Mostra personale di scultura presso il Museo Civico di Foggia dal 12 al 31 maggio 2012
Corrado Grifa, Sostenibile Leggerezza
Mostra personale di scultura presso il Museo Civico di Foggia
a cura di Gaetano Cristino
12 – 31 Maggio 2012
Sala Diomede – Museo Civico
Piazza Nigri, 1 – Foggia
Apertura: da lunedì a domenica ore 9.00 – 13.00
martedì e giovedì ore 9.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00
martedì e giovedì ore 9.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00
Sabato 19 maggio apertura straordinaria dalle ore 20.00 alle ore 1.00 (Evento inserito nel programma de’ “la Notte Europea dei Musei”)
Ingresso Libero
S’inaugura sabato 12 maggio 2012, alle ore 18.30 la mostra personale di scultura di Corrado Grifa (nella foto), intitolata “Sostenibile Leggerezza”, a cura di Gaetano Cristino, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Foggia, allestita presso la sala “Diomede” del Museo Civico di Foggia, visitabile fino al 31 maggio 2012.
Inoltre, sabato 19 maggio, la mostra potrà essere visitata con apertura al pubblico straordinaria e gratuita dalle ore 20:00 del 19 alle ore 01:00 del 20 maggio, perché inserita nel programma del Museo Civico che aderisce al progetto della “Notte Europea dei Musei”. Si tratta di un grande evento a carattere europeo per promuovere e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale al più ampio numero di cittadini, facilitando anche quelle categorie di persone che hanno difficoltà a fruire del nostro patrimonio nel normale orario di visita. In sala: Catalogo pubblicato dalle Edizioni Stauròs a cura di Giuseppe Billi, curatore d’arte contemporanea della CEI – Roma.
CORRADO GRIFA, Sostenibile Leggerezza
E’ parte integrante del paesaggio pugliese l’albero dell’olivo: alberi secolari, contorti, annodati, rugosi levano i loro rami verso l’azzurro del cielo. Sono essi stessi, a volte, monumenti, in quanto assumono, nella loro possanza, forme plastiche ed estrose, quasi che uno scultore, a metà tra terra e cielo, ne abbia piegato e intrecciato i rami. Hanno, gli olivi, già una loro “anima”, un loro profondo significato di pace, di saggezza, di sud, di mediterraneo, di preghiera.
Corrado Grifa, partendo proprio dal legno di olivo, gli aggiunge un’ulteriore peculiarità, seguendone le forme naturali, ma levigandolo e accarezzandolo, fino a svelarne venature e disegni. Quel legno da sempre usato dai pastori garganici per farne casse, scodelle, mestoli, spesso lavorati a definire preziosi intarsi o semplici motivi decorativi, diventa nelle mani esperte di Grifa musica lieve, soffio evanescente, struttura delicata, per arrivare ad avere quella “sostenibile leggerezza” che dà il titolo alla mostra. E’ un vero piacere per il Museo offrire ai propri visitatori l’emozione di soffermarsi sulle sinuosità di questi oggetti, in fondo anche’essi –come tanta parte dei materiali esposti nelle sale- autentica testimonianza della storia e dell’anima di questa terra.
Gloria Fazia Direttore del Museo Civico di Foggia
Il senso della vita nella scultura di Corrado Grifa
Sarà poi vero che lo scultore libera dalla materia forme che già preesistono al suo intervento o piuttosto non è più verosimile che la mano toglie il superfluo in obbedienza al progetto espressivo già predeterminato dall’“intelletto”, per rimanere nell’asserzione di Michelangelo Buonarroti? Se così non fosse, quasi tutta la scultura, soprattutto quella informale, nel cui ambito può essere ascritta anche quella di Corrado Grifa, potrebbe essere il risultato della casualità e della incidenza determinante della tipicità dei materiali utilizzati. Nella scultura di “intaglio” si potrebbe correre sempre questo rischio. Mentre si “liberano” le forme si può rimanere imprigionati e affascinati da queste, al punto da essere soggiogati dalle pieghe, dalle venature, dal pulsare di quella materia che si cerca di ricondurre al potenziamento della propria poetica. È indubbio che questo rischio è maggiore quando lo scultore punta a realizzare forme destinate a vivere esclusivamente della propria dimensione estetica, della pura e semplice visibilità plastica del loro essere.
Non è così invece con artisti come Corrado Grifa, che a partire dalla presenza forte della materia, nel caso, oltre alla pietra, il legno d’ulivo, che lo “radica” anche nella sacralità di un luogo, la Montagna del sole, e di una tradizione, riesce a costruire forme aniconiche evocatrici di una spiritualità intensa e carica di suggestioni. Pur rispettando la materia e le sue forme originarie, la sua struttura, i suoi involucri e le sue fibre più intime, Grifa riesce, una volta che l’ha indagata e messa a nudo, a “plasmarla” (ci si passi l’espressione, che potrebbe apparire impropria per sculture di intaglio) al punto da farne venir fuori un soffio vitale che racconta di tenerezza e di preghiera, di leggerezza e di fluttuazione, di intrecci tra spirito e corpo, di occhi umani e divini che scrutano la nostra esistenza. Giocando sulla compenetrazione delle forme, sul rapporto vuoto/pieno, sull’alternarsi di forme concave (accoglienza, amore) e di forme convesse (aggressività, chiusura), enfatizzati dai giochi luministici che non si fermano a sottolineare la bellezza della materia e la sua astanza nello spazio, ma riflettono da essa nel fruitore sentimenti di armonia e di raccoglimento, Corrado Grifa ci conduce ad una percezione dinamica e dialettica dell’opera d’arte, riuscendo ad imprimerle un senso, una finalità, pur nella assoluta aderenza alle sperimentazioni più avanzate della scultura contemporanea, spesso afflitte da una sorta di sindrome di metalinguaggio.
Queste forme “volubili”, che nella stessa opera, a secondo dei punti di vista, si arrotolano o si svolgono, si “riflettono” o si aprono nello spazio, esprimono compiutamente la complessità della nostra esistenza, le nostre cadute e le nostre impennate, i nostri pentimenti e i nostri propositi di riscatto. La “leggerezza” della forma-foglia che si piega, per esempio, non comunica solo bellezza, anche cromatica, grazie al calore/colore del legno d’ulivo, ma anche la fragilità umana, oltre che dell’intera natura, secondo una metafora usata piuttosto dai poeti (Leopardi, Ungaretti, Montale) che dagli scultori e che assume in Grifa il punto base della riflessione sulla Verità grazie anche ai valori tattilo-visivi della scultura.
Gaetano Cristino