“Nessuna collaborazione da parte dei sindaci per far ripartire i servizi”
La decisione adottata dai quattro Sindaci di San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, San Nicandro Garganico e Rignano Garganico, di revocare a Giuseppe Pizzicoli l’incarico di componente e presidente del Consiglio di Amministrazione del Consorzio per l’Integrazione e l’Inclusione Sociale dell’Ambito Territoriale di San Marco in Lamis, ha suscitato molte perplessità tra gli addetti ai lavori, lasciando spazio a diverse interpretazioni.
A parlare è proprio il detronizzato Pizzicoli, raggiunto dalla nostra redazione al suo rientro in città dopo alcuni giorni all’estero: “Nel momento in cui mi venne offerto l’incarico dall’Amministrazione Comunale di San Giovanni Rotondo, accettai pensando di poter mettere a disposizione della collettività tutta la mia esperienza professionale quarantennale, prima di dirigente ed ispettore del Ministero della Giustizia e poi di magistrato. E tutto ciò in maniera disinteressata poiché l’incarico non prevedeva alcun tipo di retribuzione. Mi stimolava la circostanza di poter fare del bene e svolgere con equilibrio un servizio – così delicato – quale è quello che attiene ai bisogni primari delle famiglie più bisognose”, ha dichiarato l’ormai ex presidente del Consorzio.
Una revoca che ha lasciato amareggiato Pizzicoli: “Inaccettabile e soprattutto immotivata appare tale revoca – giustificata dai Sindaci come conseguenza della ‘ostilità’ e ‘mancata reciproca collaborazione’ – poiché, semmai risentito sarebbe dovuto essere il sottoscritto il quale, per tutto il periodo della presidenza non ha ricevuto alcuna fattiva collaborazione da parte dei Sindaci affinché il Consorzio potesse partire, mentre si è preferito menar il can per l’aia. In maniera pressante ed accorata avevo chiesto, con ripetute note indirizzate ai Sindaci, in quanto detentori della funzione pubblica, di effettuare con sollecitudine tutti quegli adempimenti burocratici necessari perché il soggetto di diritto privato – quale è il Consorzio – dopo la costituzione avvenuta con atto notarile il 15 aprile 2016 – potesse funzionare attraverso il completamento della sua struttura con la nomina degli altri organi costitutivi quali segretario, direttore, revisore dei conti, personale tecnico-amministrativo; approvazione dei diversi regolamenti contabili e di funzionamento; dotazione dei fondi previsti e così via. Orbene, i Sindaci hanno creduto bene non solo di non dare seguito agli atti e agli altri adempimenti di cui innanzi previsti dallo Statuto del Consorzio, ma, soprattutto, cosa ancor più inaccettabile, non hanno ritenuto di dover fornire al sottoscritto come agli altri tre componenti del CDA, neppure alcuna spiegazione delle ragioni e motivazioni del loro immobilismo, non rispondendo a nessuna delle 10 lettere inviate via Pec” commenta con vena polemica Pizzicoli.
“La situazione di fatto è stata paralizzata per un anno ed i Servizi Sociali gestiti, come prima direttamente dai Comuni senza il coinvolgimento del Consiglio di Amministrazione del Consorzio, lasciato all’oscuro di ogni atto di gestione adottato dai Sindaci unitamente alla responsabile comunale dei servizi. Evidente era quindi il disappunto del presidente e dei componenti del CDA nel lamentare la mancata collaborazione da parte dei Sindaci nel far partire il Consorzio, Sindaci i quali non hanno neppure provveduto all’adempimento di atti dovuti come:
- versamento delle quote annuali per le spese di gestione della struttura;
- approvazione dei criteri generali di programmazione e gestione;
- approvazione del regolamento di funzionamento dell’assemblea nonché dei regolamenti contabili;
- chiusura della contabilità delle risorse disponibili presso la cassa unica del Comune capofila di San Marco in Lamis ed altro.
I Sindaci hanno giustificato la revoca dell’incarico sul presupposto che il mio comportamento sarebbe “incompatibile con la prosecuzione di un rapporto che deve basarsi sul rispetto e la reciproca collaborazione”, come si legge nel verbale n. 3 del 20 febbraio 2017; quando, invece, proprio essi stessi mostrano di non aver alcun rispetto nei confronti del presidente e degli altri componenti del CDA posto che proprio nell’incontro congiunto del 31 gennaio 2017 i Sindaci hanno mostrato un comportamento poco riguardoso nei nostri confronti arrivando all’appuntamento con ritardo di circa un’ora, senza sentire la necessità di una scusa seppur formale, senza dare i saluti e soprattutto devono essere messe in risalto le esternazioni poco amichevoli di un sindaco in particolare. Esternazioni, per altro, non suffragate da alcuna base giuridica, come tali ancora più odiose e irriguardose anche perché pronunciate in forma di sfida, a voce alta, adirata e minacciosa, quasi a voler intimorire i presenti”.
Resta la consapevolezza da parte di Pizzicoli di aver lavorato con professionalità in un contesto tutt’altro che amichevole: “L’atmosfera avvelenata protrattasi per circa un anno faceva nascere la consapevolezza che non era possibile instaurare alcun rapporto di collaborazione franca e disinteressata, come sarebbe stata auspicabile nell’interesse esclusivo di quella fascia più debole e bisognosa delle nostre città. Dopo quarant’anni di lodevole servizio allo Stato mi trovo costretto a difendere la mia onorabilità – conclude – contro questo schiaffo lesivo della mia professionalità e della mia persona”.