occupate da immigrati e senza tetto.
Un problema che negli ultimi tempi sta assumendo proporzioni preoccupanti anche a San Giovanni Rotondo. In questo caso però non si tratta però di occupazione di alloggi popolari, bensì di case private.
Ci sono giunte segnalazioni da parte di cittadini e proprietari di immobili di alcune case occupate abusivamente da intere famiglie che a causa della crisi non riescono a pagare gli affitti e pur di non restare ‘sotto i ponti’ occupa forzatamente case non affittate oppure dismesse dai legittimi padroni. In moti casi gli abusivi puntano ad ‘entrare’ nelle abitazioni di cittadini residenti all’estero che hanno la casa in paese come appoggio per i periodi di vacanza.
Una curiosa segnalazione ci è arrivata da una fonte certa, che però ha chiesto di mantenere per ovvie ragioni l’anonimato. Il soggetto ha acquistato una casa in una zona residenziale della città e, una volta effettuate tutte le operazioni di compravendita dell’immobile, si è recato presso l’abitazione dove ha trovato la sgradita sorpresa: quella che doveva essere la sua nuova casa era occupata abusivamente da una famiglia. Il nuovo proprietario ha ovviamente sporto denuncia alle autorità competenti ma come spesso avviene in questi casi bisogna aspettare un lungo iter burocratico per ‘cacciare’ via gli abusivi. Cornuto e mazziato insomma.
Rivolgiamo un accorato appello ai tanti cittadini proprietari di immobili di tenere alta la guardia per non lasciare che il fenomeno assuma dimensioni ancora più vaste sul nostro territorio. Inoltre lanciamo un altrettanto accorato appello alle autorità comunali affinché cerchino di porre in essere delle serie misure a favore delle fasce più deboli della nostra comunità per evitare il diffondersi di questo triste fenomeno.