“Volontari involontari”
dal blog di Karletto
Era il 1985 in una serata estiva rinfrescata dal vento l’allora assessore alla protezione civile Canistro indiceva una riunione insieme al sempre comandante Mumolo e ad altri responsabili comunali individuando me e un’altra trentina di volenterosi ragazzi per poter finalmente creare ed avere nel nostro paese un’unità di protezione civile. La cosa fu fatta e fummo divisi in squadre e di cui io fui nominato capo squadra. Ci organizzammo in turni di servizio e di reperibilità sopratutto per poter intervenire in modo rapido sui tanti incendi che all’epoca non essendoci un servizio "antincendio" si sviluppavano in maniera impressionante. Quando succedeva qualcosa però eravamo sempre e solo i soliti che intervenivano e stanchi di situazioni di "paraculaggini" un piccolo gruppo di amici si riunirono un bel giorno del 1986 in Via Trieste a casa del Marcello.
Eravamo tredici persone, tutte dotate di apparecchiature radio più o meno regolarmente detenute, (con quelle non regolari si parlava con l’altro emisfero), ma tutti comunque in possesso di regolari autorizzazioni rilasciate dalle PP.TT. alla trasmissione e all’ascolto (all’epoca il telefono cellulare era solo fantascienza).
Creammo l’associazione di volontariato ed emergenza radio (S.E.R.) "GAMMA 27", individuando come sede un piccolo locale in C.so Regina Margherita. Vi erano Marcello, Pasquale, Gino (mi pare che sia l’unico che c’è ancora nell’associazione), la buonanima di Antonio Cervati, Franco, Pino e altri che al momento non ricordo.
Si andava a spegnere gli incendi con le proprie autovetture armati di un’ascia per poter rompere i rami degli alberi da usare per spegnere le fiamme o con una vanga per buttare la terra su i fuochi e più di una volta ci si è trovati in situazioni a dir poco "paurose". L’associazione cui fu creata con atto costitutivo registrato ed inviato agli uffici competenti, oltre che rimanere a turno in ascolto sui canali assegnati alle emergenze, i componenti si davano da fare anche per le manifestazioni folkoristiche, canore e religiose.
Non potrò mai scordare che per più di un’anno oltre ai 4 Carabinieri ( e dico 4) che venivano comandati per il servizio, solo noi, in 13 con l’aiuto di fidanzate e mogli, riuscivamo a gestire sotto tutti gli aspetti e con successo la veglia del 23 settembre e posso garantire che il numero di persone che venivano da tutto il mondo non è inferiore a quello delle persone che sono venute negli ultimi anni, anzi penso che prima ne venivano di più.
Non avevamo divise, non avevamo mezzi, non avevamo e non abbiamo mai avuto finanziamenti pubblici. Eravamo armati di tanta buona volontà sicuri che il nostro servizio potesse essere apprezzato. Mai abbiamo ricevuto un "grazie", un "bravo" eppure eravamo lo stesso soddisfatti e felici per aver quasi nell’anonimato, gratuitamente ed umilmente e oserei dire in certi casi eroicamente prestato un servizio a disposizione della collettività.
Leggo oggi, dopo i tragici fatti di Peschici le accuse che si lanciano le due associazioni di volontariato presenti sul territorio, accuse che non sanno nè di volontariato, ne di eroismo e sopratutto neanche di umiltà, ma solo di vergogna.
Karletto – http://ilkardone.myblog.it/