La seconda vita dei mozziconi di sigaretta
Fumare fa male, ma a pochi importa, anche perché ognuno è libero di fare ciò che vuole a patto che le proprie abitudini non compromettano la salute degli altri e l’ambiente nel quale si vive.
Con il fumo delle sigarette si immettono nell’aria circa 4000 sostanze chimiche e non solo, dato che ogni anno le migliaia di miliardi di mozziconi sparse su tutto il globo “contribuiscono” ad inquinare ulteriormente l’ambiente tramite le sostanze chimiche trattenute al loro interno.
Le sostanze che restano “intrappolate” nei filtri, tramite processi chimici, è possibile estrarle e lavorarle fino ad ottenere un composto in grado di prevenire la corrosione dell’acciaio, purtroppo fino ad oggi solo i petrolieri stanno utilizzando il composto in quanto sarebbe in grado di aumentare notevolmente la resistenza dei tubi che si utilizzano per l’estrazione dell’oro nero.
Molto più nobile invece è risultato il riciclaggio della designer cilena Alexandra Guerrero, la quale dopo aver sterilizzato le “cicche” di sigaretta ne ha ricavato delle fibre che in seguito sono state unite ad altre fibre naturali, dando vita così ad un’intera collezione di moda.
Da anni è iniziata la battaglia di alcuni sindaci d’Italia per eliminare i mozziconi di sigarette dalle strade, la soluzione è sempre la stessa: multe salate accoppiate all’aumento dei posacenere sparsi nelle città.
Anche a San Giovanni Rotondo i posacenere sono pochi e mal distribuiti, al contrario dei fumatori i quali sono tanti e ben distribuiti, ma con ciò non ritengo la multa una soluzione al problema, anche perché la maggior parte degli incivili si annida tra gli adulatori della pulizia delle nazioni come la Svizzera, quindi il problema è sempre lo stesso: non abbiamo il senso di appartenenza ovvero il mondo pulito ed ideale finisce sulla soglia di casa nostra, tutto il resto può andare in malora a meno che non ci costringano con la forza ad adottare comportamenti civili.
Emanuele Merla