Nervi tesi tra il primo cittadino e la sua ormai ‘ex maggioranza’
Termina come peggio non poteva la legislatura di Luigi Pompilio. Irriso dal fuoco incrociato della sua ex maggioranza che da qualche settimana lo ha abbandonato per sostenere la candidatura di Cascavilla.
Un consiglio comunale che ha mostrato il peggio di sé: doveva essere il commiato di Luigi Pompilio, dopo cinque anni difficili ma comunque portati a termine (come non succede da quasi due decenni), invece si è trasformato in una ‘caciara’ pre-elettorale che ha visto tutta l’assise (tranne Gabriele Cotugno e Claudio Russo) sparare a zero contro un rassegnato primo cittadino.
La prima sorpresa è rappresentata dalla rinuncia alla nomina a Consigliere Comunale di Giovanni Merla, che doveva prendere il posto del dimissionario Gemma e, invece, ha rinunciato all’incarico. Potrebbe toccare ora a Michele Pennelli, ma il tempo stringe e sicuramente non si avrà il tempo di procedere alla surroga.
Sul primo accapo, approvazione del rendiconto per la gestione dell’esercizio 2015, si scatena la prima bagarre: è Tonino Placentino a cogliere la palla al balzo per accusare Pompilio, senza però mai citarlo, di aver oscurato il suo volto nella celebre foto con Papa Francesco in occasione della traslazione delle spoglie di San Pio. Nello scatto incriminato Placentino viene nascosto da una immagine, lasciando solo Pompilio e il Papa: “Si è trattato di un atto di terrorismo” ha urlato un Placentino inviperito per il colpo basso subito.
Pompilio prima di prendere la parola per rispondere al suo ex alleato viene stoppato da Mauro Cappucci, che forte della sua posizione di Presidente e contando sull’appoggio dell’intera maggioranza men che Cotugno, toglie la parola al Sindaco applicando a suo dire il regolamento in quanto l’argomento non attiene al punto in discussione. “E’ una pagliacciata! Stiamo peggio della Bulgaria, mi sembra un cinema!”, sbotta Pompilio. L’accapo viene approvato con 9 voti favorevoli e 1 contrario, quello di Antonio Pio Cappucci.
Il Sindaco prova a replicare alle accuse ma viene sempre ‘placcato’ da Mauro Cappucci: “Mi cacci via?” tuona il Sindaco rivolgendosi al presidente dell’assise con tono di sfida. “E’ una pagliacciata” continua Pompilio irritato più che mai per il paradossale svolgimento dell’assemblea. Il Sindaco subisce anche le accuse fuori microfono di Giuseppe Mangiacotti: “T’amm fatt fa lu sinneche per cinq’ann, statt citt!”. Poi al microfono rincara: “Forse ho sbagliato due anni fa a tenere in piedi la maggioranza. Lei sindaco ha preso lo stipendio stando qui a riscaldare la sedia. Deve rispondere di molte cose, anche della recente nomina degli scrutatori a lei vicini”, conclude l’ex presidente del Consiglio all’epoca di Gennaro Giuliani.
Pompilio riceve anche l’invettiva di Antonio Pio Cappucci che dice: “Lei si appresta a chiudere il mandato senza lasciare traccia, tra dieci giorni fortunatamente toglierà il disturbo”. Pompilio a questo punto fuori microfono sbotta: “Avete concertato da vigliacchi questo consiglio comunale contro di me”.
Gabriele Cotugno, unico alleato di Pompilio, chiede lumi al segretario comunale sulla legittimità dei toni usati nell’assemblea. Scalzulli non ravvede (stranamente) anomalie e rimette tutto nelle mani del presidente Mauro Cappucci.
Prima della conclusione Pompilio si scaglia contro l’apparato comunale: “Alcuni dirigenti in questi anni non hanno fatto bene il loro lavoro ma la colpa è dell’assenza della politica che in questi anni ha fatto incancrenire il sistema”. Sulla questione degli scrutatori Pompilio promette di parlarne in un prossimo incontro in piazza.
Il bilancio di previsione viene approvato con 9 voti favorevoli e il solo Antonio Pio Cappucci contrario.
Cala il sipario su questo consiglio comunale; che il prossimo spettacolo possa essere più degno di quello a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni.