Questa sera ore 20 – Hotel Mir
Si terrà questa sera presso l’Hotel Mir di San Giovanni Rotondo (inizio ore 20.00) il convegno dal titolo: “Il rischio idrogeologico dell’abitato di San Giovanni Rotondo. Scenari di pericolosità idraulica e ipotesi di protezione“.
Un momento di riflessione su un argomento di estrema attualità ed interesse, in virtù dei recenti aventi di allagamenti e dissesti avvenuti nella nostra città.
A relazionare del rischio specifico della nostra area abitativa ci sarà il geologo sangiovannese Leonardo Di Maggio che parlerà degli ultimi eventi che hanno interessato il territorio e dei possibili rimedi.
fdicosmo
Dissesto idrogeologico, a rischio 8 comuni su 10.
L’Associazione dei consorzi di bonifica conferma l’aumento del fabbisogno di sicurezza del suolo e lancia il piano anti-dissesto 2013.
L’82% dei Comuni italiani è interessato da situazioni di dissesto idrogeologico. In territori ad alto rischio vivono 6 milioni di persone, e 22 milioni in zone a rischio medio. Gli edifici a rischio di frane ed alluvioni sono 1.260.000, tra cui oltre 6.000 scuole e 531 ospedali. Le ricadute a livello economico, come è noto, sono pesanti: secondo i dati di Anci-Cresme tra il 1944 e il 2011 il danno prodotto in Italia dalle calamità naturali ha superato i 240 miliardi di euro, con una media di circa 3,5 miliardi di euro all’anno. Le calamità idrogeologiche hanno contribuito per circa il 25% al danno complessivo.
Questi e altri dati fanno parte del dossier presentato nei giorni scorsi dall’Anbi, l’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, dedicato al ruolo dei consorzi di bonifica e accompagnato da una proposta per un “piano anti-dissesto”. “I Consorzi di bonifica”, ha dichiarato Massimo Gargano, Presidente Anbi, “sono attualmente 127 rispetto ai 250 degli anni ‘70 ed ai 180 del 1998; nello stesso periodo, però, il territorio, sul quale operano, vale a dire oltre il 50% dell’Italia, non ha subito riduzioni, ma si è accresciuto. Abbiamo pertanto sviluppato sinergie con le istituzioni locali nel segno del “federalismo cooperativo: dal 2010 è in essere un Protocollo d’Intesa con l’Anci, finalizzato alla collaborazione sul territorio tra Consorzi e Comuni; analogamente sono stati sottoscritti importanti Accordi di Programma con le Autorità di Bacino nazionali ed ora siamo attori negli innovativi “contratti di fiume” e “contratti di foce”.
Per confermare la crescita del fabbisogno di sicurezza idrogeologica, bastano i dati forniti da Anbi: mentre la proposta del 2012 prevedeva 2.943 interventi per un importo di 6.812 milioni di euro, nel 2013 si arriva a 3.342, cioè +13,9%, per un importo di circa 7.409 milioni di euro, ovvero l’8,7%. L’incremento, se paragonato al 2010, cresce poi del 144,9% in termini di quantità di interventi e del 77,1% in termini di importo complessivo, a confermare la situazione idrogeologica in costante peggioramento. A ciò si aggiunga che “gli interventi richiesti non possono eliminare completamente il rischio idraulico derivato da eventi di carattere eccezionale, ma risultano fondamentali per ridurlo”, precisa Gargano. “Anche a novembre 2012, infatti, il Paese è andato “sott’acqua”: si sono registrate piogge intense e concentrate in gran parte della Toscana, del Lazio, del Veneto, dell’Emilia-Romagna, dell’Umbria, del Friuli Venezia Giulia e della Liguria; tali fenomeni si sono ripetuti anche nei giorni scorsi e solo la fatalità ha evitato che la frana caduta sulla ferrovia umbra non si trasformasse in tragedia”. Fondamentale, in questo senso, è stato il contributo delle attività dei Consorzi di bonifica: il sistema delle aree di espansione, cioè i bacini realizzati per trattenere le ondate di piena, ha evitato l’allagamento di centri abitati, mentre in altri casi la riparazione delle rotte arginali ha consentito di evitare danni più gravi.
“L’impermeabilizzazione, considerata uno dei maggiori processi di degrado del suolo è un problema esistente in tutta Europa, uno dei continenti più urbanizzati al mondo”, prosegue Gargano, che nel 2014 sarà Presidente di turno dell’Unione Europea dei Consorzi di bonifica. Secondo i dati disponibili, viene stimato che tra il 1990 e il 2006 si sia avuto un aumento delle aree di insediamento pari al 9% in media. “Diventa quindi una priorità europea limitare e compensare l’impermeabilizzazione del suolo”, continua il presidente Anbi, “impedendo l’occupazione di altre aree verdi attraverso interventi, quali il riutilizzo di siti dismessi o gli incentivi all’affitto di case non occupate. Va anche ricordata la forte pressione dell’impermeabilizzazione sulle risorse idriche: un suolo può incamerare fino a 3.750 tonnellate di acqua per ettaro o circa 400 millimetri di precipitazioni. L’impermeabilizzazione, invece, riduce l’assorbimento di pioggia, arrivando ad impedirlo completamente; l’infiltrazione di acqua piovana nei terreni fa sì che impieghi più tempo per raggiungere i fiumi, riducendo la portata e quindi il rischio di inondazioni, la cosiddetta mitigazione naturale del rischio. Negli ultimi 40 anni, la superficie coltivata si è ridotta di circa il 28%, arrivando a meno di 13 milioni di ettari”.
A proposito del disegno di legge sul consumo del suolo, presentato dal Ministro delle politiche agricole e alimentari Mario Catania nel 2012, l’Anbi “auspica che il nuovo Parlamento lo possa valutare positivamente”.
Franco Di Cosmo