David Bowie – 1972
The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars è stato ed è in assoluto uno dei più grandi successi di David Bowie, non solo in fatto di vendite, ma anche per il potere esercitato sui media e per il segno indelebile che ha lasciato sulla cultura musicale di ascoltatori e musicisti.
È una sorta di piccolo concept album che narra di un mondo sull’orlo dell’apocalisse in cui l’ultimo eroe è un ragazzo divenuto rockstar grazie ad un aiuto extraterrestre. Ziggy Stardust è l’emblema della rockstar, definito dallo stesso Bowie un “cantante rock di plastica”, che con la sua ascesa e la sua caduta ripercorre idealmente la parabola della celebrità, dietro la quale si nascondono l’insicurezza e la fragilità dell’artista che si riflettono nelle problematiche dell’uomo contemporeaneo, protagonista di una realtà in cui non riesce più ad identificarsi. Il tutto fu realizzato con l’idea di caratterizzare un personaggio dal forte impatto sul pubblico: il trucco pesante, i costumi colorati e il capello rosso proto-punk diventavano quindi elementi necessari per creare una cornice mistica attorno alla figura di Ziggy, e quindi attorno a Bowie stesso, dato che in quel periodo i due erano pressoché indistinguibili.
I brani hanno suoni e riff tipici degli anni ’70, ritmi rock, con specifiche glam e pop. Undici tracce per una durata complessiva di circa 40 minuti. Si comincia con Five Years, una ballata interpretata con grande pathos dall’artista, per passare poi a Soul Love, leggera e rilassante. La terza traccia è Moonage Daydream, decisamente più rock delle precedenti e, a detta dell’artista, scritta in persona da Ziggy Stardust: sicuramente uno dei brani più belli dell’album. C’è poi la famosissima Starman, finita nel 1999 tra i migliori 100 singoli di tutti i tempi secondo i lettori della rivista Q-Magazine. It Ain’t Easy richiama fortemente le origini folk-country dell’artista, mentre Lady Stardust, con i suoi accordi meravigliosi e il ritornello da sogno, riporta ancora ai ritmi da ballata ed a tutta la teatralità che David Bowie ha dentro di se. Ci sono poi Star e Hang Onto Yourself (quest’ultima sul lato B del singolo 45 giri Moonage Daydream): energiche, ballabili e rock come solo gli anni ’70 potevano plasmare. Il decimo brano, Ziggy Stardust, racconta appunto a pieno la storia ed il carattere del protagonista del disco, su cui sono stati scritti anche libri come “David Bowie – “Le Phénomène Ziggy Stardust” et autres essais”, scitto da Enrique Seknadje nel 1999. Ancora energia e rock’n’roll con Suffragette City, per finire poi con Rock’n’Roll Suicide, che definirei il giusto finale, crescente ed emozionante, proprio ciò che ci vuole in chiusura di un musical, di uno spettacolo teatrale, di una storia raccontata con musica, parole ed espressioni.
Questo album è semplice, leggero e scivola via con facilità regalando a chi ascolta sensazioni di leggerezza e di divertimento, con attimi di spasso e pura energia contornati da sottili sfumature malinconiche che devono essere immancabili nel primo esempio di teatro-rock, cioè di un’opera a tutto tondo, dove la musica e la recitazione vanno di pari passo. Una pietra miliare per tutti gli artisti in generale che, una volta ascoltato l’album, troveranno riscontri nella figura di Ziggy Stardust.
LK