L’amaro sfogo di Onofrio Pio Quotadamo
A conferma della crisi politico-amministrativa annunciata, e poi rientrata, l’amministrazione Pompilio in questi diciassette mesi di (mal) governo cittadino ha mostrato in tutta la sua pienezza l’incapacità gestionale ed organizzativa della cosa pubblica.
Gli esordi proclamavano una governance serena e proficua, un consiglio comunale semi-nuovo con pochi “politici di professione”, una giunta giovane e ruspante ed un maestro d’orchestra intendo a portare linfa nuova alla nostra città, deciso a mettere in primo piano i cittadini e non la politica, tutti gli ingredienti giusti per vedere finalmente San Giovanni Rotondo essere degnamente amministrata.
I mesi passano, le preoccupazioni restano, anzi a volerla dire tutta, crescono. Ad oggi, abbiamo assistito incolpevoli solo a inaugurazioni, riconoscimenti e festicciole, tutto in puro stile Vecchio-Berlusconiano, ostaggi di pseudo-amministratori da noi eletti non per soddisfare gli interessi della collettività ma, bensì, per portare al baratro la città. Non gliene vogliate, la fogna bianca può aspettare, non v’è fretta nemmeno per i servizi sociali scadenti, anche i parchi gioco possono aspettare…
Per fortuna che l’associazionismo locale è vivo e attivo, grazie alle decine di aggregati sociali presenti sul territorio la nostra Città è resa culturalmente vivibile, dovere di un ente pubblico è quello di sostenere, anche in minima parte, quelle attività che se non attuate dalle Associazioni, non sarebbero svolte da nessun altro, determinando in un contesto urbano l’inciviltà e il ricorso, da parte dei più deboli, a droghe e illegalità.
Ben ha fatto, nel mese di agosto 2011, la massima carica cittadina ad invitare i presidenti delle associazioni a predisporre entro in mese di novembre dello scorso anno, un progetto organizzativo per la programmazione degli eventi e manifestazioni per l’anno 2012.
Le associazioni non hanno avuto risposta, le loro progettualità sono rimaste carta straccia, ferme chissà su quale scrivania. Con la noiosa scappatoia della congiuntura economica, del debito “Bramante” e da ultimo del problema Gema, non si è programmato nulla, ma si è continuato, come nelle passate amministrazioni, a elargire legittimamente sostegni economici e contributi ad associazioni in modo poco equilibrato e senza progettualità.
I risultati di questa incapacità si sono mostrati in tutta la loro crudeltà, con due delibere simili nel contenuto ma discriminatorie nelle risposte. Due associazioni sportive dilettantistiche, operanti nello stesso settore hanno chiesto entrambi un contributo per l’organizzazione di due manifestazioni simili sia per livello sportivo che sociale, le soluzioni attuate dalla giunta Pompilio sono state nettamente diverse, alla prima: contributo di 250 € e qualora necessitino di transenne, possono ritirarle a loro spese presso il deposito comunale; alla seconda, contributo quadruplicato (1000 €), alla faccia della crisi, non v’è preoccupazione per le casse dell’ente, tanto a pagare ci sono sempre loro, i cittadini, con l’introduzione dell’IMU (da parte del governo centrale) e l’introduzione dell’aliquota comunale IRPEF, nuove tasse sulle spalle dei cittadini sangiovannesi.
Mi e vi chiedo: Con quale principio si distribuiscono i contributi in questa Città? Perché si fa a chi figli e a chi figliastri? Come può un’amministrazione senza programmare l’elargizione di contributi pubblici, gestire la cosa pubblica? Non era questa preventiva programmazione ritenuta strategica dall’Amministrazione Pompilio? Può moralmente una giunta con al suo interno un collaboratore di un comitato organizzatore di una manifestazione, stabilire l’entità del contributo da concedere all’evento stesso?
La trasparenza e la certezza dei criteri di attribuzione di contributi non devono essere optional ma, linee guida e principi di una buona e sana amministrazione!
Ai posteri l’ardua sentenza…
Onofrio Pio Quotadamo