La pandemia blocca le celebrazioni liturgiche in presenza
Dopo la chiusura, nelle scorse settimane, della Chiesa di San Pio e della Cripta del Santuario di S.Maria delle Grazie, a seguito del diffondersi del virus tra i frati della comunità cappuccina di San Giovanni Rotondo, Padre Franco Moscone ha annunciato lo stop ad ogni forma di celebrazione liturgica alla presenza dei fedeli.
Le messe della settimana quindi saranno celebrate senza il popolo, ad eccezione delle sole celebrazioni domenicali. Le motivazioni le ha spiegate durante una diretta su Padre Pio Tv proprio il nostro Arcivescovo.
“Mi rendo conto che mi è toccato compiere un’azione storica, ossia la chiusura del santuario e degli ambienti, dei luoghi del nostro fondatore. La situazione attuale è tale che obbliga a prendere delle decisioni pesanti e apparentemente contrarie alla prassi religiosa comune. Il Papa, guida importantissima in questo periodo di pandemia, ha sottolineato un principio fondamentale, che la realtà è superiore all’idea e che dobbiamo essere fedeli e responsabili alla realtà. Dobbiamo rispettare la realtà perché Dio è nella realtà. Non ci tocca salvare il credo mai credenti, non la pratica ma i praticanti. La chiusura, atto apparentemente duro, è uno strumento di salvaguardia e rispetto della realtà. I gruppi di preghiera in questo momento siano cenacoli di fede e di carità. Purtroppo la nostra Fraternità si trova in situazione di difficoltà in questa emergenza covid. La pandemia ci porta al 1918, al ritornare a Gesù crocifisso nella comunità stessa che sta portando avanti il nome di Padre Pio. Ripartire dal calvario, chi vive il Santuario e chi opera in Casa Sollievo sta facendo tutto ciò in questo periodo difficile”.
La tecnologia comunque aiuterà la gente a partecipare alle celebrazioni: “La messa è universale, è portare il sangue e pane di Cristo al servizio della creazione. L’eucarestia anche celebrata da sola è comunque uno stendere le mani di Dio sul mondo. Utilizziamo in questo momento questa possibilità, per vivere il desiderio della vicinanza a Gesù. Il gesto del sacerdote è per il mondo intero, viviamo l’eucarestia in modo diverso ma sempre con fede”