“C’era una volta… persone delle quali fidarsi…”
di Gianni Impagliatelli
Non capisco come si possa tacere e sottacere dopo le vicissitudini politiche di questi giorni. E’ un paese addormentato il nostro, sperando che sia solamente distrazione e non paura.
Ho letto molte cose in questi giorni, declamazioni filosofiche, spreco di saggi e perle di saggezza elargite a più non posso. Tutto bene, tutto bello ma non basta…. Io ho risposto semplicemente col silenzio. Ho preferito il silenzio perchè non v’è onore nel dare la stoccata finale ad un “avversario” in agonia.
Forse a differenza di altri che sono saliti sul carro dei vincitori dopo le elezioni per me è stato amaro scendere dopo aver lottato fianco a fianco e guardato le spalle (questa me la devi Gennaro). A tanti gli onori a pochi gli oneri. Ma non rimpiango mai la lotta, giammai…. Sono fiero di aver lottato insieme per un obiettivo e per un ideale che credo esista ancora e che credevo, sbagliando, stesse a cuore ai vincitori, l’ideale più bello, l’ideale più sacro: San Giovanni Rotondo.
Ma la cosa che fa più male è accorgersi che alla fine sono proprio coloro che raccolgono i frutti che non credono assolutamente a quello per il quale si è lottato. I vincitori oramai sono troppo impegnati a spartirsi gli avanzi del Re e mi spaventa che d’ora in avanti sarà sempre cosi. Purtroppo i “politici” credono che il popolo esista per garantire loro la poltrona non capendo invece che loro esistono per garantire al popolo la dignità, la libertà….. e con esso i diritti!!!
Oramai si è pronti a svendersi e a vendere il paese (preferisco questo termine al termine “comunità’, voglio preservare con orgoglio la mia sangiovannesità) per un posto di lavoro al proprio figlio o parente o affine o per qualche piccolo affare di famiglia, a genuflettersi al potentato di turno con tanto di timore reverenziale.
E’ storia vecchia questa, risaputa ma a malincuore sempre così fortemente attuale e sempre più stomachevole. Ovviamente, solo l’ipocrisia smentirebbe questo. Il tradimento è odioso e obbrobrioso ed ha la stessa valenza a prescindere dallo status dell’individuo. Vale se lo subisce un Sindaco cosi come vale se lo subisce l’ultimo dei cittadini (ad esempio il sottoscritto). La dignità non ha colore, appartenenza, sesso, condizione. La dignità è uguale per tutti gli esseri umani.
Credevo che questa amministrazione avesse a cuore i problemi della città invece con atteggiamenti litigiosi spesso arroganti ha pensato semplicemente alla conservazione del proprio ruolo invece di ascoltare le migliaia di voci e bisogni dei cittadini.
Ha pensato solo a litigare non riuscendo a guardare oltre il naso ed accorgersi che oramai questa è una terra di conquista per chiunque e non solo politicamente.
SI E’ VENDUTA LA DIGNITA’ DI San GIOVANNI ROTONDO E DEI SANGIOVANNESI, SI E’ VENDUTA LA DIGNITA’ DI UN POPOLO!!.
Questa esperienza ha insegnato tanto a tutti non solo a chi amministra. Ha insegnato che i problemi personali sono prioritari a quelli della collettività, ha insegnato che i nostri politici non hanno la forza e la volontà di contrastare potere e modo di operare di alcuni dirigenti (super pagati), che sono forti con i deboli e deboli con i forti, che non hanno coraggio per essere rappresentativi e rappresentanti al di fuori del contesto comunale, che prima non erano conosciuti oltre il “tuppo” e che ora basta varcare la soglia di palazzo Città per essere degli sconosciuti, che non hanno alcun potere contrattuale negli Enti e istituzioni che contano soprattutto nel nostro territorio, che non hanno voglia di amministrare ma solamente di vincere e soprattutto, ed è la cosa che fa più male, che non amano affatto San Giovanni Rotondo.
E’ impossibile riuscire ad avere “Udienza” dal Sindaco, è raro riuscire a trovare assessori disponibili se non traghettati da qualche consigliere; è consuetudine produrre istanze e non avere nessun tipo di risposta se non il fatidico “non siamo tenuti” (ma non esiste la L.241/90?). E’ mortificante vedere la chiusura a riccio degli amministratori incuranti della totale sfiducia che riversano nei confronti degli amministrati. L’assoluta cecità ed arroganza nel credersi proprietari dell’Ente eludendo di fatto il principio democratico di “casa comune”.
Non si fa politica, non si amministra, non esiste nemmeno un partito, se non nelle varie tornate elettorali o rielezioni di direttivi di partito tanto nuovi da puzzare sempre di naftalina. Solamente il nulla. Un piccolo Stato sempre più garante di se stesso e sempre meno garante dei cittadini. Sempre pronto a reprimere e sempre poco attento a produrre e costruire.
Un paese abbandonato a se stesso con giovani che vanno via non per scelta ma per disperazione, precari che cercano con i denti di affermare un diritto sacrosanto, quale il diritto al lavoro, amministratori che insegnano che salire sul tetto è più efficace che ragionare, che l’arma della parola oramai obsoleta è stata sostituita dal principio dell’”estrema ratio”. Allora, se non si è capaci di tutelare il proprio patrimonio, la propria cultura e le proprie ricchezze perchè il popolo dovrebbe assistere inerme a questo pessimo e angosciante spettacolo?
Mi riecheggiano ancora nelle orecchie le parole del Sindaco nella campagna elettorale “La dignità è un valore che non si può negoziare…..”
Aspetto ancora che urli lo slogan sul palco “Vi fidate di me?”…..con la speranza che abbia voglia di ascoltare la risposta dell’ultimo dei cittadini.
Sig. Sindaco le chiedo pubblicamente di dimettersi, di andare a casa, voglio bocciare il politico ma voglio salvare l’uomo, voglio salvare l’amico e soprattutto voglio salvare la sua dignità la stessa che Lei ha violentato più volte senza capire. Almeno cadrà in piedi……”fugit irreparabile tempus”…la clessidra ha finito i suoi granelli di sabbia.
L’attendo al di fuori del Palazzo di Città per poterci svegliare entrambi da questo terribile incubo!!!
Gianni Impagliatelli