I dipendenti chiedono chiarezza
Ancora nessun risvolto sulla vicenda della chiusura del Mc Donald’s di San Giovanni Rotondo, al centro delle polemiche di questi giorni dopo la lettera di licenziamento fatta recapitare ai nove dipendenti del ristorante della città di San Pio datata 22 dicembre 2006 dove si dichiarava la fine delle attività lavorative in data 15 gennaio 2007.
Il motivo “oggettivo”, così come è stato definito nella lettera rivolta ai dipendenti, non fa certamente luce sulla scelta improvvisa che ha visto giovani lavoratori senza il posto di lavoro che, fino a qualche giorno fa, sembrava certo.
Non sembrerebbero neanche accettabili alcune dichiarazioni sul passaggio dei lavoratori verso la sede di Foggia, impossibilitata a ricevere altre unità lavorative, e anche le altre informazioni sul fallimento non sono attendibili in quanto, come hanno dichiarato gli stessi dipendenti, l’attività procurava fatturati molto elevati.
La questione sembrerebbe gravitare intorno alla costruzione adiacente il punto vendita: Casa Ronald, utilizzata come pretesto per la chiusura.
Ai dipendenti, infatti, è stata data, come unica motivazione, quella relativa al fatto che lo statuto della nota catena di fast food americana non prevede la possibilità di far nascere una Casa Ronald nei pressi di un Mc Donald’s.
Questa situazione si verifica ora perché, secondo l’imprenditore, la gestione sarebbe passata dalla direzione americana a quella francese.
La stessa motivazione, però, non convince affatto i lavoratori che hanno deciso di nominare un legale rappresentante e di fare luce sulla verità. “Abbiamo raccolto fondi per farci sbattere fuori!”, commenta una delle giovani donne, incredula dell’accaduto, che insieme a tutti gli altri colleghi italiani, ha raccolto per anni fondi per la costruzione della struttura, prima a nascere in Italia, che accoglierà le famiglie dei bambini ricoverati presso l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”.
Resta un mistero la scelta di Nunzio Caccavo, noto imprenditore immobiliare foggiano e licenziatario esclusivo del marchio Mc Donald’s in provincia, poiché non è chiara la preferenza della vendita della struttura, in costruzione con fondi volontari, invece del prolungamento dell’attività del ristorante, che avrebbe portato ancora proficui vantaggi economici, investimenti sicuri nel futuro e garantito dei posti di lavoro.
Dal 16 gennaio, giorno successivo all’annunciata chiusura, i dipendenti si recheranno presso la sede del ristorante per protestare su questa scelta improvvisa e inspiegabile.