LibriAmo a cura di Renata Grifa
Era diventato un luogo di tenebra.
Ma c’era in esso soprattutto un fiume, un gran fiume possente, che si poteva vedere sulla carta, simile ad un enorme serpente srotolato, la testa nel mare, il corpo in riposo le cui anse si snodavano lontano su una vasta regione, e la coda era perduta nelle profondità di quel territorio.
E quando lo vidi sulla carta nella vetrina di un negozio, mi affascinò come farebbe un serpente con un uccello — uno stupido uccellino.
Joseph Conrad
Ho voluto leggere questo libro perché dicono faccia parte di uno di quei libri da leggere assolutamente almeno una volta nella vita, e credo che una volta possa bastare.
È un libro dall’apparenza molto snello, poche pagine che lo fanno pensare scorrevole e invece la sua lettura è stata più faticosa del previsto.
È un libro negativo, oscuro, sicuramente non quello di cui abbiamo bisogno in questo periodo.
Jospeh Conrad prima di essere uno scrittore è stato un marinaio ed è da lì che nasce l’intreccio tenebroso dei suoi racconti.
Cuore di tenebra, titolo evocativo e bellissimo, è il racconto di una spedizione nel cuore del continente nero alla ricerca del leggendario cacciatore d’avorio, Kurtz, che riveste agli occhi del protagonista Marlow lo splendore di una figura mitologica e leggendaria.
La spedizione fatta di descrizioni minuziose, particolare il momento in cui il battello viene avvolto dalla nebbia in cui anche il lettore riesce quasi a toccarla con mano, è pretesto per una narrazione su più livelli, primo tra tutti la critica al colonialismo europeo cui Conrad punta il dito “La conquista della terra, che per lo più significa portarla via a coloro che hanno una diversa carnagione o nasi leggermente più piatti dei nostri, non è una cosa edificante quando la si osservi troppo a lungo.”
Un viaggio che se da un lato trova un punto di snodo nel finale più armonico e umano, fatto di dialoghi e scambi di battute, dall’altro resta una lettura ostica per chi non è appassionato a questo genere di letteratura.
Quasi come se il protagonista fosse rapito da una sorta di flusso di coscienza, partendo dal racconto della propria esperienza personale si perde nelle mille sfaccettature che le tenebre dell’animo umano possono nascondere, e possiamo affermare che sia stato certamente questo l’intento dell’autore.
Un romanzo enigmatico e senza definizione, senza mai arrivare davvero a dire quale sia il male che affligge quella società e che anzi ci lascia con un finale che a ben vedere resta aperto, con un’ulteriore figura pronta a dispiegare le vele e a ripartire per nuove terra di conquiste e di ferite.
Si fece scalo in qualche altro luogo dal nome farsesco, dove la gioconda danza del commercio e della morte procede in un’atmosfera greve e terrosa come quella di una catacomba infuocata.
Un libro che invece pare sia piaciuto molto a Francis Ford Coppola cui si è liberamente ispirato per il capolavoro cinematografico di Apocalypse Now.
Per chi volesse comunque accostarsi a questo autore e a questo tipo di lettura molto più consigliato è il breve romanzo La linea d’ombra, tematiche simili e uno spirito di avventura che meglio ci fa evadere dalle già oscure giornate che stiamo vivendo.