Com’è vero che per andare avanti bisogna tornare indietro questo è il caso degli allevatori che affittano i loro “animali tagliaerba”.
Una pratica molto comune dalle nostre parti (che prevedeva un accordo o un baratto tra allevatori e proprietari terrieri) ma che sta inesorabilmente finendo nel dimenticatoio dato che gli allevamenti sono diventati perlopiù intensivi e le terre vengono lavorate con mezzi meccanici.
Gli animali al contrario delle macchine non sono rumorosi, non inquinano, sopperiscono all’uso dei diserbanti e cosa molto importante concimano il terreno mentre si nutrono.
Per citare un dato possiamo stimare ad esempio che con venti capre si può ripulire un terreno di un ettaro con un risparmio di denaro del 50%.
Più di un’iniziativa ha visto come protagonisti i nostri amici animali: pecore tosaerba nei parchi Torinesi, Google tiene in ordine il prato aziendale con un gregge di pecore, un’azienda di Varese ha assunto un gregge di pecore per ripulire il parco della fabbrica, in Toscana e nel Maryland sono nate delle vere e proprie aziende che si avvalgono delle “capre tosaerba”.
La buona imprenditoria deve aprire l’orizzonte ai posteri e porsi come primo obiettivo l’ecologia.
Emanuele Merla