Aspettando Gabry Ponte
Gabry Ponte, il noto DJ, sarà a San Giovanni Rotondo Domenica 25 Giugno in occasione della festa patronale di San Giovanni Battista.
Ma non voglio parlarvi di Gabry Ponte, di Rovazzi e della musica dance. Non voglio parlarvi dei monumenti abbandonati, non curati, violentati e poi traslocati.
Non voglio parlarvi delle feste patronali dei paesi del Sud dove mediamente vengono spesi almeno cento mila euro all’anno. Non voglio parlarvi delle critiche e dei malumori che ogni anno fanno da cornice alle feste del Santo, che dovrebbero essere un inno alla gioia.
La verità è che non si festeggia un Santo, si festeggia la cultura televisiva, la modernità incivile. La piazza del paese si riempie, ma riempiendosi si svuota.
Si festeggia il conformismo, il fare quello che si è sempre fatto anche quando è evidente che non piace a nessuno.
Mentre aspettiamo che Gabry Ponte ci ricordi gli anni passati, mi preme condividere con voi le emozioni e gli stati d’animo ante anni 2000.
Il futuro era positivo, non si sentiva mai nominare la parola crisi. Alla domanda cosa farai da grande nessuno rispondeva “non so”, tutti avevano un sogno ambizioso, e nulla, ma proprio nulla, sembrava potesse ostacolarlo.
Erano gli anni 90. Il popolo rock stava vivendo la rivoluzione del grunge dei Nirvana, sul piccolo schermo spopolavano i protagonisti della serie Beverly Hills e il mondo del cinema veniva travolto dall’uragano pulp di Quentin Tarantino.
Oltre alle chitarre del rock alternativo e agli irresistibili ritornelli Britpop di gruppi come Blur e Oasis, gli anni 90 sono stati un periodo d’oro per la musica da ballare.
Prima degli anni 2000 si viveva quasi esclusivamente in funzione del weekend, momento della settimana per poter incontrare i propri amici.
Oggi i ragazzini preferiscono lo smartphone allo scooter. Per noi lo scooter, il motorino era libertà, perché le vie della città, il mare, le montagne ci piaceva viverli con i nostri occhi, non su instagram.
Le ricerche si svolgevano sulle enciclopedie, poco immediate ma dal fascino inarrivabile. Era l’occasione giusta per studiare insieme gli amici, dal momento che in pochi la possedevano.
I nati nel 2000 vivono in un mondo ultratecnologico, immediato, dove chiunque può avere accesso a qualunque cosa e si ha la sensazione di non essere mai soli.
Che ne sanno i 2000 di quando ti svegliavi ed il primo pensiero era preparare il caffè, di quando il mondo era senza smartphone, senza facebook, senza whatsapp e senza aggiornamenti e ciò nonostante si sognava ad occhi aperti e si viveva affamati, folli, desiderosi di conoscere e, soprattutto, felici.
Che ne sanno i 2000, dello scultore Pericle Fazzini, del maestro Antonio Di Tommaso e della fontana “Luce divina”.
Berto Dragano