Creata la rete per sostenere l’associazione Mother’s care
Un momento emozionante e di condivisione quello con Fidelitè Ntiroranya, funzionaria ONU, esperta di diritto internazionale umanitario e fondatrice di Mother’s care, che si è svolto ieri nella biblioteca civica di viale Cappuccini.
Ntiroranya ha presentato la situazione attuale del Burundi 15 anni dopo il genocidio che, oltre ad aver determinato la morte di quasi un milione di persone, ha mutato profondamente l’assetto socio-economico del paese in seguito all’abbandono delle campagne e a una politica di privatizzazione generalizzata che ha ridotto sul lastrico gran parte della popolazione. Particolarmente grave è la situazione sanitaria che garantisce l’assistenza gratuita solo ai bambini e alle donne in gravidanza. Negli ospedali mancano farmaci e strumentazioni e la vita media delle persone è intorno ai 50 anni (altissima la mortalità infantile). Inoltre, se i pazienti sono insolventi o lo stato ritarda i pagamenti per le categorie a cui è destinata l’assistenza gratuita, l’ospedale trattiene il paziente fino all’avvenuto pagamento. Sono nate molte associazioni di volontariato per sostenere le situazioni più gravi; tra queste Mother’s care che si occupa delle donne sole, delle donne maltrattate e dei bambini.
L’incontro si è concluso con l’intento di trovare le modalità per sostenere a distanza progetti e iniziative di vario genere da definire con Fidelitè Ntiroranya e le altre aderenti al progetto Mother’s care. All’incontro, moderato da Tullia Brina dell’associazione Amani, ha partecipato Carine Bizimana, burundese, mediatrice culturale presso la provincia di Foggia. Grazie alla sua traduzione dal francese il pubblico presente ha potuto comprendere la storia del Burundi e i progetti futuri. C’è ancora tutto da fare, come le stesse protagoniste della bella serata hanno detto più volte.
L’incontro, promosso dalla Regione Puglia-Assessorato al Mediterraneo e dall’associazione culturale “Il Presidio del Libro” si è svolto con collaborazione del Comune di San Giovanni Rotondo e delle associazioni “Cambio rotta”, “Amani”e “Venti da sud”.