Lo ha reso noto il New England Journal of Medicine
La sperimentazione è stata condotta dalla dottoressa Alessandra Mangia, responsabile dell’Unità di Epatologia, e dal suo gruppo. Casa Sollievo della Sofferenza, ha partecipato, come unico centro europeo ad uno studio, durato 6 mesi, il cui prodotto è il Sofosbuvir. La molecola del farmaco, denominata GS-7977, è un inibitore della polimerasi, un enzima dell’HCV essenziale per l’espansione del virus.
La sperimentazione effettuata su 500 pazienti, statunitensi, australiani e europei, affetti dal virus dell’ HCV con genotipo 2 e 3, ha evidenziato come, in 250 pazienti curati con sofosbuvir e ribavirina, rispetto agli atri 250 curati con interferone peghilato e ribavirina, le percentuale di successo sia la stessa, ma mitigando di molto gli effetti collaterali che l’interferone peghilato produce: sensazione di affaticamento, cefalea, febbre, brividi, disturbi del sonno, eritema nella sede di inoculazione, calo dell’appetito, depressione, perdita dei capelli, calo di peso, calo di piastrine e di globuli bianchi.
L’unità di San Giovanni Rotondo, sta sperimentando il sofosbuvir anche sui pazienti di genotipo 1, 4 e 6, ottenedo grandi successi. Questo farmaco porterà, nel giro di 5 anni, alla completa eliminazione del virus nella maggior parte dei pazienti affetti e, nel giro di 10 anni, anche ad un calo progressivo di cirrosi, cancro del fegato e numero di pazienti che effettuano un trapianto con conseguente riduzione della morbilità e della mortalità correlate al virus dell’epatite C.
l farmaco dovrà essere registrato presso l’ente regolatorio americano, Fda e a quello europeo, Ema. Si spera che queste procedure si possano concludere nel 2014 portando quindi alla rimborsabilità.
MPC