La nostra comunità ha bisogno di presenza viva e vera, di proattività
Quanto sta accadendo in questi giorni ha turbato tutta la comunità. È stato detto e letto di tutto e di più sulle logiche irrazionali che potrebbero sottostare alla base dei vili atti delinquenziali. Ragion per cui viene da chiedersi, in tale contesto, cosa può fare la politica e chi oggi ha il governo della Città?
La prima risposta, quasi spontanea, sarebbe dare segnali di presenza viva e vera, di proattività; ciò che oggi manca.
Nella ormai nota seduta di Consiglio Comunale, in cui sono stati approvati atti fondamentali come il bilancio di previsione, abbiamo assistito al vano tentativo del sindaco di argomentare sulla materia, incalzato dall’opposizione ben ferrata sulle questioni in discussione, mentre i consiglieri di maggioranza – tranne uno – non hanno ritenuto necessario intervenire, dibattere, esprimere opinioni o difendere le proprie scelte. Un voto unanime e muto. È questa la dimostrazione di un’unità politica solida e consapevole?
Chi governa ha il dovere di spiegare, confrontarsi, dare voce al proprio operato. Un silenzio compatto non è sinonimo di coesione, ma può essere – o legittimamente apparire – un segnale di passività o di adesione forzata.
Se davvero si vuole dimostrare unità d’intenti, lo si faccia attraverso le parole, la partecipazione attiva, il coraggio di esporre le proprie ragioni, con il contributo di tutti.
E invece, si fa politica con vacui comunicati: istituzionali o di partito, se non addirittura personali.
Dichiarazioni, spesso affidate ai social, dai toni aspri a volte sensazionalistiche ma nei fatti inutili se poi nella massima assise comunale, al momento di parlare, di fare chiarezza o di dare sostegno… niente: regna il silenzio!
È alquanto imbarazzante perdere l’occasione di affrontare quella che ha tutte le caratteristiche di una crisi politica. L’assenza di parola non equivale all’assenza di responsabilità. E quella ritrovata compattezza politica di cui parla il primo cittadino, se non è accompagnata dalla trasparenza del confronto, rischia di essere solo una fragile facciata.
Partiamo da qui, dal parlare a viso aperto. La comunità ha bisogno di questo, di sentirsi parte informata, protetta e tutelata. In questi momenti, in particolare, ne ha ancora più bisogno.
GP