Accuse pesanti nei confronti degli esponenti del Partito Socialista
Dopo l’azzeramento della giunta da parte del Sindaco Pompilio, in molti, la Federazione dei Moderati in primis, avevano chiesto al primo cittadino di fare i nomi e i cognomi di chi a suo giudizio teneva sotto scacco la sua come le altre amministrazioni precedenti. Pompilio non si è fatto pregare, e nel corso dell’odierno, attesissimo, Consiglio Comunale dedicato alla discussione politica sull’ennesima crisi amministrativa, ha fatto i nomi, addossando le responsabilità ai Socialisti, in particolare ai fratelli Chiumento, Giuseppe e Massimo, rispettivamente segretario cittadino e consigliere capogruppo del Partito Socialista.
“Nella mia intervista ho pubblicamente parlato di alleanze politiche messe in piedi allo scopo di porre sotto scacco la mia Amministrazione, in particolare mi riferisco al partito socialista, nelle persone dei fratelli Chiumento”, ha tuonato Pompilio. “Premetto che sono stato io stesso ad imbarcarli nella coalizione che vinse le elezioni pensando che le garanzie risiedessero nel programma elettorale, Ma così non è stato. Giuseppe e Massimo Chiumento si sono abilmente divisi i compiti. Grazie ai rispettivi ruoli di segretario di partito e di consigliere partecipavano entrambi alle riunioni di maggioranza, dove si sono distinti per spregiudicatezza politica”. Stando a quanto ricostruito da Pompilio l’ambizione personale di diventare un giorno Sindaco o Consigliere Regionale da parte del segretario sezionale socialista faceva si che i due mettevano in piedi una strategia “che intendeva minare qualsiasi emersione meritevole di altri, facendo pressioni su dirigenti e consiglieri al fine di bloccare i progetti altrui e far emergere i propri. Ho sopportato tutto questo fino alle elezioni del direttivo della Bcc. Con lungimiranza sfruttando le perplessità di Scelta Civica di inizio anno hanno spinto nel formare questa federazione che ha minato l’attività amministrativa culminata con le pressioni per un cognato candidato per il Consiglio di Amministrazione della banca”. Il primo cittadino ha quindi esortato a mettere fine a questa situazione che ha colpito la sua come le precedenti e future amministrazioni e ha invocato un governo di scopo al fine di portare a termine i progetti già avviati che in caso di avvento del commissario sarebbero messi da parte. “Lasciamo le casacche a casa e affrontiamo insieme quei punti per il bene della Città” ha chiuso il suo intervento il Sindaco.
Dai banchi dell’assise gli interventi dei consiglieri ha delineato un quadro non ancora definitivamente risolutivo della crisi.
Cotugno (Ncd) per la maggioranza si è detto in sintonia con quanto espresso dal Sindaco, definendo “Sbagliato e irresponsabile il ricorso alle firme per la decadenza del Consiglio Comunale, oggi come in passato. Delegare al commissario significherebbe perdere i progetti già ben avviati, come la fogna bianca. All’opposizione dico di lavorare insieme su questi temi importanti per la Città”, ha auspicato chiudendo il suo intervento.
Poi il turno delle opposizioni. Mangiacotti (capogruppo PD) ha chiesto maggiori chiarimenti sui reali motivi che hanno portato a questa spaccatura. “Non basta dire, liberiamoci di Chiumento e ripartiamo. Lei è dal suo insediamento che è stato sempre sotto scacco di qualcuno. La sua Amministrazione nasce già ambigua imbarcando i socialisti, e lo è stata ancor più quando dopo l’uscita di Agire Insieme ha imbarcato l’Udc che scalpitava per indossare la casacca dei titolari rivendicando il ruolo di responsabili. Lei ha accettato tutto questo, e non si è chiesto perché questi che oggi erano i responsabili non lo furono quando si trattò in passato di mandare a casa le loro Amministrazioni” le parole del consigliere piddino che ha chiesto al Sindaco altri chiarimenti più esaustivi sulle reali circostanze della crisi.
Crisetti (Democratici per la Città) ha apprezzato il fatto che “Per la prima volta si affrontino i problemi di un’Amministrazione in Consiglio e pubblicamente, cosa non avvenuta in passato, quando segretamente si raccoglievano le firme. Cosa che anche io ho fatto con la scorsa Amministrazione Giuliani e che oggi dal punto di vista delle modalità ammetto e ritengo sia stato un errore” sottolineando al contempo che “le casacche che indossiamo non sono delle semplici divise, ma sono dei valori delle idee di cui non ci si sveste così, ma va rispettato quel principio fondamentale di democrazia che è il mandato degli elettori. Lei non ha battuto ciglio tradendo il mandato dei suoi elettori imbarcando chi era stato eletto all’opposizione con altre coalizioni”. Ha poi ribadito il suo giudizio negativo sull’amministrazione Pompilio, dai lavori pubblici, dall’urbanistica all’ambiente fino al commissariamento dei servizi sociali “che non è piovuto dal cielo, ma è dovuto a tre anni di immobilismo della sua Amministrazione” ha chiuso Crisetti dichiarando il suo no a qualsiasi governo di scopo o tecnico e “Di cercare di ricompattare la propria maggioranza se vuole restare in carica, altrimenti consideri chiusa questa esperienza amministrativa”.
Per Bertani (IdV) l’attuale crisi “Rappresenta il riassunto di questa esperienza amministrativa contraddistinta fin dall’inizio dai dissapori interni ad una maggioranza eletta con tante liste che con il passare del tempo si sono defilate acclarando il fallimento della sua Amministrazione. Dopo tanti atteggiamenti di arroganza oggi si invoca il nostro aiuto solo per mantenere in vita questa Amministrazione dimenticando gli ultimi tre anni. Mi dispiace ma ho la memoria troppo lunga per dimenticare” ha concluso annunciando il proprio no alla proposta della soluzione tecnica.
Cappucci (Agire Insieme) si è soffermato sul percorso dell’amministrazione Pompilio. “Di tutte le crisi che hanno contraddistinto la sua Amministrazione questa è di certo la più anomala se si pensa che ben 5 consiglieri di maggioranza non sono presenti a questa discussione, evidentemente per non assumere posizioni pubbliche” ha esordito Cappucci. “ E alcuni mesi fa quando ci fu l’altra crisi io avevo già previsto e dichiarato che non sarebbe stata l’ultima. Noi come Agire Insieme quando eravamo in maggioranza non abbiamo mai avanzato pretese su incarichi, ma all’epoca chiedemmo una verifica ed un rilancio dell’azione amministrativa in pochi punti da attuare entro la fine di quell’anno. Preso atto dello stallo amministrativo abbiamo poi tentato la strada delle firme, in Gennaio dello scorso anno, ritenendo tra le altre cose di avere il tempo per procedere ad immediate nuove elezioni. Poi ci fu il ribaltone, lavori nelle conferenze di capigruppo e commissioni garantite dalle presenze delle opposizioni, attacchi immotivati nei nostri confronti non dimenticati e arriviamo ad oggi dove possiamo dichiarare questa maggioranza politicamente morta” ha chiuso il capogruppo spigato lasciando aperto uno spiraglio di riflessione all’interno del proprio gruppo.
Santoro (PD) si è detto meravigliato. “Mai mi sarei aspettato di sentire queste parole da lei Sindaco, le fa onore, ma non posso non notare che continua con le omissioni. Lei non ha fatto nessun mea culpa nel suo discorso, quando dal suo insediamento non ha fatto altro che mostrare i muscoli e rimarcare la differenza della sua casacca da quella degli altri” le sue parole. “Questa successioni infinita di crisi non sono state altro che sintomi di una grave malattia che ha da sempre afflitto la sua maggioranza” ha proseguito chiudendo ogni possibilità da parte sua di “cambi di casacche e tradimenti del mandato elettorale”.
In chiusura il Sindaco ha ripreso la parola definendo “Legittima la volontà da parte vostra di togliervi qualche sassolino dalla scarpa, ma questo non è un tentativo di restare seduto su questa poltrona, ma l’ultima possibilità che mi do per portare a termine i progetti già ben avviati nonostante questa situazione frammentaria che tutti abbiamo contribuito a creare negli anni”.
Nessuna soluzione definitiva. Spazio a qualche altra riflessione interna, nei prossimi giorni, forse nelle prossime ore, si saprà il destino del Sindaco in carica.
PMA