Intervista a Lazzaro Palumbo: un giovane che ce l’ha fatta
Non si parla d’altro che di crisi economica. In tutti gli ambiti lavorativi è tanta la fatica di ogni giorno dove ciascuno è costretto a fare il possibile per restare a galla. La società si è trasformata rapidamente e non lascia spazio alla serenità poiché le difficoltà sono sempre troppe. A sentirne i postumi di scelte passate sono soprattutto i giovani ma a volte capita di trovare qualche rara eccezione. Ne è un esempio un nostro concittadino. Stiamo parlando di Lazzaro Palumbo, responsabile dello Studio C.A.A., che in questa intervista ci racconta la sua personale e positiva esperienza.
Di recente, con la sua attività, ha raggiunto degli importanti risultati con alcune collaborazioni tra cui quella con ACEA Spa, azienda italiana leader nel settore idrico e dei rifiuti. Nello specifico, di cosa si tratta?
Per ACEA SpA il mio studio redige il nuovo documento di valutazione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori del comparto ACE ATO 5 SpA che copre tutta l’aera sud del Lazio. Abbiamo svolto più di 60 sopralluoghi, raccolto i dati, studiato e fatto rilievi per arrivare ad un elaborato molto importante per una azienda. Un lavoro molto impegnativo ma di grande soddisfazione professionale poiché ho avuto a che fare con ottimi professionisti e dirigenti sia sul piano umano che professionale. Per quanto riguarda altre importanti commesse Le rivelo che mi sono aggiudicato un lavoro con Trenitalia dove, per i prossimi anni, lo studio si occuperà della gestione del rischio derivante dall’agente batterico Legionella sp. su tutte le rotabili del sud Italia. Tra tutto questo continua l’attività quotidiana di consulenza sul territorio nell’ambito della sicurezza alimentare, sicurezza sul lavoro e attività produttive; tra i compiti che svolgiamo una nota degna di merito sicuramente è quella svolta con il nostro illustre ente di formazione territoriale ITCA/Fap Onlus, con il quale, da oltre 3 anni formiamo il personale scolastico di tutte le scuole della provincia di Foggia sulle tematiche inerenti la sicurezza sul lavoro. Di recente il rappresentante legale dell’ente mi ha nominato responsabile dei percorsi formativi per la sicurezza sul lavoro.
Con la sua posizione, lei ha a che fare con numerosi imprenditori locali. Qual è la situazione attuale dal punto di vista manageriale? I nostri imprenditori come vivono questo momento storico difficile?
La situazione, come è noto, è molto difficile sia nel settore dell’edilizia che nel settore turistico. Il sistema fatica a funzionare, non c’è liquidità e le banche faticano ad aiutare gli imprenditori. Nel settore dell’edilizia è andato tutto bene fino a poco tempo fa grazie alle lottizzazioni e a compratori con un forte potere d’acquisto ma ora, entrambi i settori trainanti dell’economia locale, sono fermi. Soprattutto il settore turistico è in un momento davvero drammatico. Il turista viene a San Giovanni e si ferma davvero poche ore. Per fortuna so che alcuni albergatori stanno effettuando accordi con tour operator esteri: cinesi, America latina, polacchi per far includere San Giovanni nel tour di viaggio di chi va a Roma o ad Assisi. La verità è che non si è mai investito veramente sul nostro territorio e i nostri amministratori (quando parlo di amministratori non intendo, il sindaco, gli assessori o i consiglieri) non riescono a stare al passo dei cambiamenti economici. I media poi non ci hanno aiutato a difendere adeguatamente la nostra immagine e noi stessi non ci abbiamo creduto fino in fondo. Dobbiamo comprendere però che San Giovanni è una città che si interfaccia con il mondo. Noi non vediamo gli altri, ma gli altri ci vedono. Siamo già sulla strada del non ritorno e se, entro il prossimo anno, le cose non cambiano radicalmente, diventerà ancora più difficile. Il punto è che non riusciamo a fare sistema tra di noi, soprattutto non c’è un interfaccia funzionale tra i vari attori del territorio. Credo però che stiamo prendendo coscienza di questo e qualcosa/qualcuno si sta movendo. Personalmente sto lavorando ad un progetto di riqualificazione del turismo di San Giovanni Rotondo che ha suscitato un certo interesse da parte del nostro sindaco.
Qual è il giusto atteggiamento da assumere verso il mondo del lavoro da parte dei giovani?
La realtà è che oggi a San Giovanni non c’è occupazione perché appunto non c’è crescita. Io penso che oggi la soluzione per i giovani sia quella di intraprendere un lavoro autonomo. I giovani devono capire che il posto fisso non esiste più. Purtroppo noi giovani stiamo pagando quello che hanno fatto coloro che ci hanno preceduto. Se ci si mette in proprio si hanno grandi soddisfazioni anche se, chiaramente, gli sforzi sono notevoli. È importante entrare il prima possibile nel mondo del lavoro e mettersi subito in gioco, senza aspettare il dono di un posto che il più delle volte non coincide con le
nostre aspettative.
Quali sono oggi gli ingredienti della personalità e della professionalità per arrivare a dei buoni risultati?
Penso sia molto importante imparare a fare sistema e conoscere bene la legislazione del settore di riferimento lavorativo nel quale ci si vuole collocare. Il lavoro c’è e se non c’è lo crei tu. C’è sempre, una persona, una famiglia, un’azienda che necessita di un servizio o di un prodotto. Cerchiamo di capire di cosa hanno bisogno e di come possiamo offrirglielo. Se Italia se si applicassero al 100% le leggi non ci sarebbe disoccupazione. C’è tanto da fare, almeno nel settore dei servizi per il quale credo di poter parlare.
Sulla base di quanto sta accadendo quali sono, secondo lei, le prospettive future di San Giovanni Rotondo e della Capitanata in generale in ambito economico?
Posso parlare per San Giovanni e dire che purtroppo devo constatare che i veri grandi “poli” economici recentemente hanno interrotto tutti i rapporti con i locali e hanno come fornitori aziende esterne, spesso del nord o addirittura dell’estero.
Questo non è positivo perché i soldi non rimangono qui ma vanno altrove. Non c’è ritorno per il territorio. Lo slogan forte che si sente è “qualità”. Pagare poco e avere la massima qualità è lo stimolo di ogni acquirente. Forse dobbiamo iniziare ad essere qualitativamente più prestanti. L’impresa non è iscriversi solo in camera di commercio ma oggi è formazione, efficienza e qualità. Le rendite sono finite. Il cliente quando compra un servizio o un prodotto, vuole avere la certezza di ricevere quello cha ha chiesto e nei tempi stabiliti altrimenti non ritorna più. Abbiamo un territorio bellissimo, non manca nulla.
Però non ci sappiamo vendere. Investiamo sulla qualità! Dimostriamo ai nostri potenziali acquirenti (turisti, enti, aziende, etc.) che qui noi possiamo garantirgli le stesse prestazioni. Certo è un percorso laborioso, un percorso in cui gli amministrazioni dovrebbero farsi sicuramente da garanti.
Quali caratteristiche deve avere un giovane per avere successo in questi tempi?
A questo credo forse di avere dato già una risposta tra le righe nelle sue domande precedenti. Aggiungo che un giovane oggi non debba dare nulla per scontato e non prendere per oro colato tutto quello che gli vene detto e soprattutto promesso. Bisogna verificare personalmente e conoscere bene la propria materia.
Quando sei preparato, arrivi prima degli altri.
M.A.