“Io mi rifiuto” è il monito lanciato da un gruppo di ragazzi volontari
Da qualche anno la nostra cittadina, come testimoniato oltre che dalle quotidiane segnalazioni dei cittadini anche e purtroppo dalle proteste sui social da parte di pellegrini in visita a San Pio, si sta distinguendo per il pietoso scenario del decoro urbano legato alla raccolta differenziata porta a porta, mal gestita da una parte (ditta appaltatrice), mal digerita da un’altra (“cattivi” cittadini) e mal controllata da un’altra ancora (organi di vigilanza).
La nuova ditta Tekra, subentrata alla Lombardi Ecologia a cavallo dell’insediamento della nuova amministrazione, sta mostrando le prime defaillance. Erano partiti in pompa magna con nuovi e lucenti mezzi iniziando una massiccia azione di pulizia stradale, sfalcio delle erbacce, raccolta del porta a porta di buon mattino, ma poi si son persi per strada, con l’aggravio delle evidenti lacune organizzative come la distribuzione alle famiglie dei sacchetti e la soppressione del vecchio infopoint in uso alla vecchia ditta in via “Al Mercato”. A questo si aggiungono i problemi del centro di raccolta di Pontone Longo (dato alle fiamme qualche giorno fa, si presume in maniera dolosa) e lo stato di fibrillazione del personale a causa di atavici problemi quali la mancanza di divise e attrezzature idonee (molti dipendenti sono costretti a lavorare con i loro abiti civili).
Così, per affrontare il problema dell’accumulo improprio dei rifiuti urbani, un gruppo di ragazzi sangiovannesi ha deciso di lanciare un messaggio chiaro all’amministrazione comunale, alla ditta incaricata dello smaltimento dei rifiuti ed agli stessi cittadini: il problema rifiuti è reale e deve essere affrontato di prepotenza prima che diventi emergenza.
Dopo un incontro pubblico aperto ai cittadini, alle associazioni e ai consiglieri comunali per promuovere la loro iniziativa, in modo da richiamare ad una maggiore collaborazione da parte di tutti, i ragazzi si sono messi all’opera liberando dall’immondizia alcune zone centrali e simboliche della nostra città. “Io mi rifiuto” è il nome dell’iniziativa che il gruppo di volontari spera potrà servire ad educare le generazioni future al rispetto per l’ambiente e a comprendere le enormi potenzialità che la raccolta differenziata offre.
Certo, il messaggio di questa iniziativa è forte e di grande impatto e il lavoro svolto da questi ragazzi che, per propria iniziativa, hanno deciso di rimboccarsi le maniche al fine di dare un esempio di civiltà alla nostra città, è sicuramente encomiabile, ma ci deve pur far riflettere.
Che la situazione sia sfuggita di mano a questa come alla precedente amministrazione ed a questa come alla precedente ditta incaricata per la raccolta dei rifiuti è sotto gli occhi tutti.
Sulla problematica, a questo punto, alcune domande sorgono spontanee:
- Il problema dell’accumulo dei rifiuti è ormai un problema annoso; perché nonostante le continue segnalazioni, anche da parte della nostra Redazione, si è sempre sminuito o addirittura negata l’evidenza?
- Questi giovani ripuliscono il paese dai rifiuti, ma a fare tutto questo non dovrebbe essere una ditta preposta e pagata profumatamente con i soldi delle tasse di tutti i cittadini?
- Vi sembra naturale che tutto ciò avvenga, ed addirittura la parte politica vada fiera che privati cittadini sopperiscano ad obblighi altrui?
- Questi giovani operano in sicurezza? Si sa che sia gli operatori ecologici che gli addetti alla pulizia delle strade, considerati lavoratori a rischio, si sottopongono a profilassi sanitaria obbligatoria (ad esempio la vaccinazione antitetanica).
- Questi giovani sono stati informati dei rischi che potrebbero correre? Hanno un’assicurazione che li tuteli per eventuali infortuni e/o malattie cui potrebbero andare incontro? Non siamo esperti di materia antinfortunistica, ma è ovvio rilevare che guanti sottili e scarpe da ginnastica sicuramente non limitano nè annullano i rischi.
È evidente a tutti lo spirito costruttivo dell’iniziativa, ma anche alla luce di queste domande vorremmo che tali azioni non si ripetessero più: significherebbe che la nuova azienda, i cittadini, l’amministrazione civica e gli organi di controllo, finalmente e ciascuno per la sua parte, inizieranno a fare seriamente il proprio dovere.
fdicosmo
Il riciclo dei rifiuti deve iniziare dalle scuole
La scuola può essere considerata un “volano” di comunicazione rispetto alla collettività.
Investire sulla scuola e nella scuola vuoi dire raggiungere – con messaggi di corretta gestione dei rifiuti – molte famiglie con un linguaggio semplice ed immediato, quale quello dei più piccoli.
All’ interno del circuito scolastico è possibile avviare percorsi educativi, attraverso progetti mirati, che consentano di incentivare nell’alunno la consapevolezza della necessità di ridurre la produzione dei rifiuti e di promuovere la differenziazione dei propri scarti in un’ottica di recupero e riciclo.
Il riciclo dei rifiuti deve cominciare nelle scuole e continuare nelle università, una cultura senza la quale “raccolta differenziata” restano due parole magiche, buone per far credere all’esistenza di un ipotetico futuro di città miracolosamente pulite, con un presente che continua ad accumulare sporcizia, diossine e veleni nell’ambiente.
p.s. il sottoscritto è a completa disposizione per aiutare questi ragazzi a tenere pulita la nostra Città
Franco Di Cosmo