Venerdì 30 Agosto, ore 20,00, Chiostro comunale incontro pubblico e dibattito con Domenico Bruno (attivista No Tav)
“In Val di Susa da molti anni è in corso una invasione di truppe al servizio di uno Stato che vuole imporre con la forza la riduzione in servitù di una vallata, di una comunità, di un suolo.
In Val di Susa è in corso da altrettanti anni la più decisa e insuperabile resistenza al programma di stupro del territorio. La lotta a oltranza della comunità della Val di Susa è legittima difesa della salute della loro madre terra. È diritto di sovranità sul proprio suolo, sulla propria aria, sulla propria acqua: sulla vita stessa minacciata.
Buffoni di corte delle banche dichiarano strategica l’opera di sventramento che è invece superflua, tossica e sfruttata solo per spendere fondi europei. Mi arrogo abusivamente uno scampolo di profezia: quell’opera di scasso, sostenuta da occupazione militare, non si farà mai.
La Val di Susa vincerà perché non ha altra possibilità, non ce l’ha una valle né una vita di riserva e non si lascerà deportare.
A fronte dell’incarognimento della rappresaglia di Stato contro la loro comunità, cresce la resistenza corale, pubblica, unanime, che insieme al suolo riscatta la dignità di cittadini, che non si fanno degradare a sudditi di un feudo. Oggi la Val di Susa è una grande piazza Taksim di Istanbul, una estesa Plaza de Mayo di Buenos Aires, una delle cellule del mondo immuni al cancro della sottomissione. Perché chi si arrende, si ammala. Invece la vallata sprizza di salute pubblica, di fraternità, di volontà di battersi.”
(Erri De Luca)
In Val Di Susa si gioca una partita che parte da un treno ma si spinge ben oltre. Nella valle la partita non è solo contro un tunnel ferroviario, ma contro un sistema capitalista che antepone i profitti e gli interessi di pochi alla salute e alla vita di molti.
In questi anni la popolazione valsusina ha mostrato in modo tenace cosa voglia dire oggi opporsi allo stato di cose presenti e come riconquistare spazi di democrazia di fronte all’imposizione delle scelte da parte di apparati mafioso-affaristici.
L’alleanza bipartisan che lega le principali forze partitiche e i grossi media nazionali non permette di avere una visione chiara ed oggettiva della situazione in Valle. Una zona completamente militarizzata e in cui il diritto al dissenso viene quotidianamente colpito e criminalizzato.
Attraverso la testimonianza di Domenico Bruno, ferroviere foggiano che vive in Valle da oltre trent’anni vogliamo ripercorrere la storia del movimento No Tav e sviluppare un dibattito sui temi della democrazia, tutela dell’ambiente e della salute.
Antifascisti San Giovanni Rotondo