“No Clini, no Passera: non ne vale la pena” di Gianfranco Pazienza
No Triv! Clini riduce l’argomento delle autorizzazioni alle prospezioni (la prima fase a cui fanno seguito le trivellazioni e infine le estrazioni vere e proprie) dichiarando: prima scopriamo se c’è il petrolio (l’ENI lo dice già dal 1970, un secolo fa quando tutti correvano ad inquinare il mondo) poi, se c’è il petrolio, valutiamo se vale la pena. Questa posizione offende le scelte economiche delle regioni Adriatiche (pesca e turismo) e le scelte energetiche rinnovabili fatte in Puglia. P
ossiamo anche comprendere una presa di posizione così imbarazzata del Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, poiché non è lui a decidere sulle questioni strategiche legate all’energia (tralaltro il Ministro dovrebbe licenziare un Piano Energetico Nazionale, se ne parla dal 2003, e ancora non se ne sa nulla). Chi decide assolutamente e’ il Ministro dello Sviluppo Economico, Passera.
Non si capisce però una cosa di Clini, un tecnico apprezzato a livello mondiale, fondatore Del Kyoto Club per la battaglia alle emissioni in atmosfera dei gas “clima-alteranti”, sostenitore dei paesi produttori dei bio carburanti (vedi Brasile). Non si capisce come faccia un ministro-tecnico così apprezzato, che domani non sarà più ministro, a non rifiutare quel ruolo subordinato in materia di scelte energetiche nazionali.
Un Ministro dell’Ambiente con delega alla tutela dei mari dovrebbe poi preoccuparsi molto più assiduamente dei problemi che riguardano gli inquinamenti di origine antropica, come le plastiche che affogano l’Adriatico e il funzionamento del sistema dei depuratori. Dovrebbe aiutare a risolvere il danno provocato alle risorse marine soggette a sovra sfruttamento della pesca (over fisching), creare le migliori condizioni ecologiche con aree marine protette, tra cui le Isole Tremiti, per favorire il ripopolamento del nostro mare.
Il Ministro Clini, inoltre, ben conosce la storia della legge dei siti industriali inquinati, la condizione ambientale di Porto Marghera e della Laguna di Venezia, dell’Ex Enichem di Manfredonia e delle acque del golfo, Dell’Italsider di Taranto e delle condizioni del Mar Piccolo, solo per restare in adriatico e ionio. Proprio Clini dovrebbe essere il primo a mettere in guardia da modelli industriali ed energetici “preistorici” e dannosi per l’ambiente la salute umana ed animale. Allora rivolgiamo alcune domande al Ministro dell’Ambiente ” pro tempore” Clini:
- Quante delle piattaforme esistenti in adriatico non sono più attive e come verranno “bonificate e smantellate”?
- Cosa pensa di proporre per recuperare il ritardo italiano rispetto alla riduzione di emissioni di CO2?
- A quale posto immagina la diffusione dei veicoli elettrici e l’utilizzo dei bio carburanti?
- Quale destino vuole riservare all’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti, se soggiogata agli interessi petroliferi?
- Se un ministro dell’ambiente rinuncia a svolgere il suo ruolo oppure gli viene impedito di farlo, non crede sia giusto rinunciare all’incarico? Una risposta e’ chiara: noi comunità del Parco Nazionale del Gargano e dell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti ci dimettiamo da questo Ministro e dalla presunta appartenenza ad un’area protetta, minacciata da un governo tecnico pericoloso, liquidatore del nostro mare: non ne vale la pena, per usare le stesse parole del ministro e riprendere una bella nota di Antonio Gisolfi.